Da poco uscito per E/O, recensiamo oggi al Thriller Café Trinacria park, nuovo libro di Massimo Maugeri (qui un’intervista realizzata nel 2011).
Titolo: Trinacria park
Autore: Massimo Maugeri
Editore: Edizioni e/o (Collezione Sabot/age)
Anno: 2013
Due anni fa restai piacevolmente colpito dalla lettura di “Viaggio all’alba del millennio” del catanese Massimo Maugeri e da allora ho iniziato a seguire il suo Letteratitudine.it, con grande interesse. Appena ho saputo della sua ultima fatica letteraria “Trinacria park“, sono andato subito ad acquistarla senza sapere nulla della sua trama, e poi la pubblicazione nella Sabot/age delle edizioni e/o mi ha garantito ad occhi chiusi la buona qualità del libro.
Devo subito dire che fin dall’inizio ho capito di leggere una cosa buona e alla fine ho concluso con l’incrollabile convinzione di aver letto una cosa Veramente buona. Questo godimento è stato amplificato dal fatto di non sapere nulla della sua trama, quindi per assicurarvi il mio stesso piacere non dirò niente in tal senso, invitandovi a comprare il libro al buio ed a resistere alla tentazione di leggere la quarta di copertina.
Detto questo fare una recensione senza riferimenti ai fatti del libro è un compito molto arduo, ma l’opera di Maugeri merita uno sforzo anche da parte mia che traduco in una forma di grande rispetto verso l’autore.
La prima impressione che ho avuto leggendo il Trinacria park è stata quella di avere a che fare con un autore profondamente rinnovato sia nel linguaggio che nel concepimento della stessa struttura fantastica dell’opera, e fin dalle prime pagine ho subito apprezzato l’originalità sottile e sofisticata dal retrogusto storico letterario con la quale Massimo Maugeri esprime contenuti di natura universale sviscerando un odio profondo contro la menzogna. Questo è, infatti, e soprattutto, un romanzo contro la menzogna, dove nulla è ciò che sembra. Frase fatta che ritroviamo spesso come manifesto programmatico della collezione Sabot/age, ma l’autore siciliano fa molto di più, obbliga chi legge a riflettere su questo difetto umano elevandolo a fenomeno assoluto indossato da ognuno senza immunità alcuna, perché nessuno è esente dalla menzogna. Elevare questa debolezza ad imperfezione principe dell’uomo contemporaneo, conferisce al lavoro di Maugeri, il connotato di quella conoscenza della realtà, che solo i grandi narratori portano dentro di sé e questo pensiero è impresso dallo scrittore nel mondo dei caratteri, con un romanzo visionario e metaforico, ma al contempo lucido, spietato, attuale e soprattutto ricco d’allegorie e narrazioni fantastiche da sfuggire a qualsiasi catalogazione letteraria.
L’allegoria epidemica è uno schiaffo all’uomo moderno e richiama alla mente il piacere di conoscenze storico-letterararie sepolte, ma sempre attuali; Camus con la sua peste, e prima di lui il Manzoni dei Promessi sposi, continuando a ritroso fino a Defoe, Boccaccio, Tucidide. L’angoscia del contagio, del morbo in se stesso, è determinante nel mettere in risalto la fragilità dell’essere umano menzognero e prevaricatore su tutti, ma non sulla natura. Natura, che da sempre governa quel minuscolo bipede che crede di dominarla e che nel romanzo di Maugeri alla fine ritorna prepotente e purificatrice ad affermare il suo dominio sull’irrimediabilità dei destini umani, fluttuanti nell’aria e rappresentati da un cappello nero ricorrente fin dall’inizio e che alla fine piroetta nell’oscurità. Una natura forte, immensa, dominatrice che si vendica con semplicità dell’uomo, mettendo in risalto la sua fragile e impotente menzogna.
E poi c’è l’amore sconfinato dell’autore per la sua terra: la Sicilia e si respira Sicilia ovunque con tutte le sue contraddizioni e i suoi paradossi. La sua storia, i suoi miti e le sue miserie. La cucina, il sole, l’Etna. Isola bella, bellissima. Isola da amare, odiare, maledire. Isola isolata. Doppiamente. Suggestioni, profumi, sapori, ricordi e menzogne. Come quelle da sempre recitate da una classe politica corrotta e da giornalisti venduti al soldo di un padrone, da compaesani più o meno influenti, tutti abili a nascondere la verità al popolo, dietro un abile marketing che altro non è se non un cumulo di falsità.
I piani narrativi sfalsati che corrono paralleli per tutta l’opera, incrociano i destini dei singoli personaggi soltanto alla fine del romanzo, rendendoli protagonisti ognuno di una grande costruzione che dà origine a un potente romanzo corale, curato in ogni particolare e teso abilmente verso un finale visionario, pieno di mistero e thriller, dove si mescolano generi letterari diversi che sfuggono alla catalogazione dell’opera che è e rimane bella, originale e a tratti degna di un lirismo da antologia. “Metti che…” con il suo ossessivo ripetersi per pagine intere è una prosa così bella, intensa e struggente che da sola vale la lettura del libro di Massimo Maugeri.
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