La mia recensione de Le notti senza sonno, primo romanzo di Cerone con la UACV- Unità di Analisi del Crimine Violento della Questura di Milano – si era chiusa con un benaugurale “Aspettiamo il prossimo romanzo, Gian Andrea”. E lui è stato di parola e a distanza di meno di un anno ci regala una storia a seguito. I protagonisti sono sempre Mandelli e Casalegno, due colleghi, due amici con un rapporto prossimo alla filiazione, e accanto a loro ci sono ancora Marica Ambrosio – pur sconvolta per aver ucciso, ma pronta a riprendere l’esercizio del suo dovere – e Gabriella Donati, la fresca agente coi capelli color carota. C’è ancora l’ex hacker Samuele Mac Zilli e il questore Pinducciu, con la sua faccia scolpita in un nuraghe.
Stavolta la squadra è impegnata a cercare l’autore di un omicidio drammaturgico, ove la vittima è stata inchiodata al mogano della sua libreria come un raro uccello antropomorfo, con la testa riversa e quasi masticata. Si tratta di un nobile molto ricco e solitario, uno studioso di pratiche esoteriche, che vive con pochi servitori in una villa isolata. Da principio, però, Antonio Casalegno è solo a dirigere le indagini: Mario Mandelli si è preso un periodo sabbatico e frequenta l’università Cattolica per un corso di specializzazione in scienze storiche che sono la sua passione … e quella di Cerone, come ho scoperto intervistandolo a Risolto Giallo.
Va da sé che il richiamo della sirena (si potrebbe alludere proprio a quella della pantera di servizio) ad un dato momento si fa più forte del legittimo desiderio di prendersi una pausa culturale e persino dell’impacciato ma piacevole relazionarsi con giovani e bellissime studentesse: Mandelli torna operativo, dapprima solo impegnato in una indagine parallela e clandestina, poi a pieno titolo.
La storia galoppa e nitrisce, come di costume per l’autore, che stavolta arriva persino a togliere un giorno ai suoi personaggi, che risolveranno il caso in sei quando ne avevano avuti sette nell’episodio precedente. Sono giornate concitate, tra personaggi nuovi (Caterina dei Cas si unisce alla squadra e ben presto sostituisce quella Sileri che possiede un vero Renato Birolli appeso alla parete), personaggi affascinanti e sordidi, psichiatri da vip e giovani dannati, virgulte studiose e compagne di corso ormai marce di droga e prostituzione. Una vicenda degna di un feuilleton, vivacizzata da scene pulp e continui rovesci di trama, più volte ribaltata da colpi di scena sempre più fitti che lasciano il lettore senza fiato soprattutto nelle ultime cento pagine.
L’irrequietezza di Mandelli corrisponde acusticamente alla colonna sonora di questa vicenda, picchiettata dalla pioggia, costante, continua, come in Cent’anni di solitudine, e da un silenzio punitivo, impartito come castigo come ne La casa degli spiriti. Anche se il paragone è del tutto arbitrario, l’atmosfera di questo romanzo a tratti riecheggia anche le note magiche dei testi che ho richiamato, ma resta un thriller abitato da politici enfant prodige, figli ripudiati, libri esoterici e poliziotti che lavorano come vie di mezzo tra spazzini e notai e servizi segreti che passano alla fine a nettare tutto come un’impresa di pulizie.
Gian Andrea, gigante sorridente dagli occhi blu, come ci salutiamo stavolta? Io ti ho inseguito e ti ho trovato. E lo so che ne stai scrivendo un altro. Quindi ci vediamo al terzo romanzo, non mancarmi.
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Articolo protocollato da Alessia Sorgato
Libri della serie "Commissario Mandelli"
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