Siete invitati in esclusiva all’inaugurazione di Le Sommet, un hotel pentastellato all’avanguardia arroccato in cima alle Alpi svizzere di Crans-Montana, a oltre duemila metri di altitudine, e costruito sulle rovine dello storico sanatorio della città. L’edificio, abbandonato per decenni, ha ospitato pazienti affetti da tubercolosi prima che l’avvento degli antibiotici imponesse un ripensamento radicale della struttura. A occuparsi del progetto rivoluzionario di ristrutturazione, e ricostruzione, è stato l’architetto Daniel Lemaitre (che verrà trovato morto in circostanze raccapriccianti). Oggi, l’albergo è gestito dai due fratelli Caron, Lucas e Cécile.

Nonostante la veste rinnovata (ampie vetrate panoramiche, linee morbide e minimaliste, Spa di ultima generazione, lusso ovunque) l’ombra del sanatorio, coi suoi indicibili segreti, incombe potente. Quasi fosse un personaggio a sé stante; un secondo, e torbido, protagonista della storia. Non capita tutti i giorni di soggiornare in una location che presenta, come parte integrante dell’arredamento, scheletri scorticati di vecchie sedie a rotelle, maschere antigas, teche con esposti dispositivi medici usati nel sanatorio per la respirazione. E non capita tutti i giorni che l’odore marcio del passato e quello della malattia siano tanto resistenti, e insolenti, da ammorbare anche l’aria montana più tersa.

Il Sanatorio” racconta di una vacanza che si trasforma nel peggiore degli incubi per Elin Warner, detective della polizia britannica. Vulnerabile e vessata da attacchi di panico, la donna si è presa un’aspettativa dal lavoro per un caso difficile a cui ha lavorato: la cattura di un criminale, quasi finita in tragedia. Ma non è solo questo a tormentarla. Elin si trascina dietro, dalla tenera età, una grave vicenda familiare che l’ha segnata psicologicamente: l’annegamento del fratellino Sam. Il caso è stato archiviato e bollato come morte accidentale. Ma lei, a questa versione, non c’ha mai creduto.

Lo ricorda bene quel giorno nella piscina: il piccolo Sam, otto anni appena, lei e suo fratello Isaac. Gli schiamazzi, gli spruzzi d’acqua, le bracciate. L’allegria. Poi, le è bastato assentarsi un attimo e… la tragedia. Nella testa di Elin c’è un solo responsabile della morte di Sam: Isaac. C’è da capire quanto.
Quando il fratello la invita alla festa di fidanzamento con Laure Strehl, seppur riluttante la Warner accetta. Il suo fine non è riallacciare i rapporti, compromessi, con l’enigmatico fratello ma fare chiarezza sulla morte del piccolo Sam. E l’unica persona in grado di fornirgliela è Isaac.

La storia inizia col suo arrivo a Le Sommet, mentre infuria una tempesta di neve violentissima, accompagnata dal fidanzato Will Riley. Elin si sente nervosa, fuori posto. Quell’hotel isolato la inquieta, come se percepisse qualcosa che ribolle sotto le fondamenta. Qualcosa che preme per tornare alla luce.
L’indomani dall’arrivo avviene il fattaccio: Laure, la promessa sposa di Isaac, scompare senza lasciare tracce. Verrà trovata morta qualche ora più tardi, orrendamente mutilata. Prima Sam, adesso Laure. La mente di Elin confeziona un’inquietante verità: suo fratello Isaac è un assassino.

Intanto una valanga di proporzioni bibliche si abbatte su Le Sommet isolandolo dal mondo esterno. A causa dei forti venti, la Polizia non può intervenire per prestare soccorso, nemmeno in elicottero, e il panico inizia a diffondersi tra gli ospiti. Solo poche persone riescono a mettersi al sicuro e a evacuare l’edificio. Elin e Will, Isaac, i due gestori Lucas e Cécile, qualche membro dello staff restano prigionieri del claustrofobico hotel.

Ma non sono i soli. Una losca figura in nero con una maschera grottesca sulla faccia, simile a quelle usate nel sanatorio per la respirazione, è in cerca di vittime da immolare alla sua sete di vendetta. Elin dovrà usare tutte le sue capacità investigative per smascherare, e fermare, il pazzo omicida. Prima che sia troppo tardi.

Un esordio impeccabile sulle scene del mystery, quello di Sarah Pearse che con “Il sanatorio” tesse un seducente thriller dai risvolti horror/gotici denso di misteri e colpi di scena, impossibili da prevedere. Che si disvelano (e si disgelano) con studiata lentezza, rendendo la lettura vibrante e appassionante. La Pearse calibra la scrittura con una sapienza da professionista e dimostra di possedere un grande equilibrio narrativo e una gestione impeccabile, e intelligente, del ritmo, le pause narrative, gli intrecci, i depistaggi.
La rivista People lo ha definito uno: “Shining con il tutto esaurito”, forse con un eccesso di sensazionalismo. L’hotel di lusso isolato e l’ambientazione glaciale, che trovo di grande atmosfera, in parte ricordano l’Overlook di Stephen King. Il Sanatorio, però, non sconfina mai nel folle/ sovrannaturale. Ogni delitto consumato è un atto premeditato, razionale. Calcolato.

La scelta dell’autrice, a mio avviso azzeccata, di ambientare la storia in un vecchio sanatorio (invece che nei soliti manicomi e ospedali) conferisce quel tocco di originalità al thriller, già di per sé molto buono. Prima di lei, solo Thomas Mann con La montagna incantata l’aveva fatto.

Mi viene da pensare, visto il favoloso debutto narrativo della Pearse, se la comune provenienza dal Devon, di cui era originaria anche una certa Agatha Christie, così tanto per dire, non l’abbia influenzata in qualche modo. Chissà.

Thriller consigliatissimo. Da avere nella libreria.

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Il sanatorio
  • Editore: Newton Compton Editori
  • Autore: Sarah Pearse , Laura Miccoli

Articolo protocollato da Manuela Maccanti

Manuela Maccanti vive a Fucecchio, in provincia di Firenze. Nata nel 1977, è laureata in Lingue e letterature straniere e ha un passato da giornalista per Il Tirreno. Dopo aver frequentato laboratori di scrittura creativa, nel 2021 si iscrive alla scuola Saper Scrivere e diventa editor e correttore di bozze. Finalista in vari concorsi letterari nazionali e pubblicata su antologie di poesie e racconti (Silvio Ulivelli Edizioni, Raffaelli Editore, Delos Books, Writers Magazine Italia, Algra Editore), nel 2021 esce il suo primo romanzo, "Lo stoppino e la candela", Capponi Editore. Appassionata di arte, di Hitchcock, della mente umana e del mistero in tutte le sue sfaccettature (gialli, thriller, noir) nel 2023 pubblica il suo primo thriller psicologico, "Cella numero ventitré", edito da Sette Chiavi (finalista al "Garfagnana in Giallo" 2024 e menzione speciale per il miglior protagonista). La sua frase preferita è: «Un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso».

Manuela Maccanti ha scritto 11 articoli: