Il violino di Mussolini (Una storia grossomodo d’amore) di Mario Baudino edito da Bompiani è il libro che recensiamo oggi al Thriller Café.
In un paesino montano del Piemonte Occidentale troviamo la cartolibreria Coraggi, detta anche Pio Convento, specializzata in ricerca e ritrovamenti di libri rari e sconosciuti, dove il capo Duccio Tancredi organizza il lavoro e festeggia a brindisi di barolo chinato tra una coccola e l’altra al gatto Monsignore.
Oltre al Capo e al gatto, la squadra di librai è composta da: Demostene – detto Demi, fido braccio destro e Io narrante del romanzo, Matteo – alpino che dopo un’esperienza in Afghanistan torna ad occuparsi di letteratura fuggendo ogni tanto sui monti in cerca di aria pura, Gegia – maestra di sci con laurea in papirologia, il professor Calafava – ex preside liceale ed insigne grecista, il generale Salviotti ed il farmacista Malerba.
Dopo le avventure de “Lo sguardo della farfalla” tutto scorre tranquillo per il Pio Convento e la primavera sta facendo capolino per rasserenare gli animi ma, a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, un avvocato e una triste e bellissima signora fanno visita alla Coraggi con la stessa, stranissima richiesta: ritrovare un libro che racconta del violino di Mussolini e di una versione diversa della sua morte.
“Veda, ingegnere, le indicazioni che mi ha dato attraverso il suo emissario, quell’avvocato dall’aria spiccia che è arrivato tempo fa in libreria e non sembrava molto interessato ai nostri piccoli tesori, ma solo agli affari, sono molto vaghe; è un po’ come chiedere quel libro con la copertina rossa che abbiamo visto in televisione qualche giorno fa ma non ricordiamo in quale trasmissione. Accade, beninteso. Non certo a lei, che è di sicuro un intenditore; sto facendo un esempio a caso.”
Il libro viene ritrovato quasi immediatamente, ad un mercatino dell’usato, e questa facilità fa sorgere non pochi dubbi sull’autenticità dello stesso, sulla casa editrice e sull’autore che, pare, abbia scritto e stampato la sua opera in gran segreto nell’anno 1946, a ridosso quindi degli avvenimenti descritti.
In questo “introvabile” libro, intitolato “La catastrofe del Duce, ovvero una musica d’addio“, si racconta che Mussolini non sia stato ucciso dai partigiani a Dongo e poi portato ed esposto in Piazzale Loreto ma sarebbe invece stato ucciso nella camera di una villa a Giulino di Mezzegra, da un soldato inglese che lo crivellò di colpi di mitragliatrice mentre suonava il violino in attesa del suo inevitabile destino.
Il compito dei nostri bibliofili investigatori sarà quello di capire come mai tutti vogliono improvvisamente questo libro: sia l’avvocato per conto di un famoso collezionista, sia Beatrice, la triste signora che dice di rischiare la vita se non lo troverà, sia bande di uomini non proprio raccomandabili che iniziano a seguire e spiare i membri del Pio Convento che, tra una conversazione letteraria, un caffè in una storica bottega e scorribande notturne arriveranno a capire chi veramente si cela ed è al vertice di questa catena di eventi.
Questo non è un romanzo storico, ha alcune caratteristiche del genere giallo/thriller e gioca con le strutture di entrambi dando vita a un originale giallo comico/grottesco che fa sorridere con intelligenza di alcuni avvenimenti della politica e della storia presente.
L’autore è Mario Baudino, nato del 1952 a Chiusa di Pesio (Cuneo), giornalista di La Stampa, saggista, poeta e romanziere nonché organizzatore di vari eventi letterari.
Recensione di Elena Rossi.
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