Il 2016 inizia con un appuntamento che noi di Thriller Café consideriamo imprescindibile e imperdibile per chiunque ami il noir, il poliziesco a tinte horror e la grande letteratura in generale: sarà infatti pubblicato da Einaudi, nella collana Supercoralli, Il paese dell’alcol di Mo Yan.
Premio Nobel per la letteratura nel 2012 e ai più comunque già noto in precedenza almeno per il famoso Sorgo Rosso, Mo Yan è una delle voci più illustri, autorevoli e critiche della Cina contemporanea.
La sua narrativa è in grado di trasportarci, di volta in volta, dentro vari aspetti e problemi del suo Paese, e questa volta ciò avviene con una trama in grado di mischiare alcune meccaniche e atmosfere appartenenti ai generi letterari che preferiamo in questa sede.
All’interno delle motivazioni per le quali l’Accademia Svedese ha consegnato il Nobel a Mo Yan si legge, fra l’altro, “che con un realismo allucinatorio fonde racconti popolari, storia e contemporaneità”, e ancora una volta è proprio il realismo allucinato a veicolare una acuta critica a una società che, avendo abbracciato completamente la logica del guadagno a ogni costo, lascia ampio spazio di manovra a una corruzione pervasiva e sistematica.
In seguito ad alcune segnalazioni anonime arrivate in Procura, l’ispettore Ding Gou’er si reca a Jiuguo per una delle indagini più delicate e importanti che gli siano mai capitate. Corre infatti voce che nel paese, noto per la sua produzione di alcol, le persone più facoltose potrebbero accedere, tramite alcuni ristoranti selezionati, a della carne di neonato, considerata cibo di rara prelibatezza.
L’indagine però si presenta fin dall’inizio molto più complessa del solito e non solo per possibili intralci e coperture: dal giorno del suo arrivo a Jiuguo l’ispettore viene infatti invitato a continui banchetti e feste ufficiali, durante le quali le abbondanti dosi di alcol lo sprofondano ben presto in uno stato in cui diventa difficile distinguere fra realtà e immaginazione.
Quel che sta mangiando è il braccino di un neonato o un semplice gambo di fiore di loto modellato con grande arte dal cuoco?Sospeso in una continua nube alcolica, Ding Gou’er farà conoscenza con tutta una serie di personaggi, amichevoli o meno, manipolatori o meno, che formano una indimenticabile galleria di figure sì umane ma anche, come i sensi del protagonista, sospesi in dimensioni fantastiche quando non direttamente demoniache, il tutto fino a un finale che potrebbe portare a ben poche verità e catarsi…
Ricco di memorabili invenzioni letterarie, arricchito da una alternanza di stili e forme (fra le quali quella epistolare) e in grado di operare su vari livelli metatestuali (compresa la presenza dello stesso autore nel materiale narrato), Il paese dell’alcol è una gran satira su una nazione che sta vivendo cambiamenti tanto intensi e drammatici quanto veloci e sconvolgenti.
Satira che più diventa allucinata, dispersa e moltiplicata, più acquista in ferocia e acutezza.
Il paese dell’alcol arriverà in tutte le librerie italiane a partire dal quattro gennaio 2016 con la traduzione di Silvia Calamandrei e a cura di Maria Rita Masci, crediamo che sia una occasione unica per tutti gli appassionati del genere che siano in cerca di nuovi angoli e prospettive, non fatevela scappare.
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