Appena edito da Edizioni e/o, Il compimento è la pioggia è il nuovo romanzo di Giorgia Lepore che vede il ritorno dell’ispettore Gerri Esposito: lo recensiamo oggi al Thrillercafé.
Nella notte del 6 dicembre, a Bari, mentre la città festeggia San Nicola, in una piccola casa bassa del centro storico viene trovata morta una ragazza di poco più di vent’anni; il cadavere è squarciato da varie ferite, intorno al corpo martoriato tracce della presenza di bambini: giocattoli, biberon, vestiti.
A prima vista sembra un assassinio di facile soluzione, l’ennesimo triste ed efferato caso di femminicidio, ma l’autrice è molto brava a svelarci, indizio dopo indizio, una scena del crimine molto più complessa e articolata che confonderà abilmente gli inquirenti e il lettore. Sul luogo del delitto arriva l’ispettore Gerri Esposito, seguito dal suo capo, Marinetti, e dall’ispettrice Sara Coen: l’ispettore si accorge che, nascosti in una cassapanca, ci sono i figli della vittima, illesi: Jennifer, cinque anni e Kevin, troppo piccolo per rendersi conto di cosa stia realmente accadendo. La bimba colpisce subito per la sua grande intelligenza, per il suo essere molto più matura dei suoi pochi anni e stabilirà con Esposito un legame profondo nel quale l’uno si specchia e si riconosce negli occhi dell’altra.
“Piango perché lo sento che tu vuoi piangere e non ci riesci e allora piango io. Per te”
Attorno all’omicidio e alle indagini ruotano tematiche forti e intense come l’infanzia violata e la violenza domestica: non solo quella evidente nei due bambini, ma anche quella di Graziella, giovane adolescente incompresa, fragile, problematica, quasi invisibile, che avrà un ruolo di rilievo nella storia e che al lettore verrà spontaneo in qualche modo giustificare ma soprattutto proteggere, a differenza dei suoi genitori e degli affetti a lei più cari. Di fronte a tutto questo, anche Gerri Esposito torna indietro nel tempo e nella memoria, per ripercorrere le sue origini particolari che vuole ricomporre, riconquistare e capire.
E poi la giustizia, in tutte le possibili accezioni del termine: quella che si limita ad applicare le leggi, quella che invece scava per conoscere la verità, ma anche la giustizia “fai da te” e per ultima quella dell’ispettore Esposito che lui avverte come forzata e sporca, che lo lascerà pieno di dubbi e amarezza, che lo porterà a porsi domande che forse, come risposta, hanno un altro dei punti cardine della vicenda: la promessa che fa a Jennifer e che è deciso a mantenere, perché gli impegni presi con i bambini non andrebbero mai disattesi, sono sacri.
Il proverbio arabo riportato dall’autrice, “Le nuvole sono una promessa. L’adempimento è la pioggia”, spiega non solo il titolo enigmatico, dunque, ma si pone al centro dello scenario di questo romanzo ricco di significati e profondamente intenso, nel quale Giorgia Lepore scava nell’animo dei personaggi, della storia e della famiglia che (non sempre) aiuta e supporta, e lo fa utilizzando una scrittura limpida e fluida, quasi un parlato, arricchita da forme dialettali piacevoli e armoniose.
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