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Oggi al bancone di Thriller Café facciamo un’indagine un po’ fuori dagli schemi: chi ha ucciso la nostra voglia di scrivere? Matteo Bortolotti se lo è chiesto e ha unito 20 anni di ricerca in materia nel libro “La scrittura geniale”.
Grazie per avermi invitato al bancone! Per una volta per raccontarvi un’indagine reale e non fittizia. La mia indagine su quanto sia importante che tuttə noi scriviamo più spesso.
Scrivere è più importante che leggere: un’affermazione forte, supportata da tante ricerche scientifiche. Cosa intendi con questo e che consigli puoi dare qui al bancone di Thriller Café dove accogliamo ogni giorno migliaia di lettori e lettrici?
È prima di tutto una provocazione. E tanto per cominciare, salute! Alzo il calice. Leggere è fondamentale, siamo tuttə avidə lettorə, ma scrivere è il punto di partenza da cui nasce tutto. È nato prima l’uovo della gallina. Anche quando leggi narrativa puoi trovare ispirazione, incontrare nuove idee che ti appassionino, ma è scrivendo che trasformi quelle idee in pensieri concreti e duraturi. Io dico sempre che la scrittura non serve per scrivere, scrivere serve (soprattutto) per pensare. Se non scrivi quello che ti passa per la testa, i tuoi pensieri rimangono sospesi nella tua testa, sono come bolle di sapone. E passano. Se invece prendi i pensieri e li metti nero su bianco, li rappresenti “fuori di testa”, allora diventano qualcosa di reale, che puoi analizzare, rivedere, ribaltare completamente, condividere.
Così da una indagine di Grazia Negro potremo interessarci alla storia di come è cresciuta Bologna oltre i suoi confini metropolitani. Dall’arresto di Mickey Haller potremmo lanciarci in una riflessione sull’etica e chiederci qualcosa in più su come affrontare i nostri rapporti personali e di lavoro. Un consiglio per i lettori del Thriller Café? Non aspettate di avere l’idea perfetta per cominciare a scrivere: cominciate a scrivere per avere idee migliori. Anche solo una frase al giorno può fare la differenza.
Tutti possiamo – anzi dobbiamo – scrivere: perché invece molti pensano che a poterlo fare sia solo chi è stato investito da questa dote? Spesso pensiamo alla scrittura esclusivamente nel contesto letterario, ma in effetti, ogni giorno, tutti noi, scriviamo.
Scrivere non è una dote. Nessuno nasce scrittore. È un’abilità innaturale che apprendiamo durante i primi anni di scuola, e “saper scrivere” non significa necessariamente “saper usare la scrittura per esprimersi artisticamente”. Lo stesso vale, per esempio, per l’uso della parola e la capacità oratoria, per la capacità di movimento e la danza, per l’uso delle gambe e la corsa sportiva… Scrivere è solo un gesto, ma è un gesto fondamentale. Come camminare, muoversi, parlare.
Ci sono probabilmente molte motivazioni che hanno portato generazioni a trascurare i reali benefici della scrittura in favore di un certo “mito del talento”. Ci hanno fatto credere che scrivere sia un’attività riservata a pochi eletti: giornalisti, romanzieri, poeti, intellettuali. Invece, scrivere è un’estensione delle nostre facoltà cognitive importantissima da praticare: tuttə possiamo farlo e anzi, ne abbiamo bisogno. È una forma di *cognitive offloading*. Il nostro cervello ha bisogno di scaricare al di fuori di sé informazioni di ogni tipo per poterle elaborare più agevolmente. Scrivere ci aiuta anche a capirci meglio, risolvere problemi, immaginare un futuro. Perché il futuro non è altro che questo, un romanzo che scriviamo ogni giorno.
Pensaci: anche quando mandi un messaggio su WhatsApp, stai scrivendo. Succede la stessa cosa anche quando scrivi la lista della spesa. Magari non la vedi così, ma quella scrittura, anche breve, è già un modo per dire al mondo che esisti. Il mio messaggio è semplice: non serve essere scrittori per scrivere. Non serve neanche più essere umani, visto che persino l’AI ragiona attraverso la scrittura. Scrivere serve per pensare davvero.
Nel libro hai identificato 5 poteri per la scrittura: senza fare troppi spoiler, ci fai qualche esempio pratico di come la scrittura ci può essere utile nella quotidianità?
Scrivere serve a Raccogliere, Riordinare, Riflettere, Ricordare, Realizzare.
Prendiamo per esempio il potere di “riordinare”. La mente è un luogo caotico, un po’ come la stanza di un adolescente, la mia scrivania il giovedì (o come il bancone del Thriller Café dopo una serata movimentata!). Scrivere ci aiuta a mettere ordine, a fare chiarezza. Scrivere una lista di cose da fare non è solo un’abitudine pratica: è un atto molto pratico di progettazione. Ci aiuta a capire come priorizzare i nostri obiettivi e ci costringe a fare delle scelte.
