Era un bel po’ di tempo che non uscivano romanzi di John Katzenbach, qui in Italia, e oggi finalmente recensiamo Il professore, edito da Fazi. Dopo L’analista, erano passati 5 anni per avere La storia di un pazzo e altri 4 per questo nuovo thriller psicologico. Certo, Katzenbach non è un autore molto prolifico e la grande distanza temporale con cui i suoi romanzi vengono pubblicati fa scordare ai lettori quanto il precedente sia piaciuto o meno davvero, però quasi sempre ripaga l’attesa con buone storie. Come in questo caso…
Titolo: Il professore
Autore: John Katzenbach
Editore: Fazi
Traduttore: Manuela Francescon
Trama in sintesi:
New England. In una piccola città universitaria il professore di psicologia Adrian Thomas, da poco in pensione e vedovo da tre anni, ha appena saputo di essere affetto da una rara forma di demenza degenerativa. L’unica via di scampo all’inesorabile decadimento che lo attende sembra il suicidio. Con la morte nel cuore il professore vaga per il quartiere, lo sguardo perso nella luce del tramonto, quando nota una ragazza di sedici anni, i capelli biondo scuro, jeans e un vecchio parka logoro, che gli cammina accanto con passo svelto. Di colpo, da dietro l’angolo compare un furgone con una donna al volante e un uomo al suo fianco. Il veicolo frena, si ferma per un istante e riparte di nuovo: la ragazza è sparita. Adrian è spaventato. È stata solo un’allucinazione dovuta alla malattia o è appena stato testimone dì un rapimento? Ma il cappellino da baseball rosa della giovane è lì, sul marciapiede. E il senso di colpa per non essere intervenuto inizia a tormentarlo. La malattia gli consentirà di fare ciò che è giusto? Sarà in grado di ragionare con la lucidità necessaria per seguire le tracce della ragazza scomparsa?
Quante volte vi è capitato di pensare alla sfuggevolezza della vita? E che il tempo a nostra disposizione è limitato? Pensate se un giorno vi venisse detto che presto i vostri ricordi cesseranno di esistere, che il vostro cervello resettterà ogni immagine, ogni sapore, odore che avete sentito e percepito o anche solo immaginato nel corso della vostra vita. È il caso di Adrian Thomas, professore in pensione cui viene diagnosticata una demenza degenerativa che lo porterà ad essere un guscio vuoto senza più ricordi del proprio passato. Lo shock rimane sulla superficie perché il professore è un uomo che ha già perso tanto, il figlio, il fratello e la moglie e che conosce cosa sia la sofferenza e la solitudine. Cosa rimane a Thomas se non i suoi ricordi? Ma presto un destino nefasto gli toglierà anche quell’ultima scheggia di passato, l’unica che lo tiene ancorato alla realtà.
Il romanzo è un thriller originale perché la trama giallista tarda a presentare il suo conto con i lettori, la capacità di Katzenbach è quella di appassionare ad un vissuto nel quale ci si può riscoprire nei sentimenti e nelle sensazioni provate. Il passaggio di una trama dal narrato ordinario lascia poi il passo a un thriller psicologico, forse dovuto al retaggio culturale personale dell’autore, (una madre psicanalista), che si dipanerà attraverso un indizio quasi superfluo, un cappellino di baseball rosa lasciato sull’asfalto al seguito di uno stridore di gomme. A che cosa ha assistito il professore? Quello che ha visto è solo frutto della malattia? Eppure quel cappellino è reale, lo può toccare. Che fine ha fatto la ragazza che lo indossava?
Una lettura originale che riesce a intrigare, sconvolgere ma che conferisce al romanzo una veste nuova, perché con “Il professore” edito dalla Fazi Editore, non si è dinanzi al solito thriller fumoso, gretto di introspezione e analitico fino a sfiorare la maniacalità, ma istintivo e pragmatico nel quale un personaggio comune come un professore universitario, si trova proiettato in un’indagine accurata. Le nuove tecnologie portano non solo a vivere in maniera diversa il nostro quotidiano, ma a trovarci di fronte a problematiche ed esigenze sempre più complesse, ecco perché nascono perversioni e tendenze che di lecito hanno ben poco ma con cui le forze dell’ordine devo fare i conti. Chi aiuterà il professore nella sua indagine personale? Non la polizia, neppure un uomo dettato all’ordine e alle norme ma la sua antitesi, Wolfe, un criminale che ha dimestichezza con l’ambiente, che sa dove cercare carne fresca e usarla per le proprie perversioni. Ecco che l’antagonista per eccellenza diviene una parte importante della vicenda de “Il professore”, contribuendo a discapito del proprio ruolo, a dipanare il complicato caso della giovane scomparsa. Non mancheranno le voci dei ricordi di Thomas che tenterà nella propria follia di trovare una guida in grado di indicargli la strada, ma che al tempo stesso gli ricorderà che il tempo a sua disposizione sta per finire. Non sarà lasciato al caso neanche l’importante contributo che giocheranno i sentimenti, che pur allontanando a volte a causa di incomprensioni familiari, tornano eccezionalmente ad essere fondamentali per l’esistenza dei protagonisti. Un romanzo consigliato per chi ama una lettura stuzzicante dai retroscena inquietanti, per chi ama il detto che la speranza è l’ultima a morire.
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