sharon boltonIl suo Incubi di morte, da poco edito da Mondadori, l’abbiamo segnalato qualche settimana fa. Oggi la ospitiamo qui al Thriller Café per un’intervista: Sharon Bolton ci racconta un po’ di cose su se stessa e la sua eroina Lacey Flint…

[D]: Ciao Sharon, benvenuta al Thriller Café. La nostra prima domanda di solito è: chi è Sharon Bolton come persona e come scrittrice?
[R]: Come persona sono molto ordinaria. Nella mezza età, ma benedetta da grande salute e buon livello di forma fisica. Sono stata sposata diciassette anni e sono madre di un intelligente, sportivo e divertente ragazzo di undici anni. Vivo in un pittoresco villaggio inglese sulle Chiltern Hills. Leggo, cucino e curo il mio giardino. Sono abbastanza gentile (o almeno cerco di essere) e mi godo una vita semplice, normale.
Come scrittrice, sono una delle donne più terrificanti che abbia mai incontrato.

[D]: Come hai iniziato a scrivere ? C’è stato un motivo particolare?
[R]: Ho cominciato scrivere narrativa relativamente tardi, perché, per lungo tempo, semplicemente non mi è mai venuto in mente che avrei potuto farlo. Voglio prendermi a calci da sola, guardandomi indietro, perché tutti gli ingredienti erano lì: amore per la lettura, immaginazione iperattiva, un lavoro che prevedeva usare le parole per trasmettere idee. Suppongo che l’aver fatto un lungo apprendistato mi abbia aiutato in qualche modo, perché una volta che ho cominciato, tutto è venuto molto naturale e semplice.

[D]: Pubblicato di recente in Italia, Incubi di morte è il tuo secondo libro con la poliziotta Lacey Flint, e ne hai già pubblicato un terzo nel Regno Unito, oltre a una novella. Quando hai capito che Lacey stava per diventare un personaggio seriale ?
[R]: Penso che sia stato alla fine del primo libro con Lacey, Ora mi vedi, perché non ero per nulla vicina alla fine della sua storia. Sembrava avere ancora tanto da dare. Il mondo avrebbe mai scoperto chi era davvero? Che cosa sarebbe accaduto al rapporto tra lei e il personaggio che, a fine di Ora mi vedi, è accusato di omicidio? Lei e Joesbury sarebbero mai stati insieme? Per fortuna, ho avuto un sacco di lettori che hanno voluto conoscere le risposte, quindi le abbiamo scoperte assieme.

[D]: Quanto si è evoluta lungo la serie secondo te? Pensi che sia diventata migliore in alcuni aspetti e peggiore in altri?
[R]: Penso a Lacey come a qualcuno con un’anima molto pura e nobile, il tipo di persona di cui sono fatti gli eroi, ma che è stata danneggiata molto gravemente da quello che le è successo quando era giovane. Quando la incontriamo per la prima volta, in Ora mi vedi, vediamo solo il danno. E’ una donna fragile, noiosa, unidimensionale, introversa, isolata, molto egoista. Con lo svolgersi degli eventi e l’essere costretta a interagire con le persone, l’appannamento gradualmente viene strofinato via, fino a quando possiamo vedere scorci brillanti nel suo cuore.

[D]: Sei simile a Lacey in qualche aspetto?
[R]: Entrambe teniamo molto a Joesbury.

[D]: Incubi di morte ha una trama abbastanza drammatica, toccando il difficile tema del suicidio. Come ti sei sentita nello scrivere questo romanzo?
[R]: E’ stato probabilmente il mio libro più difficile in quanto a ricerca. Ho dovuto leggere e assorbire un po’ di materiale molto triste. Allo stesso tempo, ero consapevole che questo fosse un problema che tocca molte vite. Molte più persone muoiono per loro stessa mano che per violenza inflitta da altri, e di certo non volevo sorvolare sul dolore molto reale che provoca.

[D]: Cosa pensi che ai lettori italiani potrebbe piacere di più, nel libro? E potrebbero odiare qualcosa in questa storia?
[R]: Spero che si godranno l’emozione e il pericolo mentre Lacey e il suo nuovo amico (Evi Oliver da Raccolto di Sangue) cercano di andare a fondo del perché così tante giovani donne si siano apparentemente tolte la vita. Spero che si godranno gli scorci della vita accademica in questa antica università inglese. Immagino che odieranno, come me, l’idea che le persone possano essere spinte a farsi del male da sole da parte di coloro i cui motivi sono solo malizia e guadagno.

[D]: Stai lavorando a un nuovo episodio della serie Flint?
[R]: Ho appena mandato in produzione il quarto libro (quinta storia compresa la novella in ebook). In questa storia, torna di nuovo in uniforme: ha aderito all’Unità marina della polizia metropolitana e sta trascorrendo i suoi giorni sul suo amato fiume Tamigi. Spera in una vita tranquilla. Certo, non tutto va come si vorrebbe.

[D]: C’è qualche autore che pensi ti abbia influenzato particolarmente?
[R]: Diversi. Amo i vecchi classici, in particolare i romanzi gotici delle Bronte, Dickens e Wilkie Collins. Sono una grande fan di Stephen King, e sono piuttosto in soggezione di fronte alla sua formidabile immaginazione, abbinata a un grande dono per la prosa. Mi piace anche la scrittura sensuale ed elegante di Joanne Harris.

[D]: Un consiglio per aspiranti scrittori?
[R]: Leggete il più possibile. Scrivete sinceramente e col cuore, e sempre per voi stessi prima che per chiunque altro. E non permettete a nessuno di vedere il vostro manoscritto fino a che non lo riterrete perfetto. Non lo sarà, ma dovrebbe essere sulla buona strada. Poi, non mollate mai.

[D]: Se vuoi dire qualcosa, questo è il momento …
[R]: L’Italia è stata uno dei primi paesi ad acquistare e pubblicare i miei libri e vi sarò sempre molto grata per la fiducia in me, sia da parte del mio editore italiano, Mondadori, che da parte del pubblico dei lettori.

[D]: Vorresti salutare i visitatori di Thriller Café ?
[R]: Ciao. Grazie per esservi fermati. Se avete letto uno dei miei libri, spero che vi sia piaciuto. Se non li avete ancora provati, spero che lo farete al più presto. E non esitate a scrivermi sul mio sito web, o la mia pagina Facebook. Io di solito rispondo!

Grazie per aver accettato il nostro invito, Sharon: è stato un piacere averti al Thriller Café.

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Articolo protocollato da Giuseppe Pastore

Da sempre lettore accanito, Giuseppe Pastore si diletta anche a scrivere e ha pubblicato alcuni racconti su antologie e riviste e ottenuto vittorie e piazzamenti in numerosi concorsi letterari. E' autore (assieme a S. Valbonesi) del saggio "In due si uccide meglio", dedicato ai serial killer in coppia. Dal 2008 gestisce il ThrillerCafé, il locale virtuale dedicato al thriller più noto del web.

Giuseppe Pastore ha scritto 1637 articoli: