Il bancone del nostro amato Thriller Café ospita quest’oggi il secondo episodio delle inchieste del giornalista fiorentino Carlo Alberto Marchi, protagonista scaturito dalle abilissime mani dell’autore, anch’egli giornalista, Gigi Paoli.
Dopo il successo de “Il rumore della pioggia”, nel 2017 Gigi Paoli torna nelle librerie con il secondo capitolo dei suoi romanzi gialli, dal titolo “Il respiro delle anime”, sempre edito da Giunti.
E, se nel primo romanzo sfondo della vicenda era la pioggia incessante, in questa nuova avventura dovremo vedercela con il caldo asfissiante dell’estate fiorentina.
È proprio Firenze che osserviamo in ogni scritto del Paoli: una Firenze con più ombre di quelle che il turista si aspetterebbe, una Firenze vera, cruda, in cui la vita fa a cazzotti con la morte. Una Firenze d’arte, per la vita e per la morte. “Perché Firenze, la luminosa Firenze, era anche la città dei cimiteri belli e vivi, musei a cielo aperto di arte nata dalla morte e per la morte. Per andare oltre la morte”.
In questa cornice ritroviamo il beniamino del primo romanzo, il giornalista di cronaca giudiziaria del Nuovo Giornale di Firenze, Carlo Alberto Marchi.
Per i tanti amici che hanno letto “Il rumore della pioggia”, Carlo Alberto Marchi rappresenta un’immagine che è difficile dimenticare, rimane stretta nella memoria, senza sapere perché.
Quarantenne, separato, con figlia undicenne a carico. E con un lavoro che non conosce orari, ritmi, stanchezza o giorni feriali. Tutti i giorni Carlo deve districarsi nel traffico della sua vita, tra la figlia giovanissima che non perde occasione per fargli pesare le sue continue assenze, e la redazione del suo giornale, ma soprattutto…le quotidiane visite al suo vero luogo di lavoro: Gotham.
È proprio così che Carlo ama chiamare il nuovo Palazzo di Giustizia di Firenze, per le sue brutte guglie, vetrate e torri in stile post-moderno. È lì che si reca ogni giorno per scovare notizie, chiacchierare con gli amici avvocati o magistrati, sempre alla ricerca di quel dettaglio detto sottovoce o della sentenza che si aspettava da tempo.
Ed è sempre lì, a pochi metri da Gotham, che una notte un ciclista viene investito da un’auto pirata che fa perdere le sue tracce. Un caso di omicidio stradale non dovrebbe interessare particolarmente un cronista della giudiziaria, ma per tutta una serie di combinazioni Carlo inizia ad indagare su quello che si rivela essere un caso davvero intricato. Le indagini, lungi dal proseguire in modo semplice e lineare, inaspettatamente portano ad indagare più sulla vittima che sul suo assassino, perché dietro quella morte c’è molto altro da scoprire. In una Firenze inquieta e inquietante, nella calura di luglio, Marchi si troverà suo malgrado, spinto dalla sua innata curiosità, a dare una mano agli inquirenti per sbrogliare quella matassa intricata al cui capo c’è un omicidio stradale, ma che si dipana in ville con finestre murate, iPhone d’oro, multinazionali e boss della malavita dell’est. Il tutto, cercando di tenere a basa la figlia ribelle in fase di crescita e una fidanzata che fidanzata ancora non è.
Un romanzo ben scritto, costellato da piccoli e grandi colpi di scena, dettagli, indizi, che il lettore si divertirà a scoprire e collezionare, alla ricerca di un colpevole ma, prima ancora, della verità, quella che si può scrivere ma soprattutto quella che non si può scrivere e rimane nascosta nei cassetti della mente.
Gigi Paoli si conferma un ottimo autore, una penna da tenere sempre d’occhio in ogni sua nuova uscita, perché consapevoli che quelle nuove pagine regaleranno, come in questo caso, una nuova bella emozione ai lettori.
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- Paoli, Gigi (Autore)