Recensiamo oggi al Thriller Café Il maestro del silenzio di Giulio Massobrio, appena pubblicato da Rizzoli.
A Genova, nei giorni della Conferenza Internazionale del Mediterraneo, incombe la minaccia di un attentato. A sventarlo, in un clima di tensione e paura che opprime l’Europa intera, è chiamata l’Unità Zero dei servizi italiani, capeggiata dal veterano Fosco e da Petra, la “numero due” con cui è meglio non incrociare troppo a lungo lo sguardo. La squadra si avvale di scrupolosi analisti, abilissimi hacker, infallibili operativi e soprattutto di Mimo: il trasformista dai cento volti, agente segreto condannato a vivere mille vite. Ma stavolta la trama ordita dal nemico sembra invincibile. E solo calandosi nella mente dell’avversario, l’Unità Zero potrà riuscire a neutralizzare gli intenti di morte.
L’autore costruisce una spy story vigorosa e raffinata che narra la quotidianità dei servizi di sicurezza italiani, fatta di paure e imprevisti, di vittorie e sconfitte, di gioia e dolore, di indagini e preparazione, mostrandocela dall’interno, quasi fossimo presenti anche noi lettori nella Tana, sede operativa dell’Unità Zero.
I protagonisti sono persone che intervengono quando qualsiasi altro strumento volto a contrastare la minaccia del terrorismo si rivela insufficiente, un team votato al sacrificio e alla segretezza per difendere la sicurezza nazionale, uomini e donne con sentimenti, desideri e problemi come qualsiasi altro essere umano, ma che sanno agire con concentrazione, concretezza e fattività quando il gioco si fa duro.
Una storia di pura fantasia, inventata però con sapienza, in cui si coglie una grande e approfondita ricerca da parte di Massobrio e di Daniela, sua compagna di vita e amica di penna. Ne risulta quindi una trama credibile, un congegno sofisticato e veritiero del tutto simile alla routine (se così si può definire!) dei nostri servizi segreti.
L’autore tratteggia con particolare cura le caratteristiche psicologiche dei personaggi, dipingendone dubbi e certezze, sconforto ed euforia; ci racconta la necessità di chiudere la vita privata fuori dal portone dalla Tana, le giornate senza orario, le poche ore di sonno, la reperibilità in qualunque momento. Con la stessa cura traccia il profilo dei terroristi, il loro odio verso gli infedeli, l’esultanza per un obiettivo di morte e distruzione, ma ci narra anche quella larga parte di Islam che prende le distanze dall’estremismo e dall’abominio.
Un bel romanzo che combina abilmente azione e psicologia, che alterna cambi di scena rocamboleschi e intimismo e che permette di conoscere e comprendere meglio la quotidianità delle squadre speciali deputate a prevenire e sventare le minacce di attentato.
Ti è piaciuto l'articolo? Iscriviti alla newsletter
Inserisci la tua email e riceverai comodamente tutti i nostri aggiornamenti con le novità, le anticipazioni e molto altro.