L’incipit di oggi è quello di un romanzo ottimamente ambientato tra i criminali della Londra ottocentesca: “La grande rapina al treno”, di Micheal Crichton, da cui è stato tratto l’omonimo film. Un caper dal gusto “diverso”, che davvero non potete non leggere.
A quaranta minuti da Londra, il treno del mattino della South Eastern Railway raggiunse la velocità massima, ottantasei chilometri all’ora, percorrendo i verdi campi ondulati e i ciliegeti del Kent. Sulla locomotiva verniciata di un blu intenso, si poteva vedere ritto in piedi il macchinista in divisa rossa, senza la protezione di una cabina o di un parabrezza, e il fuochista accovacciato ai suoi piedi che gettava palate di carbone nella caldaia rosseggiante. Dietro la sbuffante locomotiva e il tender c’erano tre carrozze gialle di prima classe, sette vagoni verdi di seconda e infine un grigio bagagliaio senza finestrini.
Mentre il treno sferragliava sui binari verso la costa, la porta scorrevole del bagagliaio si aprì, rivelando all’interno una lotta disperata. Era una competizione impari: uno snello giovanotto vestito di cenci si buttava contro una massiccia guardia ferroviaria in divisa blu. Il giovane, pure essendo più debole, se la cavò brillantemente, mettendo a segno un paio di colpi efficaci sul suo corpulento avversario. Solo per caso la guardia, ormai ridotta in ginocchio, riuscì a buttarsi avanti in modo da cogliere il giovane alla sprovvista e da scaraventarlo giù dal treno attraverso la porta aperta, facendolo ruzzolare e rotolare al suolo come una bambola di stracci.
La grande rapina al treno, di Micheal Crichton: acquistalo su Amazon!
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