Il talento di Mr. Ripley svelato dal Thriller Cafè: riapriamo i battenti ospitando oggi un personaggio che non poteva non trovare un angolino in questo locale. Non credete comunque a tutto quello che vi dirà, se ci scambiate qualche parola: Tom Ripley è un incredibile bugiardo, ma a parte questo, qualche omicidio e la quasi totale mancanza di sensi di colpa, è un bravo ragazzo…
Titolo: Il talento di Mr. Ripley
Autore: Patricia Highsmith
Editore: Bompiani
Anno di pubblicazione: 2001
EAN: 9788845248665
Pagine: 295
Prezzo: € 8,20
Trama in sintesi:
Tom Ripley, in viaggio dalla natia Boston in Italia, si invaghisce della personalità e del modo di vivere di Dickie, un giovane uomo conosciuto per caso. Quando Dickie si ribella alle profferte di amicizia di Ripley, questi non esita ad ucciderlo e a prendere la sua identità. E’ l’inizio di una catena di omicidi, di fronte ai quali Tom Ripley, con il sangue freddo e l’amoralità che lo contraddistinguono, non arretrerà mai.
(Dalla scheda su IBS)
Come spesso accade, i film non rendono giustizia ai libri, ma per fortuna qui parliamo di belle e fruscianti pagine di carta e che in copertina ci sia la faccia occhialuta di Matt Damon ve lo scorderete dopo poche righe, credetemi. Pur snodandosi lungo un percorso piuttosto semplice dal punto di vista della scaletta, il romanzo di Patricia Highsmith è sicuramente uno dei capisaldi della suspense psicologica, un classico da cui non si può prescindere e un punto di riferimento per quanti volessero imparare cosa significa costruire un personaggio forte. Quello di Tom Ripley, infatti, è un one-man show che non stanca mai, neanche quando sembra accadere ben poco, soprattutto all’inizio. Arrivato in Italia per convincere Dickie Greenleaf a tornare a casa, ma affascinato dalla personalità del ragazzo e soprattutto dalle sue possibilità economiche, Tom a un certo punto si rende conto che sarebbe meraviglioso prenderne il posto. E, senza starci tanto a pensare, lo ammazza, naturalmente. Molte pagine prima di arrivare a un cadavere, molte davvero, eppure fino a questo punto la storia si è mossa tra fatti che solo apparentemente sono secondari e non indispensabili: essi invece, filtrati dal punto di vista del protagonista, sono in realtà essenziali per delinearne la personalità e far in modo che la sua immorale scelta di colpo diventi logica, quasi giusta. Dall’omicidio in avanti, il Tom in versione Dickie mette poi in piedi un enorme castello di menzogne che con la loro traballante fragilità lo tengono sempre in bilico sull’orlo del baratro, e quando un nuovo delitto lo costringerà a rientrare nei propri soliti panni, il nostro Ripley si renderà conto che in fondo questi non gli stanno tanto stretti, se hanno le tasche riempite di soldi…
Nonostante più di cinquant’anni di vita, un romanzo di quelli che invecchiano bene e che vale sempre la pena di leggere, parola di barman (che al contrario di Ripley, vi dice sempre la verità, no?)…
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