Recensiamo a distanza di tempo Il potere del cane, il romanzo di Don Winslow nominato agli Hammett Prize e ai Macavity e Barry Award, e giudicato da James Ellroy “il più grande romanzo sulla droga che sia mai stato scritto“.
Protagonista questa volta è Art Keller, poliziotto ambizioso e ostinato a combattere con ogni mezzo il traffico internazionale di droga. Dall’altra parte della barricata, Miguel Angel Barrera, il boss del cartello che riunisce tutti i narcos messicani, la Federación, e i nipoti, Adàn e Raùl, che sbavano al pensiero di ereditarne il potere. E poi Nora Hayden, prostituta d’alto bordo sospesa tra cinismo e inusuale senso morale; Padre Parada, sacerdote di strada, tanto potente quanto incorruttibile; Sean Callan giovane irlandese divenuto quasi casualmente un killer della mafia. Sono tutti attori del grande meccanismo del narcotraffico e coinvolti in una guerra fatta da sicari spietati e politici corrotti, mafia e servizi segreti, in una baraonda di inganni, vendette e tradimenti. Una guerra in cui non esistono innocenti, sotto l’egida del male assoluto, quello a cui una tradizione millenaria ha dato un nome tanto evocativo quanto misterioso. Il potere del cane.
Credo che l’impatto nella lettura di un libro dipenda anche da se quello che si sta leggendo è una storia inventata o basata su fatti veri, anche se romanzati. Questo cambia tutto il concetto di approccio che può avere il lettore nei confronti di un libro. In questo caso, parliamo del Sudamerica e delle persone che lo popolano, della potenza di chi lo vive, lo sfrutta, lo subisce.
I campesinos, poveri agricoltori che cercano di avere un pezzetto di terra da coltivare, i narcos, che sfruttano quella stessa terra per far coltivare la droga, i federales, lupi travestiti da agnelli, alias assassini travestiti da poliziotti. E poi la CIA, la DEA, la FARC, la UAC, tutte sigle che rappresentano uomini che in teoria dovrebbero fare fronte comune per sconfiggere il traffico di droga o per combattere le forze politiche o, invece destabilizzarle, ma in fondo non sono nient’altro che concorrenti sleali l’uno nei confronti dell’altro, amici e compagni finché l’obiettivo resta comune, ma pronti a tradire appena cambia il vento.
Winslow ci accompagna nei meandri di un paese, il Messico, dove gli aspetti politici, cristiani, umani, si mischiano e si sovrappongono, dove esistono guerre di tutti contro tutti, dove l’economia gira solo grazie alla droga e alle armi. E gli interessi sono talmente alti che non si guarda in faccia a nessuno e la corruzione impera. Tutti si possono comprare, tranne Art Keller, agente della DEA, protagonista indiscusso, che cerca in tutti i modi di smontare come un puzzle (a tratti davvero complicato da seguire… troppi personaggi!) e sconfiggere la piramide che compone il gruppo di uomini spietati e senza scrupoli che tengono il Paese in una morsa d’acciaio.
Purtroppo, dalla morte può scaturire solo altra morte e il crescendo di violenza narrato è a tratti difficile da affrontare. Troppa efferatezza, troppo realismo, perché è così che vanno le cose.
E’ talmente palpabile la realtà, che fa sembrare le nostre Mafia, ‘ndrangheta e Sacra Corona Unita, una combriccola di bambinoni e mi fa quasi gridare alla “Americanata”, come quei film d’azione dove ogni 2 minuti scoppia una bomba o si mitraglia tutto ciò che si muove.
Sono assolutamente convinta che, proprio per questi motivi, “Il potere del cane” potrebbe tranquillamente essere trasformato in film, sicuramente con incassi stratosferici. Ma rimarrebbe, a mio avviso, una “Americanata”.
Fino a qui, sembra quasi che il libro non mi sia piaciuto, ma è esattamente il contrario, per motivazioni diverse. Winslow è un abile scrittore, lo è talmente che per tutte e 714 pagine del libro riesce a tenere le fila della storia, senza avere un attimo di cedimento sugli intrecci complicati che si formano e si disfano, sulla delinazione dei personaggi, sulla capacità di lasciare la giusta suspence e la giusta tensione emotiva, tutti aspetti che rendono il libro di una scorrevolezza incredibile, (nonostante il ricorrente leit motiv di morti ammazzati, smembrati, trucidati) e quando si arriva alla fine… rimane solo una domanda: “Ma come, è già finito?”.
Piccola spiegazione sul titolo: “El poder del perro” è come i campesinos definiscono l’insieme di tutte le forze del male che esistono nel mondo, che sono causa di tutte le disgrazie. E’ il Male stesso, l’entità oscura che fa parte di questa Terra e che bisogna combattere tutti i giorni… ma siamo sicuri che non ne verremo coinvolti noi stessi? E’ talmente invisibile e strisciante, che te ne accorgi solo quando ti ha travolto. E indietro non si torna più…
Il potere del cane, di Don Winslow: acquistalo su Amazon!
Ti è piaciuto l'articolo? Iscriviti alla newsletter
Inserisci la tua email e riceverai comodamente tutti i nostri aggiornamenti con le novità, le anticipazioni e molto altro.