Gaetano Savatteri nasce nel 1964 a Milano e a dodici anni si trasferisce con la sua famiglia nella terra d’origine di quest’ultima: Racalmuto in provincia di Agrigento (che ha dato i natali anche al grande Leonardo Sciascia). Con un gruppo di coetanei adolescenti, aspiranti giornalisti, ha dato origine nei primi anni ‘80 al periodico locale Malgrado Tutto che potrà vantare nel corso degli anni l’inserimento di numerosi articoli di Sciascia, Camilleri, Bufalino e altri e che attualmente è ancora edito solo, però, come periodico online.

Inizia la sua carriera giornalistica in Sicilia ma negli anni ‘90 si trasferirà a Roma come inviato de L’Indipendente e, in seguito, come giornalista del Tg5. Come scrittore ha pubblicato numerosi racconti e romanzi. Tra questi ultimi, editi da Sellerio, possiamo ricordare: Gli uomini che non si voltano (2006), La fabbrica delle stelle (2016), Il delitto di Kolymbetra (2018) e Il lusso della giovinezza (2020). Questi ultimi tre vedono come protagonisti lo scoppiettante duo Saverio Lamanna e Peppe Piccionello.

Da metà Marzo 2021 viene trasmessa, sulla RAI, la fiction Màkari tratta da alcuni racconti di Savatteri ambientati appunto a Màkari che ci fanno capire la storia della grande amicizia Lamanna-Piccionello ma anche l’origine della loro vena investigativa e contemporaneamente Sellerio ha ripubblicato (sempre a marzo 2021) i racconti da cui è tratta la serie TV Quattro indagini a Màkari. Recensisco qui, per voi di Thriller Café, l’ultimo suo romanzo giallo Il lusso della giovinezza.

Il quarantenne Saverio Lamanna giornalista disoccupato, scrittore emergente, freddurista incallito e amante del mare e della sua Màkari riceve una telefonata dalla fidanzata Suleima che tra lacrime e disperazione gli comunica che il suo datore di lavoro, l’americano Steve Parker, è stato trovato cadavere in un burrone. A malincuore così Saverio insieme al compare e amico Peppe Piccionello (un anticonformista che indossa tutto l’anno camicie hawaiane o t-shirt bermuda e infradito) è costretto a partire per la montuosa e innevata Castelbuono, nelle Madonie, per raggiungere Suleima e il luogo dell’incidente.

I due amici intuiranno però, ben presto, che forse il mecenate americano che voleva investire nelle Madonie e credeva possibile un futuro anche per queste zone invertendo le tendenze depressive in quanto, secondo lui, l’economia e il business sono compatibili con la natura, il microclima e l’ecosistema, non ha avuto un semplice incidente. Così insieme al gruppo di giovani collaboratori di Parker (Suleima, Emma Piccionello, Salvo e Calogero Dalli Cardillo detto Carlos) tutti siciliani, open minded, belli di fama e di sventura scelti dall’americano in quanto tutti con esperienze cosmopolite inizieranno una vera e propria indagine “sui generis”. Cosa è veramente successo a Steve Parker? Come ha fatto a raggiungere il luogo dell’incidente se la sua jeep era parcheggiata in paese? Chi poteva desiderare la sua morte perché forse contrario a questa sua iniziativa di rinascita che nel giro di un decennio avrebbe stravolto la vita locale?

Con Il lusso della giovinezza Savatteri prosegue il gioco meta-letterario con il lettore così Saverio Lamanna continua ad essere sia protagonista sia scrittore del libro stesso infatti proprio nel prologo c’è un esilarante dialogo telefonico tra Lamanna e il suo editore (che un po’ mi ha ricordato Riccardino di Camilleri) dove quest’ultimo, nel sollecitare lo scrittore a sbrigarsi a  scrivere un nuovo romanzo, lo invita ad attenersi agli algoritmi americani che danno regole ben precise per strutturare un bestseller (morte al primo capitolo e così via). Anche durante il romanzo stesso questo gioco continua come ad esempio quando il protagonista redarguisce Peppe Piccionello invitandolo a mantenere, come la trama prevede, il ruolo di “spalla” oppure alla fine del libro stesso dove, quasi come in una sorta di dialogo mai interrotto, Saverio comunica all’editore di aver terminato l’opera ma appena gli riferisce che sarà ambientata sulle pendici dell’Etna quest’ultimo dissente in modo energico commentando che non la ritiene una location adatta ma che senz’altro più consona è la montuosa Castelbuono nelle Madonie. E infatti ci troviamo qui. In una Sicilia inconsueta per il nostro duo ma mentre Piccionello è abile ad adattarsi e ad integrarsi in ogni situazione e con chiunque, Saverio Lamanna, “allergico” al clima rigido e ad una altitudine che non è quella del livello del mare, manifesta subito insofferenza e un vero e proprio spaesamento. Spaesamento che è innanzitutto quello climatico che lo fa esordire con un parallelismo amaro tra la pioggia insistente e il degrado sociale siciliano:

