Dan WellsQui al Thriller Café oggi abbiamo il piacere di intervistare (primi in Italia) Dan Wells, autore di Io non sono un serial killer, romanzo da poco uscito per i tipi di Fazi. In attesa della recensione che potrete leggere sulle nostre pagine la settimana prossima, ecco chi è Dan e di cosa parlano i suoi libri…

[D]: Ciao Dan, benvenuto al Thriller Café. Sei alla prima apparizione in Italia: puoi dirci brevemtne qualcosa su di te, come persona e come autore?
[R]: Mi chiamo Dan Wells, e scrivo fin da quando ero un ragazzino. Ho iniziato con libri di genere fantasy, ne ho scritti diversi, ma è stato solo quando mi sono cimentato con l’horror che davvero ho provato la sensazione che tutto quadrasse. Come persona, invece, mi piace leggere e mi piacciono i giochi, e viaggio molto.

[D]: Il tuo romanzo Non sono un serial killer è stato molto apprezzato sia dai lettori che dai critici. Qual è la qualità più importante del libro, quella da cui credi i lettori siano colpiti di più?
[R]: Secondo me, e sembra che i lettori siano d’accordo, è il personaggio principale, John Cleaver. E’ una persona oscura, disturbate, ma è uno che cerca di essere buono, e questo lo rende un personaggio molto complesso. La gente si sente come se in qualche modo potesse relazionarsi con lui, a dispetto di quanto sia terrificante, ed è un’esperienza unica.

[D]: John Wayne Cleaver è un protagonista piuttosto originale: un ragazzo consapevole di avere degli angoli bui dentro di sé, che cerca di non diventare un assassino. Come mai questa scelta e quali sono le caratteristiche che credi lo rendano così in grado di catturare i lettori attraverso ben tre romanzi?
[R]: Esplorare la mente di un potenziale assassino è stata l’idea che fece nascere i libri, e mi sono divertito molto a scrivere dal suo punto di vista (ma ho avuto anche qualche esperienza disturbante). I lettori lo apprezzano per diversi motivi, credo: è divertente, ridono con lui; c’è sempre qualcosa di brutto che gli accade, quindi sono in pena per lui; e soprattutto, John cerca di fare quel che è giusto, anche se davvero non sia cosa sia “giusto”. Penso che ciascuno di noi possa relazionarsi con quel tipo di decisioni impossibili, quelle in cui ogni cosa sembra sbagliata e alle volte l’unico modo di essere buoni è far del male a qualcun altro. E’ strano da dirsi per un sociopatico, ba possiamo vedere molto di noi stessi in lui.

[D]: Ai lettori italiani è stato detto che se amano Dexter, ameranno anche il tuo libro. E’ così? In cosa credi il tuo romanzo sia simile a quelli di Linday e in cosa diverso?
[R]: Le premesse di base sono simili: un serial killer che cerca di aiutare la gente invece di far del male, ma al di là di questo i libri sono molto diversi. E’ un po’ come per qualunque due romanzi polizieschi: la professione del protagonista è la stessa, ma le storie non sono necessariamente correlate. Se la gente ama l’oscurità dei romanzi di Dexter, comunque, penso apprezzeranno davvero anche il mio.

[D]: Non sono un serial killer è il primo di una trilogia: puoi raccontarci qualcosa del successivo? (senza svelare troppo eh!)
[R]: Il primo libro racconta di come John debba infrangere le proprie regole per fermare un mostro; il secondo di come, ora che le regole sono state rimosse, egli sia potenzialmente più mostruoso dei suoi antagonisti.

[D]: Un libro o uno scrittore che raccomandi?
[R]: Sono un grande fan di Jonathan Maberry e credo che la gente che ama i miei libri apprezzerà anche i suoi.

[D]: Grazie per aver accettato l’invito al Thriller Café, Dan. Speriamo di vederti presto in Italia (ci sono possibilità)?
[R]: Sto per trasferirmi in Germania con la mia famiglia, e se andrà così sarò molto più vicino all’Italia e spero di visitarla spesso. L’Italia ha una gran cultura in fatto di lettura, ed è una cosa che amo. Grazie a voi per avermi ospitato!

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Articolo protocollato da Giuseppe Pastore

Da sempre lettore accanito, Giuseppe Pastore si diletta anche a scrivere e ha pubblicato alcuni racconti su antologie e riviste e ottenuto vittorie e piazzamenti in numerosi concorsi letterari. E' autore (assieme a S. Valbonesi) del saggio "In due si uccide meglio", dedicato ai serial killer in coppia. Dal 2008 gestisce il ThrillerCafé, il locale virtuale dedicato al thriller più noto del web.

Giuseppe Pastore ha scritto 1638 articoli: