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Nell’incandescente scenario dell’Italia degli anni ’70, un tempo sconvolto dal terrorismo e da crisi economiche, si dipana il romanzo d’esordio di Mario Ferrari, intitolato “Il Cuore della Montagna, un thriller che ci trasporta attraverso un intricato intreccio di emozioni, mistero e amicizia, con uno sfondo maestoso rappresentato dalle vette delle Alpi dell’Alto Adige.

La storia si apre seguendo Federico, un adolescente dall’intelligenza brillante ma dal fisico minuto, che affronta le sfide di integrazione sociale tra i coetanei. La sua unica costante è Marco, l’amico fidato che lo accompagna attraverso le difficoltà e lo protegge dall’isolamento. L’idea di trascorrere le vacanze estive in un pittoresco villaggio dell’Alto Adige sembra promettere una pausa dalla realtà, ma ben presto i giovani si trovano di fronte a relazioni complesse e a eventi che cambieranno per sempre il loro destino.

In un contesto di amicizie fragili, rivalità e segreti, la trama si infittisce quando una tragedia inaspettata colpisce la piccola comunità. Federico, sospettando che l’incidente nasconda verità oscure, si trova a guidare i suoi amici in una ricerca di giustizia che mette alla prova la loro determinazione e il loro coraggio. La Montagna, un simbolo di bellezza ma anche di pericolo, diventa il luogo in cui si svolge questa avventura epica, in cui i giovani protagonisti imparano il valore della fiducia, dell’amore e dell’integrità.

L’autore

Oltre a essere un apprezzato professionista nel mondo degli affari, Mario Ferrari si rivela un uomo dai molti talenti, coltivando passioni come l’alpinismo, i viaggi, la musica e la cucina, interessi che si arricchiscono la narrazione nel romanzo con dettagli realistici e autentici. “Il Cuore della Montagna” è il suo primo libro.

Estratto

Marco osservò il padre di Federico allontanarsi verso le toilette dell’area di servizio, poi scese dall’auto, seguito dall’amico. Rivolsero un’occhiata distratta al distributore di benzina, il cui contatore ruotava velocemente, e si appoggiarono alla parte laterale del cofano.
«Sicuro di non voler sedere davanti?» chiese Marco.
«Restaci pure tu, che hai le gambe più lunghe. Dietro staresti scomodo.»
Marco scoppiò a ridere.
«Dai, tuo padre non è così terribile! Meglio del mio che non tace mai. Davvero mancano ancora due ore?»
«Più o meno.»
«Non vedo l’ora di vedere questa Val Seterna.»
Federico fece spallucce.
«Un posto di montagna come tanti.»
«E allora questa Laura di cui mi parli da quando…»
«Eravamo bambini. Quando si è piccoli sembra tutto fantastico.»
Marco sollevò una mano all’altezza del capo di Federico, poi la mosse orizzontalmente verso il proprio mento, sottolineando i venti centimetri abbondanti di differenza di statura. Gli sorrise.
«Se è per questo tu sei ancora piccolo, Fede.»
«Stronzo» rispose Federico, assestandogli uno scherzoso pugno nello stomaco.
«Togliete il sedere dalla mia 127!» esclamò il padre di Federico, sopraggiungendo «Mi ammaccate la carrozzeria.»
«Ma perché l’ha presa di questo colore verde terribile, dottor Cattaneo?»
«Smettila di chiamarmi “dottor Cattaneo”, Marco. Semmai “professore”, dato che ho una cattedra. Ma solo Saverio, ti prego, ci conosciamo da dieci anni e stiamo per passare due settimane insieme.»
«È una questione di rispetto, professor Saverio» rispose Marco, sorridendo candidamente.
«E non è un colore terribile.»
«Sembra il vomito del mio gatto.»
Saverio gli lanciò un’occhiataccia, poi guardò i numeri sulla pompa di benzina e si rivolse al benzinaio.
«Settemilacinquecento lire!?!»
«Trecentocinque lire al litro.»
Saverio sollevò una delle maniche risvoltate e gli mostrò l’avambraccio.
«Vuole anche un po’ di sangue?»
«Lo sa vero che c’è la crisi energetica? E l’inflazione quasi al venti percento?»
Saverio pagò il conto borbottando qualcosa tra sé, poi sedette al volante e avviò il motore.
«Qualcuno si deciderà prima o poi a inventare un’auto che va ad acqua.»
«L’acqua non contiene l’energia di legame degli idrocarburi, non potrà mai essere usata come combustibile.» disse Federico dal sedile posteriore «E per separare l’idrogeno che contiene occorre più energia di quella che restituisce bruciando.»
«Magari potrebbe fare qualcosa lei, dottor Saverio.»
«Sono un teologo, non un chimico.»
«Appunto.»
Saverio distolse gli occhi dalla strada per un secondo, guardò Marco, poi scoppiò a ridere.
«I miracoli al massimo li studio, ma temo che non mi riescano bene.»
«Peccato. Ci avrebbe fatto diventare ricchi.»

Sito dell’autore

Maggiori informazioni su Mario Ferrari e “Il cuore della Montagna” le potete trovare sul sito dell’autore: https://www.marioferrari.org/.

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Il cuore della montagna
  • Ferrari, Mario (Autore)

Articolo protocollato da Redazione

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