Il re di denari di Sandrone Dazieri è l’ultimo volume della trilogia che ha per protagonisti il vicequestore Colomba Caselli e il geniale quanto eccentrico cacciatore di persone scomparse Dante Torre. Le complesse e appassionanti vicende che hanno avuto inizio con “Uccidi il padre” e si sono sviluppate ne “L’Angelo” trovano compimento e risoluzione in questo potente thriller in cui riconosciamo Dazieri al suo meglio.
All’inizio della storia ritroviamo Colomba tra le colline delle Marche mentre a fatica cerca di suturare le ferite del corpo e della mente subite durante il devastante attentato di Venezia con cui si era chiuso “L’Angelo”. Colomba da oltre un anno ha lasciato la Polizia e piange in solitudine la scomparsa di Dante, rapito dal finto poliziotto Leo Bonaccorso. Ma la sua sofferta quiete è destinata ad essere di breve durata: dopo un’intensa nevicata notturna l’ex poliziotta scopre nella rimessa un ragazzone seminudo, impaurito e sporco di sangue che mostra i chiari segni dell’autismo. Tommy, questo è il nome del giovane, è l’unico scampato a una strage famigliare di cui presto diventa il principale sospettato. Il mistero che circonda Tommy non riguarda soltanto il brutale assassinio della sua famiglia: una serie di attitudini e comportamenti fanno intuire a Colomba il suo legame con il Padre, il criminale che tenne sequestrato per oltre un decennio Dante Torre ed altri bambini per condurre crudeli esperimenti sul comportamento umano. Seguendo quel filo sottile e indagando sulla strage della famiglia di Tommy, Colomba comincerà un percorso che la porterà sulle tracce di Dante e poi di nuovo su quelle del pericoloso Bonaccorso, in un concitato crescendo in cui la scoperta del passato di Dante e di un presente intessuto di trappole e complotti si susseguono ritmati da spiazzanti colpi di scena. Sino alla scoperta dell’ultimo e più terribile avversario: il re di denari.
Dentro una trama complessa e articolata in cui ritroviamo molti dei personaggi presenti nei primi due romanzi della trilogia, fra cui giganteggia il micidiale assassino soprannominato il “Tedesco”, si dispiega pienamente la non comune abilità di Dazieri nella gestione di vicende costellate da un gran numero di personaggi collaterali oltre che la sua peculiare originalità nella costruzione delle scene d’azione. Ancora una volta fra i suoi personaggi più riusciti vi sono individui caratterizzati da processi mentali ed emotivi che li collocano oltre la soglia della presunta normalità, a ulteriore dimostrazioni che al talento letterario Dazieri associa una sensibilità umana che gli consente di trattare con misura ed efficacia anche i temi più delicati.
Recensione di Alberto Odone.
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