A distanza di due anni dal primo capitolo della trilogia dedicata a Neron Vukcic, ecco che Bollati Boringhieri pubblica Il sesto Faraone di Hans Tuzzi, offrendoci quindi una nuova avventura di questo agente segreto asburgico.
Avevamo lasciato infatti Vukcic alle prese, ne Il Trio dell’arciduca, con insidie e intrighi nella Sarajevo del giugno 1914 e ora lo ritroviamo alle prese con ambienti e anni ben diversi, visto che il teatro dell’azione è Alessandria nell’aprile del 1921.
Il ciclo di Neron Vukcic offre ad Hans Tuzzi un’ottima occasione per variare la sua produzione, alternando così alla serie del commissario Melis una serie di vicende riguardanti altro periodo e nazioni ben diverse.
Rimane intatta, in entrambi i casi, la passione dell’autore per la Storia, la sua cura certosina nella raccolta dati e nella ricostruzione di ambienti e avvenimenti che fanno da sfondo alle avventure dei suoi personaggi.
Neron Vukcic ha in più, rispetto a Melis, il valore del continuo gioco che Tuzzi conduce con il lettore appassionato di gialli. Ma di questo gioco e di come esso venga condotto dall’autore parleremo dopo avervi riportato la trama de Il sesto Faraone.
Aprile 1921. Neron Vukcic, ormai ex agente segreto dell’impero asburgico, ha perso praticamente tutto a causa della Grande Guerra: non ha né patria né lavoro e i soldi cominciano a scarseggiare. Ecco quindi che la corpulenta spia accetta con piacere e interesse una proposta di lavoro tanto inattesa quanto tempestiva.
Taamar Margulies, un facoltoso commerciante di spezie che Neron aveva conosciuto a Costantinopoli nel 1914, vorrebbe affidare a Vukcic una indagine da compiersi ad Alessandria d’Egitto. Il mercante teme infatti che Aaron Peres, suo genero e a capo della filiale alessandrina della sua attività, stia da tempo falsificando i conti per prelevare importanti somme di denaro.Il timore di Margulies è che Aaron stia dirottando quei fondi ai Giovani Turchi che si stanno ribellando al Sultano. Vukcic accetta l’incarico e si ritrova quindi in una delle più belle città del mondo, un luogo dove si incontrano razze, culture ed epoche diverse, una metropoli che seduce chiunque la visiti e in grado di riservare infinite meraviglie.
E Alessandria d’Egitto sta vivendo un periodo di intensi cambiamenti: la fine della guerra ha portato nuove mode da Oltreoceano e il Paese sopporta sempre di meno la dominazione inglese. Neron comincia a indagare su Aaron Peres ma ben presto si trova costretto dal corso degli eventi a cambiare la sua missione: dopo una cena tenutasi a villa Peres in onore di due importanti archeologi viene trovato, nel giardino della magione, il cadavere di un antiquario greco, molto conosciuto anche per la sua fama di usuraio.
Il caso sembra di facile risoluzione, visto che accanto al cadavere giace svenuta la moglie di Aaron, con una pistola in mano. Ecco quindi che Taamar Margulies chiederà a Neron di scagionare la figlia e trovare il colpevole prima che sia troppo tardi.
Tornando in chiusura sul gioco che Hans Tuzzi conduce in questa trilogia, proviamo anche noi a spiegarvelo con una domanda, una sorta di quiz per giallisti.
Quale famoso investigatore, proprio come Neron Vukcic, è nato in Montenegro il 17 aprile 1893, è cresciuto presso la famiglia del cugino, ha una taglia forte, ama le orchidee e la buona tavola?
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- Tuzzi, Hans (Autore)