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Nuova segnalazione oggi al Thriller Café: vi parliamo di Influencer, nuovo romanzo di Federico Bonati edito da Affiori.
Siamo a Pellizzano, piccolo comune della Val di Sole, provincia di Trento. Loriano Zaccari, giornalista dell’«Eco di Trento», è appena tornato dalle ferie in Romagna e ad accoglierlo arriva un delitto. Per il quale chiaramente anche il vicequestore Clara Neccini deve rivedere i suoi piani di vacanze a Ischia. In Val di Rabbi è stato ritrovato il cadavere di Ludovica Zortea, ex reginetta di bellezza e ora influencer.
Zaccari e Neccini si trovano di nuovo fianco a fianco a investigare. Poco alla volta si addentreranno in una vicenda di manipolatori, violenza e follia. Una storia in cui tutti si troveranno a fare i conti con i propri demoni: quelli interiori, quelli del passato e quelli che non si ha il coraggio di guardare in volto.
Questa la trama in breve; per aiutarvi ad approfondire “Influencer” abbiamo chiesto due domande all’autore e vi lasciamo a seguire un estratto.
Due domande all’autore
Com’è nato questo libro?
Nasce come naturale evoluzione de “L’occhio del falco“, in cui di fatto ho presentato il giornalista (suo malgrado) investigatore Loriano Zaccari e il vicequestore Clara Neccini nel panorama del giallo e del noir italiano. La risposta positiva che ho ricevuto mi ha spinto a lavorare su “Influencer“. Era una storia che già avevo scritto (in un cloud inaccessibile ho altre storie di Loriano Zaccari, ride ndr – ma neanche troppo – ) ma ho voluto dare un risvolto più oscuro a certi personaggi. Ho lavorato molto sul concetto di influenzamento e manipolazione per creare questo romanzo. Se con “L’occhio del falco” chi l’ha letto cercava una soluzione all’enigma, qui c’è la forte possibilità che possa iniziare a spaventarsi. Soprattutto alla luce di certi atteggiamenti che, ci si renderà conto, vediamo ogni giorno.
Qual è la cosa che i lettori potrebbero apprezzare maggiormente nel romanzo?
Spero che si affezionino sempre di più a Loriano Zaccari. E che siano curiosi, perché non è finita qua.
Estratto
Non mi sono mai chiesta se facesse male morire; non ho mai avuto motivo di farmi questa domanda. Quando sei giovane e sprizzi vita da tutti i pori, pensare alla morte è una perdita di tempo. Eppure io alla morte ci ho pensato, tante volte. Soprattutto a quella di mia madre. Ma non c’è mai stata una sola volta in cui mi sia chiesta se morire fosse doloroso. Avrei dovuto? Forse. Perlomeno sarei stata preparata a quello che è accaduto quel giorno. Il giorno in cui sono morta. Il destino, o chi per lui, ha deciso che il mio ultimo passaggio su questa terra sarebbe stato un incubo. Eppure ricordo che quel pomeriggio ero felice ed euforica. Percepivo uno stato di benessere più intenso, il verde dei boschi e della valle sembrava più nitido e acceso, uno smeraldo luminoso che mi pareva quasi di poter toccare. Poi è arrivato un calore piacevole a pervadermi il corpo, come se ogni angolo di me desiderasse far sapere che non era mai stato meglio prima di quel momento. Il calore, però, è diventato rapidamente un prurito insopportabile, in bocca mi sembrava di avere una di quelle colle liquide che si usano a scuola durante le ore di educazione artistica. Le gambe hanno smesso di reggermi, ho cominciato a barcollare e solo in quell’istante, nel caos che si stava generando dentro di me, ho percepito nettamente che la sostanza che avevo preso aveva cominciato a fare effetto più del dovuto. Non doveva andare così. Ma, a conti fatti, è stato quasi un bene. Sono caduta a terra. Pochi istanti dopo ho sentito due mani forti e robuste che mi alzavano di peso da sotto le ascelle, afferrandomi con una forza che aveva un non so che di feroce. Ho alzato lo sguardo e ho riconosciuto quel volto. Volevo urlare ma dalla gola non è uscito nulla. Il panico mi ha reso muta, il terrore mi ha prosciugato ogni forza. E lì è stato come quando, durante i temporali, tolgono la luce.
Federico Bonati
Federico Bonati (Suzzara, 1988) fa il giornalista (TrentoToday e Today) e lo scrittore. Ha pubblicato “Pelle” (Augh! Edizioni, 2022), “Post” (Alise Editore, 2023) e “L’occhio del falco” (Affiori, 2024). Con “L’occhio del falco” ha vinto il Premio Miglior Ambientazione al Giallo Festival 2023 ed è stato tra i finalisti di Giallo Trasimeno 2024. Nel 2025 ha pubblicato “Influencer. La seconda indagine di Loriano Zaccari” (Affiori). È tra gli autori dell’antologia “365 Gialli, thriller e noir” di Delos Digital.
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