K.C. Constantine è stato un mistero per l’editoria fino al 2011, quando ha finalmente svelato la sua identità: è lo pseudonimo di Carl Kosak, classe 1934, ex marine, giornalista e docente in Pennsylvania. Un autore che finalmente è possibile conoscere anche nel nostro paese grazie alla casa editrice Carbonio che ha deciso di tradurre e pubblicare i libri dedicati all’ispettore Mario Balzic. Il primo volume della serie dato alle stampe è Il mistero dell’orto di Rocksburg del 1982. Lo recensiamo oggi al Thriller Café.
A Rocksburg, Pennsylvania, sembra che non accada mai nulla. Eppure, tra le casette ordinate e linde di questa sonnolenta provincia americana, non tutto è tranquillo come appare. Lo sa bene Mario Balzic, capo della polizia, che a Rocksburg vive da sempre. Di origini italo-serbe, incline all’alcol e al turpiloquio, è un tipo burbero ma di buon cuore, che non disdegna i metodi poco ortodossi pur di ristabilire la giustizia. Stavolta deve vedersela con una sua vecchia conoscenza: la signora Frances Romanelli, allarmata dalla scomparsa del marito Jimmy, ex minatore, che negli ultimi tempi era dedito alla coltivazione di un rigoglioso campo di pomodori. E proprio intorno a quell’orto aleggia un mistero, preludio di una serie di morti sanguinose che di lì a poco sconvolgerà la cittadina.
Siamo nei primi anni ’80 in una cittadina in cui, a seguito delle politiche economiche dell’epoca che iniziano a creare vuoti di lavoro ovunque, diversi abitanti vivono di sussidi e previdenza sociale. Questa zona, un tempo cuore palpitante dell’industria americana, rappresenta ora un contesto precario nel quale non tutti riescono a reagire o reinventarsi e che non vede di buon occhio le donne che da angeli del focolare si trasformano in lavoratrici. Un quadro dove il disagio e la violenza domestica sono spesso correlati.
Questa premessa è necessaria per comprendere meglio lo stile dell’autore: il crimine sul quale indaga l’ispettore Balzic e le reazioni a catena che si verificheranno in seguito, appartengono sì al giallo classico, ma hanno soprattutto la funzione di raccontare il contorno, il tessuto sociale. Lo stesso protagonista, quando si dedica al caso, è impegnato in una trattativa sindacale sfibrante per migliorare le condizioni di impiego dei suoi agenti.
Altra peculiarità dell’autore è quella di utilizzare dialoghi poderosi prediligendoli alle parti descrittive: è attraverso le conversazioni tra i personaggi che conosceremo il loro carattere, i pensieri, l’ambientazione e la vicenda stessa.
Emerge con forza la figura di Balzic – “mezzo zingaro e mezzo latino” – passionale, un personaggio dal carattere difficile ma dal cuore d’oro, incapace di resistere alla soddisfazione emotiva che sovente lo caccia nei guai, poco abituato all’uso delle armi e amante del buon vino rosso. Profondo conoscitore dell’animo umano, sa essere tanto empatico quanto ruvido risultando genuino e umano.
La storia è dunque ricca di analisi e riflessioni, introspettiva; un romanzo curato e incisivo che apre la finestra su uno spaccato di mondo per molti versi ancora attuale. A voi scoprire cosa si cela nell’orto di Rocksburg guidati dall’appassionata traduzione di Nicola Manuppelli.
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- Constantine, K. C. (Autore)