“Sotto la pioggia la Sicilia non è romantica, né malinconica, ha solo un colore sporco, un tono livido che stinge umidità sui muri delle case abusive, sulla costa devastata da pontili dismessi, sulle stazioni ferroviarie abbandonate, sui capannoni costruiti a metà per rubare soldi alla Cassa del Mezzogiorno, sui cumuli di immondizia ai bordi delle strade. Pioveva la sera in cui fecero saltare in aria Falcone. Pioveva nel giorno del suo funerale, e tutti andarono via di corsa quando terminò la funzione: nella piazza di San Domenico restò solo il giudice Paolo Borsellino, bagnato e indifeso sotto un ombrello, mentre dal cielo cadevano torrenti di acqua e sabbia”.

Ma anche uno spaesamento generazionale che nella contrapposizione tra i giovani, desiderosi di voler cambiare una Sicilia immobile che deve finalmente diventare terra di rilancio e non di fuga e i vecchi, con i loro proverbi infarciti di pessimismo che smorzano sul nascere ogni tentativo di innovazione, Saverio si pone nel mezzo, in una terra mediana, in “quella linea dombra che si attraversa quando non si è più giovani ma non si è ancora vecchi” e “sono caduti gli alibi della giovinezza e non sono ancora intervenute le attenuanti della vecchiaia.

Leggere Il lusso della giovinezza è come fare un tuffo in un mare di citazioni che Lamanna adopera in maniera spontanea incastonandole in perfetto equilibrio tra di loro e che spaziano dalla letteratura classica a quella contemporanea (Sciascia, Pirandello, Ammaniti…), dalla filmologia alla poesia alla canzone popolare italiana, ai proverbi del passato ai modi di dire del presente..

Con una scrittura ironica e brillante costituita da capitoli brevi e ricca di scoppiettanti dialoghi a raffica Savatteri ci consegna più che un romanzo giallo vero e proprio (il cui elemento pare essere di secondaria importanza) uno spaccato della Sicilia attuale dove convivono una variegata moltitudine di contraddizioni incarnate benissimo dalle personalità dei due protagonisti: un retorico, cinico e pessimista Lamanna e un Piccionello più propenso al dialogo e che ben si adatta alle modificazioni, che esterna anche grazie alle provocanti scritte presenti sulle sue t-shirt (realizzate dalla nipote Emma) che servono quasi a stemperare il freddo realismo dell’amico (“Sicily, dove la pizza quattro stagioni ha solo il gusto dell’estate”; “In Sicilia trovi tutto, ma non cercare la verità”; “Il dialetto siciliano non ha verbi al futuro. In Sicilia il futuro è già presente”…).

In conclusione è ancora possibile cambiare questa Sicilia? È ancora possibile per i giovani siciliani affermarsi nella propria terra? La risposta ci giunge, a mio avviso, proprio dal titolo del romanzo infatti questo ci sembra far intendere che la giovinezza è un vero e proprio lusso che non va sprecato perché solo puntando sulle nuove generazioni e sulle loro potenzialità si potrà superare stereotipi e consuetudini mentali spesso dure a morire.

Il tratteggio ineccepibile dei personaggi e il loro disincanto nei confronti dell’ineluttabilità del destino, come solo un siciliano può intenderlo e accettarlo, uniti alla leggerezza e all’ironia colta e pungente mi hanno senz’altro conquistata.

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Il lusso della giovinezza
  • Savatteri, Gaetano (Autore)

Articolo protocollato da Luisa Ferrero

Mi chiamo Luisa Ferrero, sono nata a Torino e vivo a Torino. Dopo una laurea in Materie Letterarie ho ricoperto il ruolo, per tre anni, di assistente ricercatore presso l’Università degli Studi di Torino e ho poi, successivamente, insegnato nella scuola per oltre trent’anni. Divoro libri di ogni genere anche se ho una predilezione per i gialli, i thriller e i noir. Le altre mie passioni sono: il cinema, il teatro, il mare, la mia gatta e la compagnia degli amici... Di recente mi sono approcciata anche alla scrittura partecipando a numerosi corsi di scrittura creativa. Il mio racconto giallo "Un, due, tre… stella!" è stato inserito nell’antologia crime "Dieci piccoli colpi di lama" - Morellini Editore (luglio 2022) e il mio romanzo d’esordio "Cicatrici", finalista alla quinta edizione del concorso "1 giallo x 1000", è stato pubblicato il 31 marzo 2023 da 0111 Edizioni. Ah, dimenticavo... dal 2016 sono non vedente ma questo, in realtà, non è un problema in quanto per dirla come Antoine de Saint-Exupéry "l’essenziale è invisibile agli occhi".

Luisa Ferrero ha scritto 121 articoli: