
Autore della serie di romanzi thriller con protagonista la criminologa coreana Choi Soo-Min, oggi intervistiamo al bancone del Thriller Café Oreste Venier.
Ecco quanto ci ha raccontato; buona lettura…
Ciao Oreste, benvenuto. La nostra prima domanda è molto semplice: chi è Oreste Venier come persona e come scrittore?
Ciao Giuseppe, grazie innanzitutto per l’ospitalità. Sono un “ragazzo” – quantomeno mi sento tale! – di 50 anni, e lavoro come progettista di schede elettroniche e tecnico di informatica forense, ovvero tutto ciò che riguarda l’informatica nel corso di una causa in Tribunale. Ma prima di tutto sono un appassionato di scienza e di tecnologia, argomenti che sono poi diventati i protagonisti dei miei libri. Ho una compagna ma non ho figli.
Come scrittore … sono un esordiente, ho iniziato l’anno scorso, dopo essere stato – ed essere – a mia volta ovviamente un lettore per tanti anni, sempre di tecno-thriller. La “scintilla” è partita dal fatto che nel mio lavoro nelle cause in Tribunale devo spesso scrivere descrizioni tecniche comprensibili a tutti: ho voluto quindi cimentarmi nello scrivere storie tecniche verosimili, in modo divulgativo, in cui il protagonista non è il morto, o l’assassino, ma di volta in volta un argomento della Matematica da far conoscere ai lettori.
Hai pubblicato tre romanzi (per ora) in brevissimo tempo: qual è il tuo segreto per una progressione simile?
Effettivamente pubblicare più romanzi in breve tempo potrebbe far sorgere qualche perplessità riguardo alla qualità. In realtà nel mio caso la questione è molto semplice: si tratta di idee che avevo già nel cassetto da tempo, e per le quali avevo già raccolto molte informazioni. Uno degli aspetti che richiede più tempo nello scrivere un libro è infatti la raccolta dei materiali: è necessario leggere decine di testi prima di cimentarsi nello sviluppo. Nel mio caso questo tempo l’avevo già impiegato precedentemente, anche facendo leva sulle conoscenze tecniche che utilizzo quotidianamente nel mio lavoro. I prossimi romanzi saranno molto più impegnativi perché richiederanno anche questo passaggio fondamentale.
Quanto ti senti cambiato come scrittore dal tuo primo romanzo, L’ultimo ritornello al più recente, Segnali nascosti?
Dal punto di vista temporale sono trascorsi solo pochi mesi fra le due stesure, ma con il terzo ho potuto fare tesoro del feedback dei Lettori dei primi due. E’ stata una differenza fondamentale perché mi ha consentito di “affinare il tiro” su cosa piace o non piace, su cosa dilungarmi e su cosa soprassedere, e così via. Diciamo che in generale a ogni libro si acquisisce un po’ più di spirito critico per stimare in anticipo se certe soluzioni possono funzionare o meno. Per esempio ho compreso meglio il pericolo di “strappare” il finale, come pure di dilungarmi o meno in alcune descrizioni. Con il prossimo romanzo sto cercando di lavorare di più sull’empatia dei personaggi.
Immagino che tu abbia collezionato già dei momenti memorabili. Ci sono aneddoti che vuoi condividere con i nostri lettori?
Un aneddoto che ricordo e racconto sempre con piacere si verificò durante la stesura del primo libro. Dato che descrive anche l’operato dei Carabinieri ad un certo punto mi sono chiesto da profano totale della scrittura se fosse necessaria un’autorizzazione di qualche tipo, o comunque fosse gradito seguire qualche linea-guida. A quel punto ho preso il coraggio a due mani e ho telefonato, da privato cittadino, direttamente al Centralino del Comando Generale dell’Arma, trovando fin da subito pieno supporto: dopo un primo passaggio di presentazione via email mi ha telefonato da Roma un gentilissimo Tenente Colonnello che mi ha dato utili indicazioni e suggerimenti. Ho proprio percepito la vicinanza dell’Arma ai cittadini.
Quanto pensi che il romanzo thriller si sia sviluppato nel corso di questi anni, e dove pensi che stia andando?
Posso parlare del genere thriller tecnologico che è quello che conosco meglio da lettore. Senz’altro è andato di pari passo con la corsa alla tecnologia che si è sviluppata negli ultimi anni con l’avvento di tutti i nostri dispositivi iperconnessi. Argomenti che 20 anni fa erano futuristici oggi sono usati e vissuti quotidianamente da tutti: se inizialmente ci si concentrava su hacking, coding e cybersicurezza, oggi le tematiche si sono ampliate, includendo intelligenza artificiale, deepfake, biotecnologie e persino scenari distopici legati al controllo dei dati e all’etica dell’innovazione. La direzione futura sembra orientarsi verso una fusione sempre più stretta tra realtà e finzione, oltre che su tecnologie che di fatto non sono ancora pienamente operative nei contesti ordinari a cui siamo abituati (come i computer quantistici). Senz’altro l’Intelligenza Artificiale, quale personaggio stesso, diventerà uno dei nuovi protagonisti.
