E’ tanto che non inserisco un incipit e mi sono accorto che non ho mai dato un po’ di spazio all’ottimo Joe Lansdale; valutate queste due cose, ho deciso che oggi vi beccate le prime battute del suo Il lato oscuro dell’anima:
Mezzanotte. Nera come il cuore di Satana.
Uscirono dall’oscurità in una Chevrolet Impala nera del ’66, divorando verso nord la statale 58 come tanta succosa caramella mou grigia. Nella notte fonda l’automobile, tutta sola lì fuori, sembrava una macchina del tempo venuta da un futuro malvagio. I fari erano bisturi d’oro che squarciavano il grembo delicato della notte, si spingevano nelle sue viscere ma consentendo loro di rimarginarsi per bene dopo il passaggio della vettura. Il motore, perfettamente a punto e pesantemente truccato, gemeva di piacere sadico.
Appena due ore prima, a una settantina di chilometri da Houston, l’Impala aveva assestato un colpo a una Plymouth bianca, come un barracuda che s’avventi sul morbido ventre di un pesce bianco. La Plymouth del ’73 andava a novanta all’ora. Si trovava sulla sua corsia e andava incontro alla Chevrolet, facendosi i fatti suoi, quando il demone nero aveva oltrepassato la striscia e il suo clacson aveva gridato nel buio. Non era un suono d’avvertimento, ma un insolente rimbombo d’autorità: “Togliti di mezzo, pesce bianco, la strada è mia!”
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