Intervista a Chris CarterAutore de La legge del dolore, ospitiamo oggi al Thriller Café Chris Carter. Parliamo della sua serie su Robert Hunter, del primo romanzo (di 6, attualmente), da poco uscito in Italia, di scrittura e letture thriller.
Godetevi la chiacchierata.

[D]: Ciao Chris, benvenuto al Thriller Café. La prima domanda è molto semplice: chi è Chris Carter come persona e come scrittore?
[R]: Grazie mille, è un piacere fare quest’intervista.
Be’, suppongo di poter dire che ci sono due lati di me. Come Chris Carter lo scrittore, sono molto motivato. Amo quello che faccio. Amo creare storie e personaggi. Amo la ricerca che compio per tutti i miei romanzi. Come scrittore sono anche molto disciplinato. Seguo una pianificazione di lavoro da cui devio molto raramente. Ma tutto questo accade durante la settimana, perché nei weekend viene fuori un Chris Carter differente. Faccio del mio meglio per separare i weekend dal lavoro. Lascio da parte le mie storie, assieme ai miei pensieri a riguardo, a casa, e mi diverto uscendo con i miei amici.

[D]: Diventare uno scrittore: è sempre stato un obiettivo per te o hai realizzato che volevi scrivere in qualche particolare momento della tua vita?
[R]: La verità è che non ho mai pensato di scrivere un libro. Non ho mai pensato a una carriera da scrittore né a storie che volevo scrivere.
Un giorno, di colpo, diversi anni dopo che avevo lasciato la mia professione di Psicologo del comportamento criminale, pensai alla trama per una storia folle – non un thriller. Lo raccontai alla mia fidanzata, una mattina, e mi disse – ‘Sai cosa? Dovresti scrivere un libro. E’ una buona idea‘ Così risposi – ‘Sai cosa? Lo farò.‘ e così scrissi il primo capitolo di questa pazza storia che avevo in mente. Una volta che arrivai alla fine del primo capitolo, pensai – ‘E’ una sciocchezza. Se devo impegnarmi a scrivere un libro, dovrei almeno scrivere il tipo di storia che mi piace leggere – thriller.‘ Pensai anche al mio background in psicologia del comportamento criminale: avrei potuto probabilmente inventare qualcosa di interessante per un thriller psicologico. Così decisi di scrivere anche il primo capitolo di un romanzo crime (non avevo una trama, scrissi solo un capitolo che pensavo sarebbe stato un buon inizio per un thriller).
Una settimana dopo diedi entrambi gli incipit alla mia ragazza affinché li leggesse e mi desse la sua sincera opinione. Anche se i thriller non sono il suo genere, mi disse – ‘Devo ammettere che il crime è più interessante dell’altro.‘ E fu così, la decisione era presa: sarebbe stato un thriller. Mi presi quindi un po’ di tempo per ideare la storia, che poi divenne The Crucifix Killer (La legge del dolore).

[D]: Com’è iniziata la serie di Robert Hunter ed era già una serie quando hai scritto il primo libro, nelle tue idee?
[R]: Casualmente, ho risposto a come è nata la serie nella domanda precedente. Avevo solo l’idea per una storia, e la scrissi. Ma è una buona domanda perché la risposta alla seconda parte è “no”. The Crucifix Killer doveva essere un romanzo senza seguito. Fu il mio agente Darley Anderson che mi suggerì l’idea di una serie. Gli piacque il manoscritto, ma non pensava che il finale funzionasse a dovere e mi chiese di cambiarlo. Mi chiese anche se avessi mai pensato a fare di Robert Hunter un personaggio seriale. Gli dissi che non era la mia idea iniziale, e mi suuggerì di pensarci per due motivi: – 1: Credeva che Robert Hunter fosse un personaggio abbastanza forte da diventare protagonista di una serie. 2: Mi assicurò che gli editori preferivano le serie ai romanzi singoli. Non avevo esperienza di pubblicazioni (e ancora non ne ho) e mi fido della sua opinione quando si tratta di cose relative alla scrittura. Quindi tornai a casa e modificai il romanzo per farne il primo di una serie.

[D]: Quando Robert si è evoluto lungo la serie, secondo te? Pensi che – come persona – sia diventato migliore in alcuni aspetti e peggiore in altri?
[R]: Secondo me, Robert Hunter è cresciuto molto lungo i sei libri della serie. Credo che ogni lettore, se legge i libri in sequenza, possa notare questo sviluppo. Mi piace pensare che fosse già una persona decente all’inizio, ma lungo i sei romanzi sia diventato più carismatico. E’ anche l’impressione che ho dalle email e dai post su Facebook che ricevo dai lettori.