La tua protagonista è Choi Soo-Min, una giovane criminologa: qual è il tuo rapporto con lei?

Tutti noi leggendo un libro ci immedesimiamo un po’ nei protagonisti; come scrittore ciò avviene ancora di più. Soo-Min è cresciuta nel corso dei tre romanzi allo stesso modo in cui sono cambiato io nel confrontarmi con la scrittura. Nel primo libro, L’ultimo ritornello, Soo-Min era alla prima esperienza sia professionale sia personale in Italia, e si trovava, comprensibilmente, spesso un po’ spaesata e timida. Già in Codice di squadra appare più spigliata, anche grazie al consolidato rapporto con il suo amico e collega matematico che l’ha raggiunta in Italia di persona. In Segnali nascosti infine è senz’altro più disinvolta. Credo che il mio rapporto con lei possa seguire le stesse fasi. Se nel mio primo libro scrivevo anch’io “in punta di piedi”, con i successivi mi sono sentito un po’ più a mio agio anche nello sperimentare alcune soluzioni narrative differenti.
E il tuo rapporto con la matematica, che è molto centrale nelle tue opere?
La matematica ha esercitato il suo fascino su di me fin da quando ero piccolo. Poi ho scelto di studiare fisica, che è un po’ a metà fra la matematica, più teorica, e l’ingegneria. La matematica conserva per me ancora oggi tutto il suo fascino: basti pensare che, nonostante siamo andati sulla Luna più di 50 anni fa, ancora oggi i problemi della Scienza non risolti sono legati ai numeri più semplici, nonostante la disponibilità di supercomputer di grande potenza. Ciascuno dei miei libri ruota attorno a un argomento diverso, che cerco di raccontare al pubblico in modo divulgativo per bocca degli stessi personaggi.
A breve uscirà un nuovo libro: puoi anticiparci qualcosa a riguardo ?
Il prossimo libro si intitolerà Entropia Zero e avrà come argomento i numeri casuali. Essi sembrerebbero un argomento confinato solo ai giochi d’azzardo, mentre in realtà sono fondamentali per garantire la sicurezza di tutta l’informatica che ci circonda, dalla privacy dei nostri messaggi WhatsApp alla navigazione web. Il nuovo romanzo, ambientato fra la Florida e le Isole Bahamas, racconta la storia di un’azienda che ha progettato un chip per generare numeri casuali in modo innovativo (ma perfettamente realistico), ma, per la solita avidità e sete di potere, qualcosa va storto e saranno Soo-Min e Yong-Soo a sventare un piano diabolico in grado di mettere potenzialmente in pericolo la sicurezza delle infrastrutture di telecomunicazioni di mezzo mondo. Il tutto utilizzando un approccio divulgativo in modo da far conoscere l’argomento anche a chi non l’ha mai sentito prima: come negli altri romanzi la storia dal punto di vista tecnologico è verosimile, anche perché non ho mai amato né leggere, né tantomeno scrivere, di “supercomputer della NASA in garage” o altre cose non realistiche.
Un suggerimento per aspiranti scrittori. Un suggerimento per appassionati lettori.
Agli aspiranti scrittori posso suggerire di considerare il primissimo libro come qualcosa di grande intimità con sè stessi. Cercate di coltivarlo da soli e di parlarne solo una volta completato. Successivamente avrete ampio modo di festeggiare con tutti, ma prima deve crescere dentro di voi. Un suggerimento invece più operativo: non buttatevi subito a scrivere, lavorate quanto più possibile sulla parte strutturale: la stesura della trama, la raccolta delle informazioni, l’intreccio, la verifica della coerenza, la divisione in capitoli e così via. Quando scriverete, non dovrete possibilmente tornarci sopra; avrete già parecchio da fare per cesellare i personaggi, i dialoghi e tutto lo sviluppo narrativo. Cercate di non mescolare le due cose. Per me è stato imprescindibile, altrimenti mi sarei perso subito.
Agli appassionati lettori posso suggerire invece di dare ogni tanto una possibilità anche ai libri di scrittori sconosciuti, soprattutto dell’area del self-publishing: solo così noi emergenti potremo avere una minima possibilità di farci leggere e conoscere.
Se vuoi dire qualcosa, questo è il momento …
La saga di Soo-Min ha appena superato la selezione per poter essere esposta nell’area Self-Publishing del Salone Internazionale del Libro di Torino che si terrà a metà maggio. Vi aspetto pertanto in Fiera per conoscerci di persona e per ascoltare le vostre impressioni.
Vuoi dire ciao ai nostri lettori ?
Un caloroso saluto a tutti voi e… buona lettura!
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