Ospite oggi su Thriller Café, Massimo Maugeri, del quale abbiamo recensito recentemente Viaggio all’alba del millennio; qui a seguire la chiacchierata con lui…
D: Dopo i romanzi Identità distorte e La coda di pesce che inseguiva l’amore, tutti si aspettavano un altro Thriller e invece è arrivato Viaggio all’alba del millennio. Qual è stata la molla che ti ha fatto scrivere questa raccolta di racconti? Cos’è scattato dentro a Maugeri scrittore?
R: Sentivo l’esigenza a provare a fare i conti con questo scorcio di inizio millennio, prendendo come punto di riferimento alcune situazioni e tentando di ritrarle… per poi zoomare su alcuni particolari. Mi è venuto in mente di provare a raccontare questo nostro tempo con storie brevi (partendo da due racconti che avevo già scritto), cercando di incrociarle. Ecco. La molla è stata questa.
D: Come definiresti questo romanzo?
R: Mi fa piacere che tu definisca Viaggio all’alba del millennio con l’appellativo di romanzo. In tanti, in effetti, mi hanno detto che le varie storie possono essere benissimo lette come i singoli capitoli di un’unica grande narrazione a largo respiro.
Venendo, dunque, alla tua domanda: come definirei questo libro? La prima parola che mi viene in mente è: “eclettico”… oppure “vario”. Ogni racconto – o capitolo – è diverso dall’altro per stile, linguaggio, approccio e punto di vista della narrazione. Ciò perché ho deciso di prestare “orecchio” e penna ai personaggi che si affastellavano nella mia testa, rispetto alle situazioni in cui si trovavano. Sentivo che ciascun personaggio e ciascuna situazione richiedevano di esser raccontati in maniera diversa. E così ho fatto.
D: Alla fine del libro troviamo una pagina dove si legge un passo di Le città invisibili di Italo Calvino: L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui; l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrire: il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. Ci spieghi qual è il tuo inferno?
R: Amo molto Calvino. E credo che quel passo sia una delle più belle citazioni della letteratura del Novecento. Il mio inferno, o meglio la mia paura, è rischiare di rimanere invischiato nella prima delle due opzioni formulate da Calvino… che poi è quella più “facile”. Credo che da questo rischio non sia esente nessuno, soprattutto oggi… dal momento che viviamo in una società “accelerata” e mediaticamente “sotto assedio” dove il tempo per riflettere e per guardarsi dentro è sempre più esiguo. Nel momento in cui, però, smettiamo di riflettere e di guardarci dentro viene meno la possibilità di riconoscere quell’“inferno” a cui fa riferimento Calvino. E se non riconosci l’inferno, non puoi neppure riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno. È questo, il rischio.
D: Quanto c’è di Massimo Maugeri dentro Viaggio all’alba del millennio?
R: Tutto e niente, come spesso accade agli scrittori. I personaggi bussano alla porta e li fai entrare (per dirla come Dacia Maraini). Certo, è indubitabile che per “metterli in scena” devi prestare loro le tue facoltà intellettuali ed emozionali.
D: Ho notato che alcuni racconti sono centrati sull’incomunicabilità, in particolare quella tra familiari. Hai una soluzione da suggerire per tornare a comunicare?
R: Nelle storie, come è giusto che sia, il lettore non troverà risposte, ma solo stimoli e spunti per porsi domande. Almeno spero…
Il tema della “incomunicabilità”, così come quello della “crisi di identità”, è centrale e trasversale rispetto a questi racconti. E quello della incomunicabilità all’interno delle famiglie credo che sia particolarmente all’ordine del giorno. Io credo molto nella condivisione, nell’arte così come nella vita. E cerco di metterla in pratica. In ogni caso, in generale, ritengo che un primo necessario passo da compiere sia quello di riconoscere che il problema esiste.
D: Come mai hai scelto di narrare in seconda persona singolare?
R: Ho adottato questa scelta nel primo racconto, “Viaggio all’alba del millennio” (quello che dà il titolo alla raccolta) perché, a mio avviso, crea un effetto di maggiore coinvolgimento nel lettore. Desideravo che il lettore si sentisse chiamato in causa… come se quel “viaggio”, in un certo senso, interessasse proprio lui.
Proprio te, caro lettore.
D: Ti trovi meglio nei panni di scrittore minimalista o in quelli di scrittore Thriller?
R: Non saprei. Credo la mia scrittura sia piuttosto poliedrica. La cosa fondamentale, per me, è agguantare storie e personaggi… e prestar loro, come ho già detto, orecchio e penna.
D: Cosa ti è piaciuto di più di Massimo scrittore, quando hai riletto il libro?
R: Rileggere il racconto “Raptus”, volutamente zeppo di errori di ortografia e di grammatica (perché la voce narrante è quella di una donna poco istruita), e scorgere in esso un nuovo linguaggio con le sue “antiregole”. E, paradossalmente, non avere alcuna preoccupazione di trovare refusi. (Questa è una battuta: sorridere, prego!)
D. Qual è il racconto di questo tuo libro al quale sei maggiormente affezionato? E perché?
R: Direi “Muccapazza”, originariamente pubblicato nella rivista di letteratura “Lunarionuovo” diretta da Mario Grasso. Era il 2003, se non ricordo male. Il motivo è di natura nostalgica, giacché quel racconto coincide con il mio esordio letterario “ufficiale”.
D: Ti riconosci in particolare in qualcuno dei protagonisti di Viaggio all’alba del millennio?
R: Per la verità, no. Non c’è un personaggio in particolare in cui mi riconosco, anche se…. Ti rispondo nella prossima domanda (che ho già adocchiato).
D: Scusa ma la domanda è obbligatoria: Hai paura a viaggiare in aereo?
R: Non particolarmente… ma ammetto che nei mesi successivi al crollo delle Torri gemelle di New York mi veniva istintivo guardarmi intorno nel tentativo di identificare possibili terroristi kamikaze.
D: Dopo il Thriller e la scrittura minimalista, sei alla ricerca di un nuovo format di linguaggio?
R: Sono sempre alla ricerca, per quanto riguarda il linguaggio. Credo sia una delle mie caratteristiche.
D: Progetti per il futuro?
R: Tanti. Continuare a portare avanti il mio blog: Letteratitudine. Proseguire il mio programma radiofonico di libri e letteratura che curo e conduco su Radio Hinterland. Ma soprattutto, continuare a scrivere. E non mancano nuove idee per ulteriori progetti…
D: Scriverai altri Thriller?
R: Penso di sì. Per certi versi il nuovo romanzo a cui sto lavorando assomiglia a un thriller.
D: Fatti una domanda e datti una risposta.
R: Domanda: Massimo, quand’è che toglierai da Letteratitudine quella ridicola foto di te con la “camicia celeste”?
Risposta: Mai, perché mi ha portato fortuna e ci sono affezionato… anche se, nel tempo, quella camicia sarà destinata a diventare grigiognola a causa dell’inevitabile logorio.
Da ThrillerCafé, grazie a Massimo Maugeri per la disponibilità e l’augurio di poterlo ospitare di nuovo su queste pagine.
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