Già autore di Questo è il mio sangue, protagonista oggi al Thriller Café è Matteo Bortolotti con il suo nuovo romanzo, Il mistero della loggia perduta, opera che chissà che non apra una nuova e interessante serie nel giallo italiano.
Titolo: Il mistero della loggia perduta
Autore: Matteo Bortolotti
Editore: Felici Editore
Anno: 2012
Bologna: è la notte che precede il giorno di san Giovanni Battista.
Un anziano maggiordomo è stato ucciso nello studio di un grande palazzo di cui è custode. … Sulla scena del crimine, una mappa autografata di Giovanni Pascoli e una traccia che porta dritti al tesoro della leggendaria Loggia dei morti.
Matteo Bortolotti scrittore trentunenne bolognese, e Matteo Bortolotti scrittore trentunenne bolognese, investigatore e protagonista del suo romanzo Il mistero della loggia perduta. Insomma due Bortolotti in uno. Uno reale e uno di fiction che interagiscono fino al punto di creare l’uno il personaggio e l’altro lo scrittore. Schizofrenia? Speriamo proprio di no! E chi è il colpevole di tutto questo? Incredibile, è Loriano Macchiavelli. Sua è stata l’idea di suggerire a Bortolotti di diventare protagonista egli stesso dei propri romanzi. L’allievo cercava un consiglio, il maestro ha proposto questo, e lui l’ha messo in atto senza esitare.
Il problema, oltre all’evidente dissociazione, è che il Bortolotti del Romanzo veste male, troppo male. Malissimo. Giacca verde pisellino sopra una camicia hawaiana e, ancor più grave, il suo omonimo sembrerebbe che vada in giro vestito così.
Entrambi i Bortolotti vivono, scrivono, gigioneggiano in una Bologna contemporanea con le sue evidenti contraddizioni e con un passato misterioso e ingombrante che aleggia nell’aria o riemerge dalle viscere della città per donarci una storia gialla, colta, gustosa e bella proprio come Bologna. Una vera Bologna con le sue vie, porte, chiese e diavoletti. I suoi locali veri come il Cocoa o la pizzeria Scalinatella, e la gente reale, gli amici del vero Bortolotti, coinvolti anche loro con altri nomi (il Carne, lo Zio Morte, Godzilla) nelle indagini dello scrittore.
Una città protagonista di un giallo puro, vecchio stampo.
Io credo che Matteo Bortolotti scrittore, con il mistero della loggia perduta, abbia fatto non uno, ma ben due passi avanti nella nostra letteratura contemporanea. Innanzitutto ha rigenerato il giallo italiano donando alla sua classicità, ironia, mistero, azione, e un nuovo personaggio (se stesso) strambo e geniale come Scherlock Holmes, saputello e flemmatico come Ellery Queen, paranoico come Peirot (ognuno con le sue fissazioni, uno con i baffi l’altro con le camicie), e soprattutto impiccione come Jessica Fletcher. Insomma in una sola parola, Bortolotti scrittore ha inventato un personaggio “divertente”, anche se all’inizio è difficile entrare in empatia con tutto questo miscuglio e soprattutto c’è una sottile intolleranza alla sua aria saputella, a tratti irritante. Superato quest’empasse il Bortolotti personaggio è una macchietta molto fine e geniale al quale è impossibile non affezionarsi.
L’altro passo avanti consiste nell’uscire dallo stereotipo culturale in cui è caduto il nostro noir attuale, oramai intento ad inseguire i serial killer, smembratori di cadaveri viaggiando nei meandri di cervelli malati per iniziare ad indagare sui delitti. Per non parlare poi del genere d’importazione con i suoi miti e codici da decifrare, che Bortolotti ha ridicolizzato in commedia mescolandoli di reale normalità, fra improbabili inseguimenti che finiscono e nascono in pizzerie, o bar gustando una stomachevole bevanda lattementa al posto di un bourbon stravecchio nel bel mezzo di un intrigo internazionale.
Sotto l’aspetto tecnico, la storia è scritta molto bene. È sempre misurata, precisa e si fa leggere tutta d’un fiato. Gioca e mescola con sapienza, mistero esoterico e comicità ironica a tratti grottesca. Mette in evidenza un paziente lavoro preparatore di ricerca sulle logge massoniche, e soprattutto è un atto di amore dello scrittore a Bologna che da cupa, reale, e periferica nelle sue atmosfere descritte in Questo è il mio sangue, (romanzo di esordio nel 2005 di Bortolotti con Colorado Noir) si trasforma in dotta, misteriosa e gioviale.
Ma oramai il personaggio esiste, la città c’è e lo scrittore vive nel suo stesso personaggio; non posso quindi che aspettare le prossime storie di Matteo Bortolotti detective scanzonato e colto, arguto e irritante, simpatico, geniale… e sfortunato in amore.
La notte e l’amore. Due cose che da sempre vanno piuttosto d’accordo. La letteratura ci ha riempito di scene notturne, di teatri in cui la luce cala e simula il lucore appena percettibile delle candele. E ci sono balconi, finestre, innamorati che sospirano. Gente col nasone che parla di baci e di accarezzarsi l’anima a fior di labbra. Tranquilli, adesso arriva il morto. Godetevi il prologo, nel frattempo.
Dal libro “Il mistero della Loggia perduta” di Matteo Bortolotti.
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