Struggente e violento.
Questi sono forse gli aggettivi che meglio descrivono questo poderoso romanzo di Luca D’Andrea che, unendo true crime e finzione letteraria, si ispira ai delitti di quello che le cronache chiamarono “il Mostro di Bolzano”. Nella realtà Marco Bergamo tra il 1985 e il 1992 uccise 5 donne, e la sua biografia ha tratti comuni a quelli di molti serial killer: nell’infanzia una ritardo del linguaggio, l’obesità e una grave psoriasi accentuarono le tendenze omicide latenti che lo portarono a uccidere prima una giovanissima vicina di casa e poi 4 prostitute, che abbordava con la sua Seat Ibiza.
Bolzano, bellissima città, ordinata, pulita. Bolzano a misura d’uomo, città di gente perbene, attaccata a montagne da togliere il fiato.
Una città talmente bella che sembra improbabile come teatro di un omicidio feroce: è il 1992, e il cadavere di quella che per tutti era “Bambina”, giovane prostituta tossicodipendente che nonostante tutto riusciva a conservare una traccia di innocenza, viene rinvenuto in una zona degradata della città, dove spaccio e prostituzione sono la norma. Un omicidio agli occhi della polizia non è poi così importante, perché non tutti gli omicidi sono uguali e in fondo la vittima non è altro che una che batteva per strada: ma Luther Krupp, troppo giovane e inesperto ispettore di polizia, intravede nella violenza e nella ritualità della violenza la possibilità che a Bolzano possa esserci un serial killer.
Niente, neppure la cronaca più violenta o la pietà per una vittima, possono turbare questo angolo di Paradiso: e ne sa qualcosa Alex Milla, che con l’idealismo della gioventù non riesce ancora a essere un reporter disincantato, che deve barcamenarsi tra ricerca della verità, ipocrisia e odore del sangue.
Con una prosa precisa, netta, unendo personaggi di fantasia a personaggi immaginari, Luca D’Andrea si basa su accurate ricerche d’archivio, atti giudiziari e cronaca nera per ricostruire un affresco d’epoca e una storia che – in fondo – non vorremmo ci venisse mai raccontata: una storia nella quale di mischiano perbenismo, maschilismo, pessima polizia e indifferenza verso le vittime che nella loro qualità di donne e prostitute non sono valgono una indagine come si deve.
Le iene in natura sono animali con alte capacità sociali, si identificano in un clan e sono feroci nel difendere il loro territorio: polizia, spacciatori, stampa, prostitute, sono tutti clan che si muovono in tondo in questa vicenda e in un certo modo costretti a “ballare il girotondo delle iene e scoprire che non puoi tirartene fuori”.
Anche Krupp e Milla, che su fronti diversi sono due anime a loro modo pure e intransigenti, non usciranno indenni da queste vicende: Luca D’Andrea ci costringe a guardare con occhi bene aperti le luci e le ombre, la mediocrità e l’incapacità, il branco e il desiderio di carriere a tutti i costi. E da questo sguardo ne deriva un fastidio profondo trovare un senso morale (e perché no, giustizia) e si scontra con l’amarezza della realtà.
L’unico elemento consolatorio potrebbe essere la verità, ma anche questa cambia volto, non è mai univoca: il tempo cambia i personaggi – e ne conosciamo i pensieri nei corsivi che costellano il romanzo – li trasforma, li corrompe. Al di là di una magistrale costruzione delle trama, senza mai una caduta di tensione o un rallentamento del ritmo, Luca D’Andrea caratterizza i personaggi con una raffinata capacità di analisi psicologica, ed è grazie a loro che nel girotondo delle iene, nonostante la violenza e il disincanto, il romanzo è attraversato da una corrente costante di disperata dolcezza, che si rivela in un dettaglio, una frase o uno sguardo.
Luca D’Andrea è nato a Bolzano, dove vive, nel 1979. Per Einaudi ha pubblicato: La sostanza del male (2016), Lissy (2017, premio Scerbanenco), Il respiro del sangue (2019) e L’animale più pericoloso (2020, uscito precedentemente a puntate su “la Repubblica”). I suoi romanzi sono bestseller tradotti in quarantadue Paesi. Il girotondo delle iene è il suo primo romanzo per Feltrinelli – dal quale è in fase di sviluppo la realizzazione di una serie tv.
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