A qualche giorno di distanza dalla pubblicazione del nostro articolo riguardante il suo thriller più recente, 331 metri al secondo, incontriamo Rosanna Rubino per parlare del suo romanzo ma anche, come leggerete, di tante altre cose.
[D]: Hai studi ed esperienze professionali di natura eterogenea. Architettura e marketing ti hanno aiutato in qualche modo nella concezione e stesura di 331 metri al secondo? Se sì, come?
[R]: Sono architetto, da sempre appassionata di urbanistica e di “città”. Mi affascina l’idea della città come luogo che concentra in uno spazio relativamente piccolo una grande massa di persone, e che tutte queste persone e cose producano suoni che mischiati insieme diventano rumore. In 331 metri al secondo la città fa da sfondo alla storia ma ne è al tempo protagonista. Inoltre, ho lavorato per anni in multinazionali di consulenza real estate occupandomi di ricerca, marketing e sviluppo. Quindi è stato naturale trasformare le mie esperienze professionali nella cornice che tiene insieme la storia.
[D]: La tua bibliografia ha una forte coerenza interna. Già in Tony Tormenta scrivevi in qualche modo di un super potere, mentre ne Il sesto giorno erano presenti migranti a Milano e persone che vivono ai margini, in edifici occupati. E 331 metri al secondo ha, nuovamente, un protagonista che arriva da lontano. Credi che si possano accoppiare in modo efficace entertainment e tematiche sociali di una certa importanza?
[R]: 331 metri al secondo è stato scritto subito dopo Tony Tormenta, quindi –tecnicamente parlando- è il mio secondo romanzo, non il terzo. Infatti 331 metri al secondo e Tony Tormenta sono simili, li considero romanzi gemelli. Invece Il sesto giorno, dove la tematica sociale è più forte, ha rappresentato per me un cambio di prospettiva in termini sia di genere che di storia. Per rispondere alla domanda, certo che si possono combinare entertainment e “sociale” in modo efficace! Il “genere” è solo il sugo con cui si condisce il piatto. Ciascun autore scelga generi e temi a seconda della propria inclinazione e sensibilità, sta poi a lui assemblare il tutto in modo efficace e costruire la storia. L’efficacia di un romanzo non sta tanto negli elementi, ovvero nel genere e tema, quanto nel modo in cui questi elementi vengono combinati insieme, in altre parole nella capacità dell’autore di costruire una storia che arrivi al cuore del lettore.
[D]: Sei approdata di recente ad HarperCollins Italia. Come ti trovi in questa nuova esperienza editoriale? Che tipo di editing c’è stato sul manoscritto originale?
[R]: Ad HarperCollins sono stati fantastici nei miei confronti. Hanno letto il manoscritto e due giorni dopo avevo già firmato il contratto per 331 metri al secondo e il suo sequel. Hanno entusiasmo e competenza. L’editing del testo è stato accurato, ma puntuale, ovvero correzione di refusi e verifiche sulla coerenza generale della storia. Al manoscritto originale non sono state apportate grandi modifiche, fatta eccezione per un paio di pagine alla fine del romanzo, allo scopo di creare le condizioni affinché la storia potesse sfociare poi in un sequel.
[D]: E avendo parlato del lavoro sul testo: come è nato 331 metri al secondo? Quanto tempo è passato dall’idea iniziale alla stesura finale? Quali le difficoltà incontrate?
[R]: Dall’idea iniziale alla stesura finale andata in stampa è passato un bel pezzo, ma solo perché nel mezzo c’è stata la scrittura e pubblicazione de Il sesto giorno. Di fatto, per scrivere un romanzo impiego almeno due anni, tra ricerca, stesura bozze e revisione.
La difficoltà maggiore in questo caso è stata descrivere il suono facendo in modo che il lettore potesse percepire il rumore che sente il protagonista. Ho dovuto fare tanta ricerca sul tema dell’udito, parlare con esperti audiologi, leggere testi sulle modalità di trasmissione del suono.
[D]: Questo è il secondo romanzo che ambienti a Milano, ed è quello nel quale la città ha più personalità, anche per via del lavoro che svolge Chon. Tu a Milano ci vivi e sei una architetta, hai quindi uno sguardo diverso da altri: trovi che Milano sia cambiata nell’ultima dozzina di anni? Senza dover per forza discutere di politica e rimanendo in ambito prettamente “manageriale”, cosa pensi delle ultime amministrazioni della città?
