Uscito il 3 settembre scorso per Rizzoli, recensiamo oggi Il gioco del Mai, l’attesissimo nuovo romanzo di Jeffery Deaver, primo della nuova serie che vede come protagonista Colter Shaw, personaggio singolare e, per ora, un’incognita interessante.
Colter Shaw è un cercatore di ricompense: non è un mercenario, non è un cacciatore di taglie, non è un militare e non fa parte di corpi di polizia, sebbene talvolta li aiuti. E’ uno che si guadagna da vivere cercando persone scomparse e, qualora le ritrovi vive, intascando la ricompensa offerta da chi è loro vicino. E’ per via di questa sua insolita professione che al momento Shaw si trova in California, nella Silicon Valley, dove una ragazza di diciannove anni, Sophie Mulliner, è scomparsa e suo padre ha offerto una ricompensa di 10.000 dollari. Il primo passo, per Shaw, è valutare tutte le possibilità, assegnare priorità, vagliare ipotesi: lo sa fare molto bene, infatti da una breve conversazione con il padre della ragazza capisce, tra le altre cose, che Sophie non è scappata di sua volontà. Non gli sarà difficile capire che è stata rapita e, purtroppo, non sarà l’unica: il rapitore sembra voler ricreare nella vita reale i dieci livelli de L’uomo che sussurra, un videogame andato di moda tempo prima, che consiste nell’abbandonare un soggetto in un luogo sperduto lasciandogli solo cinque oggetti. Il messaggio del giocatore parla chiaro:”Sei stato abbandonato. Fuggi, se puoi, o muori con dignità”. Non è la prima volta che Deaver affronta, da prospettive diverse, il tema dei videogiochi online e della loro trasposizione nella realtà (si pensi a La strada delle croci, secondo volume della serie su Kathryn Dance); qui, però, lo fa in modo approfondito e spettacolare: si spinge sin nel cuore della Silicon Valley, il tempio sacro della tecnologia mondiale, un mondo dove la parola chiave è Competizione, in positivo, ma anche in negativo. Cosa succede, infatti, a chi non riesce a tenere il ritmo?
L’elemento più innovativo di questo thriller è sicuramente il suo protagonista, Colter Shaw, un personaggio controverso e difficile da inquadrare: non è digiuno di tecnologia, se ne serve per il suo lavoro (a proposito, cos’altro fa oltre a cercare ricompense?), ma preferisce la buona vecchia carta; è allenato alla sopravvivenza in ogni ambiente, grazie agli insegnamenti di suo padre, Ashton Shaw, quindi sa scalare, nuotare, sparare, ma soprattutto osservare e seguire le tracce. Non sappiamo molto sui suoi legami: sembra unire il concetto di amici con quello di collaboratori di lavoro, inoltre sappiamo pochissimo della situazione sentimentale, ma l’incognita più grande è la sua – a dir poco strana – famiglia. La vera ragione per cui Colter si trovava in California, infatti, non è Sophie Mulliner… ma è legata al suo passato. Cos’è successo quella notte di quindici anni prima? Non ce lo chiederemo a lungo: questo è solo il primo capitolo di una serie, ci sarà tempo, quindi, per capire se Colter Shaw è davvero la novità che tanti lettori di Deaver attendevano. Dal canto suo Deaver non ha bisogno di presentazioni: è uno dei più prolifici ed apprezzati autori di thriller statunitensi; ha scritto, tra gli altri, la fortunata saga di Lincoln Rhyme – dalla quale è stata di recente tratta una serie Tv -, la serie di Kathryn Dance e varie altre serie, raccolte di racconti e romanzi stand-alone. Deaver ha sempre dimostrato di saper spaziare tra gli argomenti, le ambientazioni, le metodologie di indagine e Colter Shaw, con una professione così ibrida e mutevole, potrebbe dargli la possibilità di farlo ancora.
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