Ospitiamo oggi su Thriller Café Federico Axat, autore di Benjamin, thriller edito da Sperling & Kupfer. Conosciamolo meglio direttamente per mezzo delle sue parole con questa intervista.
[D]: Ciao Federico, benvenuto al Thriller Café. Sei alla prima pubblicazione in Italia. Ti presenti ai nostri lettori in breve? Chi è Federico Axat?
[R]: Grazie per il benvenuto! Sono uno scrittore argentino di 36 anni. Scrivo thriller e Benjamin è il mio primo libro che esce in Italia. L’editore, Sperling & Kupfer, ha fatto un lavoro bellissimo con quest’edizione, quindi spero proprio che i lettori italiani apprezzeranno il libro.
[D]: Parliamo allora di Benjamin: com’è nato il libro? C’è stato un evento o un’idea particolare che te l’hanno fatto scrivere?
[R]: In realtà è nato come un tentativo di scrivere una storia breve. L’idea di base riguardava un bambino di nome Ben che si nascondeva nell’attico di casa sua. Ma nello scrivere la prima pagina mi chiesi cosa sarebbe accaduto se ci fosse restato molto più a lungo che un paio d’ore. Cosa avrebbero provato i suoi genitori? Come avrebbe potuto combattere l’isolamento e la paura? Ovviamente, tutte queste domande avevano bisogno di un romanzo per trovare risposta. Ed è così che è cominciato tutto…
[D]: Diversi critici hanno accostato le sue atmosfere a The Others o Il sesto senso, o a quelle dei libri di Stephen King. Trovi gli accostamenti adeguati? Era questa la tua intezione?
[R]: Leggo Stephen King fin da quanto avevo quindici anni, quindi credo che il mio stile sia influenzato dal suo. Ma in termini di sviluppo della trama vedo delle differenze. King ha un modo di scrivere in cui gli eventi sono guidati dai personaggi, e anche se mi piace plasmare i miei protagonisti ed essere onesto con loro, la verità è che sono molto attento alla trama. Credo sia per questo che Benjamin sia stato paragonato a film come Il sesto senso, per esempio. Mi piacciono i colpi di scena e i finali a sorpresa. Molti lettori mi hanno detto che non avrebbero mai potuto immaginare che il libro finisse a quel modo.
[D]: Come descriveresti il personaggio principale, il piccolo Benjamin? Perché i lettori potrebbero apprezzarlo?
[R]: Ben è un ragazzino di nove anni che un giorno, dopo un litigio con la madre, decide di nascondersi nel sottotetto per punirla in qualche modo. Penso che i lettori possano provare empatia nei suoi confronti perché quasi tutti, da bambini, abbiamo provato la sensazione di non essere capiti dai nostri genitori, che fossero contro di noi, ingiusti nei nostri confronti. Ben si nasconde in un momento di rabbia, non perché abbia problemi gravi. Il punto è che poi tutto cambia nel momento in cui vede il sottotetto per la prima volta.
[D]: Qual è la qualità migliore del tuo libro, secondo te?
[R]: Per me è molto difficile parlare dei miei libri. Spero sappia intrattenere.
[D]: Un libro, a parte i tuoi, o un autore che consigli di leggere e perché.
[R]: Oltre ai thriller mi piacciono i gialli e i crime in generale. Micheal Connelly è il mio autore preferito. Tutti i libri della saga di Harry Bosch sono grandiosi.
[D]: Programmi per il futuro? Stai scrivendo un nuovo libro? Ci sono possibilità che tu venga in Italia a presentare i tuoi romanzi?
[R]: Il mio prossimo libro sarà pubblicato a inizio 2013 in Spagna. Si chiama La palude delle farfalle, e mi piacerebbe uscisse poi anche in Italia.
[D]: Grazie per aver accettato l’invito al Thriller Café, Federico. Speriamo di rivederti in Italia con i tuoi prossimi lavori.
[R]: Grazie a te per questa opportunità. Se vogliono, invito i lettori del Thriller Café che leggeranno il mio libro a trovarmi su Facebook per esprimere il loro parere.
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