[D]: Tu e Robert siete simili in qualche aspetto?
[R]: Penso che tutti i protagonisti di qualsiasi autore abbiamo in loro un minimo della personalità di quest’ultimo. Tutti i personaggi, ma soprattutto il protagonista. Ci sono diversi aspetti della vita di Hunter simili alla mia. E anche diverse somiglianze nelle nostre personalità.

[D]: La legge del dolore è il tuo primo romanzo tradotto in Italia, mentre per ora ne sono usciti cinque. Anche i successivi saranno tradotti qui da noi, per quanto tu ne sappia?
[R]: I diritti vengono acquistati libro per libro, quindi non lo so mai con certezza. So però che l’editore italiano (Nord, ndr) ha acquistato i primi due libri della serie – The Crucifix killer e The Executioner (La legge del dolore) – quindi questi saranno pubblicati in Italia. Non ti so dire quando. Si spera che se i libri vanno bene, l’editore italiano acquisterà anche il resto della serie.

[D]: Perché i lettori potrebbero apprezzarlo? C’è qualcosa che potrebbero trovare difficile da accettare?
[R]: E’ una domanda impossibile da rispondere. Siamo tutti diversi e ci piacciono cose diverse per motivi diversi. E’ come chiedere “perché a tuo fratello piace la polpa di granchio e a te no'” Spero davvero che ai lettori piacerà, e che tutti i libri saranno ben accolti in Italia come è stato negli altri Paesi. Di nuovo, se c’è qualcosa che i lettori possono trovare difficile da accettare dipende da loro, dalle loro menti e le loro esperienze di vita.

[D]: One by One è il tuo romanzo più recente. Cosa ci puoi dire a riguardo?
[R]: One By One ha a che fare con la follia della realtà televisiva, di quanto la gente ne sia ossessionata nel mondo, ma specialmente negli Stati Uniti, e di un serial killer che decide di diffondere i suoi omicidi in diretta su Internet. Penso che mi fermerò qui per non svelare troppo.

[D]: Le tue storie si possono leggere senza aver letto le precedenti, o c’è una forte correlazione tra gli episodi ed è meglio procedere in ordine?
[R]: Sì. Le storie sono completamente independenti. Ci sono molti fan che hanno iniziato con libro 2, o 3, o 4, e anche 5, e hanno poi deciso di comprare l’intera serie. Raccomando di leggerli in ordine semplicemente perché così il lettore può notare l’evoluzione del personaggio, ma le storie sono completamente autonome.

[D]: Sei già al lavoro sul sesto episodio?
[R]: Il sesto romanzo e finito ed editato per il mercato britannico. Potrebbero esserci delle revisioni per quello americano, ma il libro è fatto. Inizierò il settimo volume a febbraio.

[D]: Un suggerimento per aspiranti scrittori. Un suggerimento per lettori appassionati.
[R]: Per gli scrittori: non smettete mai di provarci.
Ai lettori: non smettete mai di leggere.

[D]: Se vuoi dire qualcosa, questo è il momento…
[R]: Godetevi la vita. Vivete mentre siete vivi. Ricordate, la vita è fatta per viverla.

[D]: Vuoi salutare i lettori di Thriller Café (e tuoi)?
[R]: Sì, mi piacerebbe ringraziare molto ognuno di voi per il tempo che avete dedicato a leggere questa intervista, e spero il libro. E’ un piacere essere pubblicato in Italia. Grazie per sostenere non solo me ma tutti gli scrittori e i siti come Thriller Café. Siete la ragione per cui facciamo ciò che facciamo.

[D]: Grazie per aver accettato l’invito, Chris: è stato un piacere ospitarti.
[R]: Il piacere è stato mio: grazie per avermi invitato.

(E’ disponibile anche una versione in inglese di questa intervista a Chris Carter su ThrillerBooksJournal.com).

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Articolo protocollato da Giuseppe Pastore

Da sempre lettore accanito, Giuseppe Pastore si diletta anche a scrivere e ha pubblicato alcuni racconti su antologie e riviste e ottenuto vittorie e piazzamenti in numerosi concorsi letterari. E' autore (assieme a S. Valbonesi) del saggio "In due si uccide meglio", dedicato ai serial killer in coppia. Dal 2008 gestisce il ThrillerCafé, il locale virtuale dedicato al thriller più noto del web.

Giuseppe Pastore ha scritto 1638 articoli: