Il giorno del diavolo - Andrew Michael HurleyQui al Thriller Café abbiamo letto per voi, in anteprima, Il giorno del diavolo di Andrew Michael Hurley, appena pubblicato in Italia da Bompiani.

Ogni autunno John Pentecost fa ritorno nella fattoria in cui è nato per aiutare la sua famiglia nella transumanza del gregge di pecore, dai pascoli estivi alla stalla per il periodo invernale. Le Endland sono un pugno di case sperduto nel cuore del Lancashire, ai confini con l’universo fluttuante e misterioso della brughiera. Non è un posto per turisti. I suoi abitanti vivono la vita dura e ciclica dei pastori, scandita dal ritmo delle stagioni, dalla diuturna manutenzione delle fattorie e da bevute omeriche nel pub del vicino villaggio di Underclough.

Nelle Endlans “non cambia mai niente. Non succede mai niente”. Quest’anno, però, il nonno di John, che tutti chiamano il Vecchio, è morto e John porta con sé per la prima volta sua moglie Katherine, gravida del loro primo figlio. Il ritorno a casa è per John un tuffo nei ricordi: il fiume, i boschi e le torbiere gli riportano alla mente storie della sua infanzia ormai lontana, ma “il problema è che nelle Endland una storia pretende che se ne racconti un’altra e poi un’altra ancora, e in ognuna di esse il diavolo ha il suo ruolo”.

Già, perché cento anni prima il diavolo si è nascosto in mezzo alle pecore durante la transumanza e “giunto nella valle, cominciò a sfrecciare da una fattoria all’altra, troppo astuto per farsi scoprire, visibile solo in ciò che contagiava. Era il verme nell’occhio del cane sano, il cancro che guastava i genitali del montone, il sangue nel latte del neonato”. L’avvento del diavolo scatenò una tormenta di neve che durò per giorni, causando la morte di molte persone. Da allora, gli abitanti delle Endland celebrano ogni anno una festa molto particolare, il giorno del diavolo, un rito ancestrale che serve a tenere lontano dal villaggio l’antico nemico…

Il romanzo di Andrew Michael Hurley è sorprendente sotto molti punti di vista. In primo luogo, per la prosa raffinata e descrittiva, capace di immergere il lettore nel paesaggio con un’efficacia non comune. Malgrado il ritmo narrativo decisamente serrato, l’accuratezza delle descrizioni e dei particolari rende la storia quasi un pretesto per raccontare un mondo inospitale ma selvaggiamente bello. Chi scrive non ha mai visitato le campagne inglesi, ma dopo aver chiuso il libro ha quasi l’impressione di esserci stato.

Da sempre, la brughiera è un luogo iconico e misterioso per la letteratura inglese: è lì che danzano le streghe nell’apertura del Macbeth di Shakespeare, Sherlock Holmes la attraversa per affrontare il terribile Mastino dei Baskerville e i suoi cespugli schiaffeggiati dal vento sono il teatro del tragico amore narrato in Cime tempestose. Hurley riprende questo topos letterario e vi ambienta una storia in bilico tra il thriller e il romanzo gotico, tra l’horror e la saga famigliare.

Harley usa tutti gli espedienti di uno scrittore smaliziato, lascia indizi e poi abbandona il discorso con sapienti cliffhanger, ricorrendo a continui slittamenti di piani temporali. La struttura narrativa è quella di una spirale, in cui tutto gravita verso il diavolo, il buco nero in cui collassa l’intera vicenda.

“Il Diavolo è qui da prima che arrivassero tutti, è qui che passa incessantemente da una cosa all’altra. È nella pioggia, nelle raffiche di vento e nel fiume impetuoso. È negli alberi del bosco […] È la malattia che può rovinare un’intera fattoria e la tormenta che seppellisce un intero villaggio […] Ma qui almeno riusciamo a vederlo all’opera […] Quello che ci tramandiamo qui nelle Endland non è solo il privilegio di vivere, bensì il privilegio di vivere in assoluto. Cercando lo scontro anziché nasconderci per evitarlo. Iniettandoci la paura.”

Uno degli aspetti più interessanti, poi, è il modo in cui l’autore flirta con il soprannaturale senza mai cedervi completamente. Il rito pagano e l’ambientazione à la Wicker Man alludono a un orrore trascendente, ma sono in continua tensione con un lato oscuro umano e psicologico.

Tra incendi misteriosi e morti inspiegabili, tra evocazioni di sapore crowleyano e psicosi improvvise, il lettore rimane in trepida attesa di una rivelazione che tarda a manifestarsi, coltivando un’inquietudine sottile che forse risulta accresciuta proprio da questa ambiguità. È un vecchio trucco, inaugurato da Henry James nel Giro di vite, ma praticarlo con la maestria di Hurley è una dote davvero rara.

Recensione di Gian Mario Mollar.

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Il giorno del diavolo
  • Hurley, Andrew Michael (Autore)

Articolo protocollato da Gian Mario Mollar

Classe 1982, laureato in filosofia, Gian Mario Mollar è da sempre un lettore onnivoro e appassionato. Collabora con siti e riviste di ambito western e di recente ha pubblicato I misteri del Far West per le Edizioni il Punto d’Incontro. Lavora nell’ambito dei veicoli storici e, quando non legge, pesca o arranca su sentieri di montagna.

Gian Mario Mollar ha scritto 96 articoli: