Il rito del fuoco è il quinto romanzo dello statunitense John Hart (Durham, 1965), ora pubblicato in Italia da Nutrimenti. Non è solo un thriller sapientemente costruito, ricco di tensione e pathos, ma è anche un apologo morale sull’iniziazione di un giovane alla vita, attraverso un’ ostinata quanto disperata ricerca della verità. In una piccola città nel North Carolina, il tredicenne John Merrimon è cresciuto troppo in fretta: da un anno è scomparsa la sua sorellina gemella Alissa che, nonostante le accanite ricerche, non è stata più ritrovata né viva né morta. Questa tragedia ha dissolto la sua famiglia: il padre è come impazzito ed è andato via, troncando ogni rapporto con moglie e figlio. La madre, caduta in preda ad antidepressivi e droghe, si trascina in una sorta di sonnambulismo, soggiogata da un nuovo compagno egoista e violento. John vive in casa con la madre ma è di fatto abbandonato a se stesso e ha dovuto imparare a cavarsela da solo. E’ brillante negli studi, anche se spesso non va a scuola; si prepara da mangiare da sé; va in giro con la macchina della madre senza avere la patente. Ma in realtà ogni suo pensiero ed ogni energia vanno in un’unica direzione: scoprire cosa è successo ad Alissa. Ormai da tempo, almeno ufficialmente, la polizia ha archiviato il caso. Ma John non si arrende: passa le sue notti girando per la cittadina e i dintorni, perlustrando fiumi e boschi, spiando in case e garage, anche a costo di rimediare minacce e denunce dai cittadini importunati, incurante di essere considerato dalla gente un ragazzo fuori di testa. Una fama che John si è guadagnato anche per la sua devozione al “Rito del fuoco”, un’antica pratica religiosa dei nativi americani: l’accensione di un falò nel quale ardere speciali arbusti e piume d’aquila per acquisire conoscenza e sapienza.
La svolta arriva in una piovosa mattina di primavera. Mentre davanti alla scuola cittadina viene nuovamente rapita un bambina, Tiffany, a John, occupato a vagabondare lungo il fiume, succede per caso di assistere, non visto, ad un omicidio e di raccogliere le ultime parole della vittima moribonda: L’ho trovata. La ragazza che è stata rapita. John è sicuro si riferiscano a sua sorella. Ma quando rivelerà l’accaduto, tutti saranno certi che l’uomo parlava di Tiffany. Tutti, tranne il detective Clyde Hunter, il poliziotto che a suo tempo più di chiunque altro si era impegnato nella ricerca di Alissa e che non è mai riuscito ad accettare il proprio fallimento. Sentendosi responsabile verso John e conoscendo le sue difficili condizioni di “orfano di fatto”, ha sempre cercato di occuparsene, ma il ragazzo ha caparbiamente respinto le sue offerte di aiuto, perché la sua fiducia negli adulti, soprattutto dopo l’abbandono da parte del padre, è ormai a zero.
La nuova traccia però cambia le cose, John ed Hunter finiscono, in qualche modo, per formare squadra, e mettersi sulle tracce degli “orchi” che hanno rapito prima Alissa, poi Tiffany. Dovranno mettere in gioco le loro stesse vite. Arriveranno alla verità?
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