[R]: In questo romanzo la città la fa da protagonista vera e propria. A mio avviso oggi Milano è la città non capitale di Stato più bella che abbiamo in Europa, questo sicuramente grazie alle iniziative delle ultime amministrazioni che hanno saputo rendere la città oggetto d’interesse per gli investitori. Milano è vitale, piena di energia, piccola ma al tempo stesso dotata di una grande capacità di accoglienza. E’ un organismo in costante evoluzione. Non potrei immaginare di vivere altrove oggi in Italia.
[D]: Segui qualche metodo di scrittura particolare? Ci sono scrittori che riescono a lavorare solo in determinate ore o in una stanza particolare o dopo aver bevuto tre litri di caffè, tu hai rituali ed esigenze per riuscire a scrivere? Prendi note, lavori su varie stesure o riesci a produrre anche senza scaletta, di getto?
[R]: Scrivo quattro o cinque ore al giorno, tutti i giorni dell’anno, ovunque mi trovi, nel rumore o nel silenzio, nei luoghi affollati o in quelli privati. Nessun rituale, zero esigenze. L’unica cosa che mi serve è il mio computer. Le mie postazioni di lavoro cambiano continuamente in funzione del posto in cui mi trovo. Prima di cominciare a scrivere so sempre come la storia inizia e come finisce, e ho un’idea abbastanza plausibile di quello che ci sta nel mezzo. Per me sarebbe impensabile scrivere senza sapere dove sto andando a parare. Una volta che ho fissato i milestone della storia butto giù una scaletta che diventa sempre più dettagliata di giorno in giorno, poi scrivo ciascun paragrafo senza un ordine preciso. Posso scrivere pagina 10 e poi pagina 190 e poi pagina 48, poi tornare sulla 10 e lo stesso giorno abbozzare la 15. Alla fine metto insieme il tutto e impacchetto la storia.
[D]: Conosci e frequenti altri autori e autrici della “scena thriller italiana”? Hai degli scrittori/scrittrici che segui in modo particolare? Cosa pensi in generale della produzione nostrana in questo genere di narrativa?
[R]: I miei più cari amici della scena thriller italiana sono Romano De Marco, attualmente in libreria con Se la notte ti cerca pubblicato da Piemme, e Giovanni Cocco che nel genere noir/thriller ha scritto insieme ad Amneris Magella la serie del Commissario Valenti e che ha appena pubblicato Morte a Bellagio con Marsilio. Della produzione nostrana di genere penso tutto il bene possibile, ma il punto è che i libri sono morti come prodotto commerciale fine a se stesso. Oggi i libri hanno valore solo nella misura in cui possono essere trasformati in storie da fruire tramite uno schermo, che sia quello di un tablet, un computer o un cellulare. Noi che scriviamo libri pensiamo di essere vivi, ma in realtà siamo morti viventi, gli ultimi esemplari di un mondo in agonia. Oggi bisognerebbe scrivere solo sceneggiature per il cinema, serie tv, testi per il web.
[D]: Ti sei occupata anche di cinema e hai all’attivo un cortometraggio, 248. È stata una esperienza interessante? Cercherai di continuare anche in questo campo?
[R]: Ho scritto un paio di corti e un lungometraggio col mio amico regista Maki Gherzi. Spero che un giorno possano arrivare sul grande schermo. Adoro il cinema, sono più i film che vedo che i libri che leggo. Ogni mio romanzo è la trasposizione in parole di un film che ho in mente. Quando penso a una storia prima ne immagino il film, e poi ci scrivo il libro.
[D]: La domanda obbligatoria in ogni intervista: progetti futuri? Sei già al lavoro su un nuovo romanzo? Puoi anticiparci qualcosa?
[R]: Sono al lavoro sul sequel di 331 metri al secondo e su un altro romanzo ambientato nel mondo dell’aviazione.
[D]: Per chiudere: un libro, un film e un album che ti sono piaciuti ultimamente e che consigli ai lettori.
[R]: Un film: di recente ho rivisto Flight di Robert Zemeckis, un film bellissimo, nel quadro delle mie ricerche sul tema dell’aviazione, al centro del prossimo romanzo. Un libro: ho appena finito La grande cecità di Amitav Ghosh, sul cambiamento climatico. Un disco: in questo periodo ascolto spesso Miley & Her Dead Pets di Myley Cyrus, uscito nel 2015, surreale e struggente.
Sito ufficiale dell’autrice
Foto tratta dal sito ufficiale.
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