Stamattina, al primo post di una qualche utilità (?), mi sono chiesto con che cosa aprire le attività del Thriller Cafè: un classico? un best-seller? una novità? un libro poco conosciuto? Ero abbastanza indeciso. Alla fine mi sono detto: “Partiamo con l’ultimo letto”, che tra l’altro è un gran bel romanzo, e l’ultimo letto è stato Incontro a Daunanda, di Giancarlo Narciso, e quindi di questo parlo…
Titolo: Incontro a Daunanda
Autore: Giancarlo Narciso
Editore: Dario Flaccovio
Anno di pubblicazione: 2006
ISBN: 9788877586827
Pagine: 367
Prezzo: € 14,50
Trama in sintesi:
Che da quella donna dovesse stare alla larga, Rodolfo l’aveva intuito fin dal primo momento. Troppo bella, tanto per cominciare. Troppo portata a mettersi nei guai. E quando la bella scompare, a lui, che dopo anni di separazione si è ricongiunto con l’amico José Luis, non resta che partire alla ricerca della donzella in pericolo. Ma nell’isola di Lombok, dove anche gli incubi sembrano sdoppiarsi in un gioco di specchi, la ricerca diventa una pericolosa partita a scacchi, in cui nulla è ciò che sembra.
(tratta dalla scheda su Ibs)
Prima di parlare del libro, un chiarimento immediato: se leggete sperando di capire cosa o dove diavolo sia Daunanda resterete delusi: non ve lo dico, se volete saperlo comprate il libro.
E ora veniamo al romanzo… Incontro a Daunanda è la terza fatica di Narciso con protagonista Rodolfo Capitani, dopo Le zanzare di Zanzibar e Singapore Sling (con cui l’autore ha vinto il prestigioso Premio Tedeschi nel ’98). Non avendo letto i due volumi precedenti non posso fare confronti, ma se sono come questo direi che finora mi sono perso parecchio, e tra l’altro non sarà neanche semplice rimediare, dato che il secondo capitolo non è facilmente reperibile. Comunque, si sarà capito, davvero m’è venuta voglia di leggere qualcos’altro di Narciso, anche più di quanto in parte mi aspettassi. Pur essendomi infatti accostato alla lettura bendisposto, invogliato anche dalla vittoria riportata dal romanzo allo Scerbanenco 2006 (forse il miglior viatico possibile per un italiano), proprio non pensavo che questo libro riuscisse a prendermi tanto. Ma che non avrei potuto staccarmi facilmente dalle pagine l’ho capito piuttosto presto, o meglio, l’ho capito dopo la prima ora volata come niente fosse, mentre lo stomaco protestava per la fame e la voglia di fregarsene e restare a Lombok era tanta. Due giorni contati, tanto è durata poi la mia escursione in Indonesia, e quando ne sono tornato è stato un po’ come rientrare da un viaggio vero, con quel bagaglio di rammarico che sempre ti prende quando lasci un posto che ti piace e che sai di non aver conosciuto abbastanza. E sì, perché il libro di Narciso ti trasporta lontano, ti fa evadere e ci riesce con estrema facilità, forte di scrittura semplice ma incisiva, di una location che più esotica e accattivante non si può e di un personaggio che cattura subito le simpatie del lettore. In particolare, forse è proprio Rodolfo l’arma in più. Cinico quanto necessario, Capitani è un uomo disincantato, un fuggitivo dal mondo occidentale alla ricerca di una pacificazione interiore che neanche un paradiso orientale può dargli fino in fondo, perché di paradisi al mondo non ce ne sono, da nessuna parte. Non interi, almeno: al massimo degli spicchi. Il proprio, forse, non lo troverà nemmeno a Daunanda: Rodolfo lo sa, però ha lo stesso voglia di cercarlo ancora e tentare una nuova avventura. Dico, come si fa a non essergli solidali? E poi, siamo onesti, un po’ d’avventura la vorremmo tutti, e trovarsela comodamente in un libro piuttosto che andarserne in giro per giungle e cose simili è più facile e rilassante, oltre che più sicuro.
Considerando tutto ciò, sembra quasi che la trama non conti molto, e in effetti potrebbe anche essere così: pure con un plot non eccelso, il libro resterebbe lo stesso interessante. Per chi avrà la fortuna di leggerlo, però, sarà evidente come l’intreccio sia all’altezza del resto. E’ una prova convincente in tutto, quella di Narciso: “Incontro a Daunanda” è un libro che secondo me merita di essere letto, e che spero farà bella mostra di sé nelle vostre biblioteche. Complimenti all’autore e alla Dario Flaccovio che l’ha pubblicato, spero di ritrovarlo presto in libreria con una nuova opera.
Quanto a noi, l’appuntamento è a lunedì: clienti o non clienti, il Thriller Cafè di domenica resta chiuso…
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