Un altro esempio è il potere di “riflettere”. Scrivere della nostra giornata, di problema che vogliamo affrontare, può aiutarci a vederlo sotto una luce diversa e trovare soluzioni che non avremmo mai immaginato. Ci può dare conforto, scriverlo. Ci può aiutare ad ammettere che quel problema c’è e non se ne andrà via da solo. Una penna e un foglio di carta (o anche la tastiera del computer o del cellulare) sono un laboratorio per la nostra vita quotidiana.
Collegandomi alla domanda precedente, nel libro racconti del Cardiowriting, un allenamento di scrittura che organizzi online per sviluppare proprio i poteri della scrittura: spiegaci cos’è il bulletto interiore e come è possibile contrastarlo proprio con la condivisione non giudicante.
Il bulletto interiore è quella vocina nella testa che ti dice: “Non sei capace”, “Non sei abbastanza bravə”, “Che senso ha scrivere, cantare, provarci con quella persona che ti piace tanto, fare quel colloquio di lavoro?”. È il nostro autocritico che si fa prendere la mano, e tuttə ce l’abbiamo. Spesso ci blocca ancora prima di cominciare, o ci fa mollare a metà strada nascondendoci il nostro progresso sotto il tappeto dell’autostima.
Il cardiowriting® nasce anche per contrastare il nostro bulletto interiore, affinché tuttə possano riavvicinarsi alla scrittura e apprezzarne insieme ad altrə i poteri. Lo facciamo attraverso esercizi di scrittura brevi e liberatori, micro-sfide che ci fanno vedere quanto possiamo essere creativi, liberandoci dalla paura di giudizi. Il cardiowriting® è un ambiente di condivisione solidale fra i partecipanti, non giudicante, dove nessuno ti corregge e dove le tue parole sono accolte per quello che sono: un atto di coraggio e di libera espressione. È come un allenamento per l’anima, ma fa molto bene anche alla mente. D’altronde, dove sarà mai quest’anima se non tra il cervello e il cuore?
La scrittura è anche alla base del tuo metodo di organizzazione e produttività, che hai chiamato SPACE, usando la metafora dello spazio mentale. Qual è il vantaggio di rendere azionabile la propria conoscenza? Ci dai un assaggio di come è possibile farlo?
Il metodo S.P.A.C.E. è nato per aiutare chi, come me, spesso si sente sopraffatto da tutte le idee, gli impegni e le cose da fare. La scrittura diventa uno strumento per trasformare il caos mentale in azioni immediate, progetti a lungo termine, parentesi di meditazione e approfondimento. Grazie alla scrittura possiamo estendere la nostra mente e aprire spazi di conoscenza senza limiti. Le miə stundetə l’hanno chiamato “la macchina delle idee” perché è un framework, ovvero una modalità progressiva di elaborazione di tutto quello che scriviamo, e che ci porta dall’idea alla realizzazione: Scrivi, Pianifica, Analizza, Cataloga, Esplora.
Per esempio, quando ci viene un’idea o incontriamo l’idea di qualcun altro che ci interessa o che potrebbe servirci, dobbiamo semplicemente scriverla (Scrivi).
Dopo che l’abbiamo fatto, sappiamo dove trovare quello che abbiamo scritto e possiamo riordinarlo. È un’informazione? È un promemoria? È qualcosa che vorremmo o dovremmo realizzare? Ottimo, allora possiamo capire quando e come (Pianifica). Possiamo scrivere queste cose su una serie di liste e sul nostro calendario.
Riordinare quello che abbiamo scritto ci permette anche di capire meglio come muoverci qui e ora, nel presente. Cosa dobbiamo fare oggi, come stiamo mentre lo facciamo, come ci sentiamo con noi stessi e con gli altri? (Analizza). Per fare questo possiamo usare un’agenda o un diario.
Ogni volta che vogliamo ricordare un’informazione, ogni volta che un progetto viene concluso, che ce ne facciamo del materiale accumulato? Per esempio, cosa ce ne facciamo degli appunti presi durante la lettura di un libro? Potremo inserire tutto in uno spazio dedicato ai nostri appunti e ordinato per categorie. Possono essere cartelle del computer o carpette del nostro archivio (Cataloga).
Chiediamoci: ci sono idee o informazioni che potrebbero servirmi in futuro? Allora perché non estrarlo dall’archivio, sintetizzarlo e trasformarlo in una breve lettura su cui tornare periodicamente, creando una specie di rubrica da scorrere al posto di un social network? In questa rubrica non ci sono solo persone, ma anche idee. Grazie a questa rubrica potremmo ripassare facilmente quello che ci è piaciuto di più, e magari collegare tra loro concetti, generando nuove idee tutte nostre (Esplora!).
Ogni pensiero fluttuante, una volta scritto diventa profondo. Qualcosa di tangibile, che puoi mettere in pratica. E il segreto è pensare alla mente come uno spazio che si apre davanti a noi e che dobbiamo costruire fuori di noi, in gran parte grazie a quello che scriviamo. Per questo la scrittura è geniale. Perché grazie a essa possiamo realizzare cose che prima non riuscivamo neppure a immaginare.
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- Bortolotti, Matteo(Autore)