Un thriller psicologico trascinante, che nella parte finale diventa travolgente: leggere “Il ritorno di Rachel Price” non è solo emozione, ma umanità, sentimenti, profondità e tensione che si prova sulla pelle.
Holly Jackson con la sua storia esplora il mondo della famiglia, quella dimensione così chiusa che è conosciuta solo dai membri che la vivono, e forse a fondo nemmeno da loro. Ci sono i segreti, piccoli e grandi; ci sono le cose che coinvolgono i parenti di sangue e quelle dei parenti acquisiti; ci sono i misteri dei genitori e dei figli. Unione, felicità, buoni sentimenti, che possono schermare manipolazioni, cattiverie, magari anche crimini.
Rachel Price è scomparsa da sedici anni, lasciando sua figlia Bel, di due anni, sul sedile posteriore della macchina, in una stradina secondaria. È fuggita? È stata rapita? Uccisa? Non si sa. Il mistero non è mai stato risolto e Bel è cresciuta con il padre, prima accusato dell’omicidio della moglie e poi assolto, gli zii e la cugina, il nonno che dopo due ictus non ricorda nulla e di lui si occupa un badante. Bel era piccolissima, non ha mai potuto apportare indizi su quanto è accaduto alla madre, ma l’esperienza l’ha segnata. Non si siede mai sui sedili posteriori delle auto e tende a essere sgradevole con le persone, per allontanarle prima che, inevitabilmente, se ne vadano loro, lasciandola di nuovo sola. Bel ha un solo punto di riferimento nella vita, il padre, colui che c’è sempre, che non se ne va, che non mente. Tutto precipita quanto una troupe decide di girare un documentario sulla scomparsa di Rachel Price e, un giorno, Rachel Price torna. Sporca, ferita, confusa, ma è lei. I media impazziscono, la troupe cambia il titolo del documentario, dalla scomparsa al ritorno e, in questo mondo impazzito non c’è gioia per il ritorno, ma diffidenza, rancore e voglia di verità. Bel non crede al racconto della madre, ci sono piccole incongruenze che le fanno credere che la donna menta, e decide di indagare. Non sa che la sua indagine farà ben di più che svelare delle bugie, perché la verità cambierà tutto, anche la famiglia.
Questo è il primo romanzo di Holly Jackson che leggo e, devo proprio dirlo, me ne sono innamorata. Scritto benissimo, in maniera scorrevole e con un ritmo in crescendo, nonostante la narrazione sia in terza persona, riusciamo a conoscere, comprendere e sentire vicina Bel come se fosse lei stessa la voce narrante. Il lettore si trova al fianco della protagonista, scoprendo le cose con lei, dandole ragione, poi torto, di nuovo ragione, vivendo la trama di maniera immersiva.
Colpisce la costruzione dei personaggi, che come le cipolle, hanno diversi strati e si scoprono pian piano. Ci sono mille maschere in campo, ogni figura ne indossa una e quando si sgretolano, si rompono e cadono, i giudizi espressi devono cambiare e adeguarsi a ciò che emerge.
Bel è sicuramente il personaggio con il quale si entra in contatto di più, sfaccettata e complessa, è la protagonista ed è resa in modo superbo. Non è necessario trovarla simpatica, non lo è per molti capitoli, ma si capisce perfettamente perché si comporta in modo scostante, spiacevole. Con umiltà bisogna ammettere che il suo comportamento è genuino, credibile, logico per come la storia si evolve a partire dai retroscena.
Il mistero è sicuramente quello che è accaduto a Rachel, la ricerca della verità, ma nel romanzo c’è molto su cui riflettere, che va oltre il rapporto tra i genitori e genitori e figli. Holly Jackson parla di violenza domestica, non di botte e insulti, ma quella più sottile, subdola, psicologica, che fa sentire sbagliati, inetti, incapaci di affrontare le sfide quotidiane. Una violenza che si infiltra piano piano, che ricostruisce eventi e ricordi, una manipolazione fatta così bene che chi ne è vittima non la riconosce.
Anche i dialoghi sono ben costruiti e colpisce come i gesti e le azioni, contraddicano le parole, perché è vero: con la bocca si può mentire, ma con il corpo no.
Tante le sorprese e i colpi di scena, l’indagine messa in campo da Bel, con l’aiuto di un membro della troupe, dà vita a un’alleanza improbabile ma fondamentale nel cammino di cambiamento che affronta la protagonista. Il romanzo conta più di cinquecento pagine, dove non ci si annoia mai, anzi è uno di quei libri che non si vorrebbe finire per quanto prende. Tra i capitoli i personaggi evolvono, fanno un loro cammino personale unico e importante, che può essere spaventoso e terribile o dolce e commovente.
“Il ritorno di Rachel Price” è perfetto per gli adulti, ma anche per i ragazzi, vista l’età delle figure principali, con Bel e i suoi diciotto anni, la cugina Carter di quindici e il giovane Ash, che aiuterà Bel, sulla ventina. Anzi, per via dell’argomento della manipolazione psicologica, lo trovo indicato per le giovani donne, perché possano imparare, mediante la lettura, cosa sono i comportamenti manipolatori, l’aggressione e i raggiri verbali, per riuscire a uscire in tempo da una relazione potenzialmente pericolosa.
“Il ritorno di Rachel Price” è un thriller psicologico con un messaggio formativo importante e un finale di luce, dopo tante ombre.
Holly Jackson (Buckingham, 1992), ha iniziato a scrivere giovanissima, a quindici anni. Il primo libro della serie “Come uccidono le brave ragazze” è stato pubblicato in Italia nel 2021 da Rizzoli, è stato trasformato in una serie Netflix e ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il grande successo commerciale.
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