Annabella è Abbondante di nome e di fatto.

Nella curiosità, nelle origini meridionali che la caricano di empatia, nella famiglia che la circonda d’amore, nella curve che la avvolgono e nella sua seconda famiglia: gli amici. Quelli che colorano le sue giornate a Pianveggio, la città in cui lavora come giudice.

In questo terzo romanzo a lei dedicato, “Il passato è una curiosa creatura“, Annabella non manca di impicciarsi in affari che non dovrebbero riguardarla, ma che evidenziano ancora una volta il suo acume investigativo.

Stavolta, però, c’è di più. Perché indaga su una persona che le sta molto a cuore: Tano Brandi, il suo amico d’infanzia, l’uomo col quale vive da anni un rapporto “indefinito”.
Un quasi fidanzato, una persona con la quale coltiva da sempre un rapporto speciale che, però, nessuno dei due vuole/può definire.

E, stavolta, il punto cruciale intorno al quale ruotano le indagini della Bellabondante riguarada proprio Tano che è sparito.
Quando Annabella scopre il cadavere di Rosalia, una donna che le somiglia e che si è presentata come “fidanzata di Tano”, capisce che la situazione è molto grave e che il suo amico potrebbe essere in pericolo. Anche perché Rosalia è vittima di un delitto che tanto ricorda le esecuzioni mafiose.
Se, poi, una caparbia quanto capace giornalista inizia a tampinarla temendo quasi che la giudice voglia inquinare le prove, la situazione è davvero delicata. Di allerta massima.

In un potente quanto affascinante slalom tra Pianveggio e Sorrento (la città d’origine di Annabella e Tano in cui lui gestisce il Bar Capatosta), la giudice si mette sulle tracce dell’uomo.

Decisa a scoprire la verità affrontando una volta per tutte i suoi sentimenti, Annabella non ha paura di (ri)scoprirsi fragile.

Il passato è una curiosa creatura”, per chi ha seguito le avventure della giudice, sembra essere il punto di svolta. Il romanzo che conduce il lettore nei pensieri più segreti della Abbondante che, finalmente, vuole e deve scontrarsi con la realtà e con le sue vicissitudini personali e sentimentali.
Chi è davvero Tano? Quali persone le stanno raccontando la verità su di lui? Perché il suo amico non è stato leale fino in fondo?

Fortunatamente Annabella è aiutata e supportata da uno strano quanto meraviglioso cocktail di personaggi: la sua famiglia sorrentina (pittoresca e matriarcale) e la sua famiglia acquisita, ovvero gli amici di Pianveggio senza i quali non potrebbe immaginare la sua esistenza (Nicola, Alice, Michele, Paolo e, soprattutto, Ferruccio Landi).
Ma anche, in queste pagine, le numerose amicizie sorrentine che ha condiviso con Tano.

La scrittura di Barbara Perna cattura il lettore, perché al mistery aggancia una vena ironica perfettamente calibrata alla storia. E poi ti trascina con maestria nelle location che si trasformano in coprotagoniste del romanzo.
Una trama ben congegnata, per nulla banale che non manca di porci davanti a un interrogativo: quanto conosciamo le persone che ci stanno accanto? La misura dell’amore è da ricercare nell’istinto di protezione che hanno nei nostri confronti?

Forse questo terzo romanzo della Perna chiude un cerchio consegnandoci una protagonista che ha sciolto tutti i nodi della sua storia personale.
La speranza è che la Abbondante abbia ancora tanto da raccontare. E ancora molte indagini in cui curiosare senza autorizzazione.
Perché è impossibile non amare lei e tutto ciò che la circonda. Soprattutto i suoi amici. Meravigliosi e insostituibili. Proprio come lei.

Recensione di Ilaria Longo.

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Libri della serie "Annabella Abbondante"

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