Cari amici del Thriller Café, mettetevi comodi: oggi parleremo di quello che è universalmente considerato uno dei migliori enigmi della camera chiusa, un caposaldo del genere giallo. Si tratta di Il mistero della Camera Gialla (Le mystère de la Chambre Jaune) di Gaston Leroux, pubblicato per la prima volta nel lontano 1908 in Francia e da allora mai più dimenticato e considerato “il miglior mistero mai scritto” persino da Dickson Carr. Per raccontarci ciò che accadde quel 25 ottobre 1892, Leroux usa un espediente che ritroviamo in molti romanzi anche successivi (basti pensare, per esempio, a tutte le indagini di Philo Vance di S.S. Van Dine): è l’avvocato Sainclair, amico del protagonista, a raccontarci, a distanza di quindici anni, gli eventi accaduti fra fine ottobre e inizio novembre 1892 al castello di Glandier. L’avvocato, che era presente quando questi fatti avevano luogo, ci racconta mediante i suoi ricordi, ma soprattutto servendosi della documentazione processuale e giornalistica, della parte che nella soluzione dell’enigma ebbe il suo amico Joseph Rouletabille. Ma andiamo con ordine.
“Il 25 ottobre 1892, sull’ultima edizione del Temps apparve il seguente trafiletto:
Un orrendo delitto è stato appena commesso a Glandier, ai confini della foresta di Sainte-Geneviève, sopra Épinay-sur-Orge, in casa del professor Stangerson. Questa notte, mentre il padrone di casa lavorava nel suo laboratorio, hanno tentato di assassinare la signorina Stangerson, che riposava in una camera attigua allo stesso laboratorio. I medici non rispondono della vita della signorina Stangerson.”
Ebbene, i fatti avvenuti nella notte tra il 24 e il 25 ottobre 1892 a Glandier così riportati da Le Temps, generano un’eco impressionante, fanno scalpore, soprattutto dopo il minuzioso resoconto che ne fa, già la mattina del 26 ottobre, il quotidiano Le Matin (realmente esistito). Così Joseph Josephin, diciottenne, cronista alle prime armi per il giornale L’époque, si precipita al castello e, con una prova dell’astuzia e della temerarietà che avrà modo di dimostrare grandemente in seguito, riesce, a dispetto del divieto della stampa, ad introdursi nel castello, a visionare la misteriosa Camera gialla e, grazie alle sue acute deduzioni, a rimanere ad occuparsi del mistero. Oltre a Joseph – soprannominato Rouletabille per la testa piccola e tonda come una biglia – e al suddetto amico avvocato Sainclair, al castello ci sono il professor Stangerson, esimio scienziato di fama mondiale; sua figlia Mathilde, collaboratrice del padre nonché la vittima; i domestici fra cui Compare Jacques che avrà da subito un ruolo attivo nella vicenda; il fidanzato della vittima, Monsieur Robert Darzac e il sopraggiunto capo della Sùreté parigina, il famoso ispettore Frédéric Larsan.
In sintesi, cos’è accaduto la notte del 25 ottobre? La signorina Mathilde Stangerson si è appena ritirata per la notte nella sua camera, la Camera Gialla, nel padiglione staccato dal castello che, oltre alla camera, ospita un atrio, una soffitta dove suole dormire il domestico Compare Jacques, e il laboratorio dove solitamente Mathilde e suo padre conducono i loro importanti esperimenti. È proprio qui che si trovano il professore e il servo quando, dalla camera gialla comunicante con il laboratorio, sentono provenire un grido lacerante e due colpi di pistola. “All’assassino! All’assassino, aiuto!” grida Mathilde Stangerson, ma nessuno può salvarla nell’immediato: andando a dormire, la donna si è chiusa dall’interno, ha messo il chiavistello e le imposte dell’unica finestra sono anch’esse chiuse dall’interno, come immediatamente constata Compare Jacques. Non c’è modo di entrare nella camera gialla per salvare la donna a meno di sfondare la porta. Ma la cosa più sorprendente è che… non c’è modo di uscirne. Quale stupore, dunque, quando abbattendo la porta, infine, all’interno si trova solo la signorina agonizzante sul pavimento! Le tracce dell’assassino, pure visibili, sono distanti dalla camera, discontinue, non c’è modo di capire da dove sia fuggito né come vi sia entrato. Un mistero inspiegabile che, per essere risolto dopo molte traversie, necessiterà di tutto l’acume della polizia e, soprattutto, dell’insperato ma fondamentale intervento di Joseph Rouletabille. La signorina Stangerson, intanto, non è morta e, man mano che si proseguirà nell’indagine, apparirà presto chiaro che essa stessa nasconde un segreto; non solo, è altresì chiaro che l’assassino non si darà per vinto. Sarà il sanguefreddo e l’incredibile capacità di ragionamento del giovane, geniale cronista Rouletabille che impedirà che venga incastrato un innocente, che un lestofante agisca impunito e che, dando prova di grande talento e abilità, spiegherà, finalmente, l’inspiegabile.
Rouletabille, protagonista di altri sei romanzi successivi a Il mistero della camera gialla, è un giovane giornalista-detective simpatico, irriverente, incredibilmente acuto che utilizza, per ragionare e risolvere l’enigma, una logica deduttiva a tutto tondo, non limitata ai soli segni esteriori, ma derivante da una grande capacità di mettere in relazione anche il più piccolo e insignificante dettaglio con ciò che accade intorno. Emblematiche le due frasi apparentemente inspiegabili che pronuncia davanti a due personaggi diversi del mistero e che gli aprono molte porte. Per bocca dell’irresistibile Rouletabille, anima del romanzo, Leroux depreca apertamente quegli “agenti letterari” alla Conan Doyle che si rendono servi delle prove, dei “segni sensibili” e che si fanno guidare da essi nella ricerca del colpevole. Egli afferma che prima bisogna ragionare, poi bisogna vedere se i “segni sensibili” le tracce tangibili rientrano nel “senso giusto della ragione”. Solo così si sarà certi di non aver imprigionato un innocente.
Da Il mistero della camera gialla, a dimostrazione del successo e del grande impatto che il giallo ebbe al tempo della pubblicazione, sono state realizzate innumerevoli trasposizioni cinematografiche, inclusa una miniserie televisiva.
Gaston Leroux (1868-1927), nato a Parigi, lasciò la professione di avvocato per divenire giornalista giudiziario e poi corrispondente di guerra del Matin. Conosciuto soprattutto per i brillanti romanzi polizieschi – tra cui questo Il mistero della camera gialla (1908) e Il castello nero (1916) – e per il celeberrimo Il fantasma dell’Opera (1911), è autore anche di racconti a sfondo psicologico e di opere teatrali.
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- Leroux, Gaston (Autore)