Controllare un pacco sospetto all’ufficio postale è, per l’ispettrice Ana Bartomeu, una immensa seccatura: si avvicina la vigilia di Natale, Ginevra è paralizzata dalla neve, e molti colleghi sono già in ferie, quindi tocca a lei quella deviazione dell’ultimo minuto.
Quel giorno Ana ha ricevuto pessime notizie sulla sua salute, e quella tappa forzata che le viene chiesta dal suo capo proprio non ci voleva: tutto cambia quando, arrivata con fatica sul posto, si rende conto che il pacco sospetto giocciola sangue, e che il francobollo con cui è stato spedito è fatto di pelle umana. All’interno uno stomaco umano e una citazione di Aristotele «Il cuore è la sede delle emozioni, delle passioni e dell’intelligenza»: nessuno dubbio che l’organo sia umano e nessuno dubbio che si tratti di omicidio.
Ana deve mettere da parte la sua salute e i problemi personali e iniziare una indagine che la mente contorta del killer ha costruito come un caccia al tesoro, il cui disegno si rivela attraverso le decine di pacchi affrancati con francobolli di pelle umana, e sarà un’indagine che sconvolgerà il suo mondo.
Fin troppo semplice definire “Il filatelista” come “preciso come un orologio svizzero”: eppure è proprio l’immagine che si avvicina di più a questo teso e cupo thriller elvetico di un autore, Nicolas Feuz, per la prima volta tradotto in Italia da Baldini+Castoldi che ha però al suo attivo una solida duplice carriera di scrittore e di sostituto procuratore.
La Svizzera non è probabilmente l’ambientazione che viene in mente per prima per un romanzo di questo genere: la Svizzera, nell’immaginario comune, è il paese ordinato per eccellenza, efficiente, un po’ grigio, sfondo ideale casomai per una storia di spionaggio o crimini finanziari.
Anche la filatelia non è certo l’hobby più eccitante che possa venire in mente, e con un po’ di ironia si potrebbe dire che solamente in un paese efficiente come la Svizzera un omicida può pensare di basare il successo del suo piano sull’efficienza del sistema postale.
Ma tant’è, Feuz spiazza il lettore con un thriller crudo e violento, che non smentisce l’immagine del paese ma mette in rilievo quelle zone d’ombra che ogni nazione – ovviamente – naturalmente ha.
La tra in sé, riassunta, può essere ingannevole: un uomo che, per motivazioni che risiedono in un passato remoto e traumatico, mette in atto una vendetta sadica. Ed in effetti, in sintesi, è proprio così, una storia che non ha molto di nuovo da raccontare nel panorama del thriller che ha già ampiamente attinto a piene mani in questa dinamica: quello che però riesce a fare – in modo impeccabile – Nicolas Feuz è costruire un precisissimo gioco del gatto con il topo con i propri lettori. Semina una strada di Pollicino con indizi che sembrano portare, istintivamente, alla soluzione più ovvia, cambiando però strada all’ultimo momento e dando alla storia, più che una direzione diversa, una diversa chiave di lettura: è quello che ci si aspetta, ma nello stesso tempo non lo è, e questo è un grosso pregio del romanzo che scorre molto velocemente e con una costante tensione che fa sì che alcune – pochissime – forzature della trama passino decisamente in secondo ordine.
Attraverso flashback e cambi di prospettiva – quello di Ana Bartomeau, del collega Morin e del killer stesso – si dipana una storia che racconta di come la vendetta abbia radici lontane, e di come possa covare dentro una mente spezzata. “Il filatelista” è un romanzo corale, personaggi e atmosfera sono raccontati in modo credibile e preciso senza una parola di troppo, e il ruolo di sostituto procuratore di Feuz aiuta molto l’accuratezza della trama.
Nel complesso “Il Filatelista” è un ottimo thriller che non vuole essere niente di più di questo, costruito in maniera solidissima come un meccanismo a incastro che funziona e che fino all’ultima pagina regala sorprese: e non è poco, davvero.
Nicolas Feuz è nato nel 1971. Alterna la sua attività di procuratore del cantone di Neuchâtel a quella di scrittore di grande successo, grazie anche alla sua prolifica produzione. Il filatelista è il primo romanzo tradotto in Italia,
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