Se mi venisse chiesto di descrivere in dettaglio il mese di Dicembre, mi verrebbe istintivo pensare al freddo, agli addobbi natalizi, alle distese interminabili di boschi innevati, in cui il tempo sembra essersi fermato.
Il parallelismo sorge spontaneo, leggendo il titolo di questo romanzo di Corrado Peli. Un giallo in piena regola, perfetto per il periodo di Natale, dove l’investigazione illumina zone d’ombra e un passato dimenticato, tornato a pretendere giustizia.
Il maresciallo Morra si muove come un gran signore nella piccola Roccacupa, un paesino sugli Appennini tosco-emiliani. Conosce tutti coloro che ivi abitano, gestisce vizi, piccoli crimini comuni e chiude persino un occhio, o tutti e due, per un giro di prostituzione.
Ora che Natale è vicino, non vuole essere disturbato, però. Eppure un ragazzo scompare: è il figlio di una sua vecchia conoscenza, si sente in debito di aiutarla. Quando viene ritrovato cadavere, capisce che la quiete delle feste è ormai persa ed che sarà meglio mettersi al lavoro.
Sarà l’arrivo del tenente Sandra Pianigiani a sconvolgere, in tutti i sensi, la vita di Morra e della piccola Roccacupa, svelandone i segreti sepolti sotto l’abbondante neve caduta durante la notte della vigilia.
Corrado Peli è l’autore di questo romanzo che colpisce fortemente il lettore per via della sapiente maestria con cui riesce a legarlo alla vita di questo paesino, intimo, capace di indagare sui piccoli segreti che ognuno di noi si porta dietro ogni giorno.
Ci si addentra così in un luogo remoto, in cui fuggire dal rumore della città, dove le vicende si snodano e si intrecciano. Roccacupa è un paesino descritto ferocemente: un luogo inospitale, dove si vede poco il sole per via delle montagne che lo contornano, dove i turisti sono sporadici, malgrado le piste turistiche che offre.
È qui che si muove il maresciallo Morra, un uomo duro a prima vista, che ha saputo venire a patti con la criminalità del paesino, in cui si muove come un monarca assoluto. Non teme nessuno, sono gli altri a dovergli rispetto, e non si cura più della propria coscienza, accantonata in un angolo molti anni prima.
L’evento che scuoterà l’immobilità di Roccacupa e dei suoi abitanti sarà la scomparsa di questo ragazzo e il ritrovamento del suo cadavere.
Una scena orribile, ma in realtà una metafora potente di come tutti coloro che abitano in questo paesino si siano lasciati andare a un sonno immutabile, senza via d’uscita. Compiono tutti i giorni gli stessi gesti, respirano sempre la stessa aria, vivendo una non-vita.
Il Tenente Sandra Pianigiani, chiamata a risolvere il caso di due morti apparentemente legate, giungerà a Roccacupa per mettere in luce i suoi sporchi segreti. E questo inevitabilmente porterà ad uno scontro con Morra, un animo corrotto quanto più distante possibile dalla luce sfolgorante di Sandra, l’ultimo baluardo della giustizia ad entrare nel suo territorio.
Quello che si apprezza maggiormente di questo romanzo è la capacità con cui l’autore riesce a descrivere i luoghi e i personaggi, fondendoli a una realtà inaccessibile, remota, tuttavia vicina a quella che viviamo tutti i giorni.
Corrado Peli riesce a tratteggiare ogni personaggio nelle sue debolezze umane, facendocelo apparire vicino: primo fra tutti, il maresciallo Morra. Morra è un uomo che, avete capito, essere meschino, “corrotto” e votato ad una propria idea di giustizia.
È fuori dallo stereotipo comune dei poliziotti presenti nei romanzi gialli, eppure, malgrado il marciume, è apprezzabile poiché l’autore riesce a raccordarlo alla rete di bugie e segreti presente nel paesino di Roccacupa. Lo fa sembrare una sorta di re capriccioso, ma egli lo è diventato solo perché sa che le relazioni umani si basano da sempre su patti, strette di mano e compromessi.
A marcare ancora di più queste sue peculiarità è Sandra Pianigiani, con le sue idee rigorose, perfette. Una dicotomia bene-male, potremmo dire, che funziona e permette al romanzo di avere la propria dose di dramma.
Non da ultimo sono le atmosfere che Peli riesce a raccontare, le quali fanno ad ossatura al libro: leggendolo, vi sembrerà di essere davvero a Roccacupa, fra le sue viuzze, all’ombra degli Appennini. Respirerete assieme a Morra l’aria stagnante, camminerete al suo fianco, imprecherete con lui pagina dopo pagina.
Una lettura (sotto l’albero) consigliatissima!
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