In questi giorni in libreria con il suo nuovo romanzo, L’ultima vittima, abbiamo oggi il piacere di ospitare al Thriller Café Tess Gerritsen (qui il sito ufficiale). Ordinate da bere e godetevi la chiacchierata!
[D]: Ciao Tess, e benvenuta al Thriller Café. Una domanda semplice per iniziare: ti conosciamo, soprattutto, come un ex medico che ora è una scrittrice di successo. Ma chi è Tess nel tempo libero, quando non è occupata a creare e scrivere storie?
[R]: Nel mio tempo libero, sono giardiniere, violinista dilettante, e appassionata viaggiatrice. Mi piace esplorare nuovi luoghi e – in particolare – nuovi cibi. Forse è perché mio padre era un cuoco professionista.
[D]: Lasciare una professione per seguire una passione non è facile: c’è stato un particolare evento che ha determinato la scelta, o una somma di cose nel corso del tempo, forse?
[R]: Ho sempre voluto essere una scrittrice, da quando ero molto giovane. Ma l’unica cosa che mi ha reso libera di dedicarci realmente tempo per è stata la nascita di mio figlio. Fino ad allora avevo lavorato come medico. Con un nuovo bambino, ho avuto la scusa per rimanere a casa per un mese e lavorare su un libro. Per fortuna, mio figlio faceva lunghi pisolini, quindi mi ha dato la possibilità di scrivere un bel po’ di pagine.
[D]: Di solito, la tua produzione letteraria è divisa in tre parti principali: hai iniziato a scrivere romanzi ‘romantic suspense’, prima di passare al medical thriller, e poi al crime con la serie Rizzoli/Isles. Pensi che queste parti della tua carriera siano separate o c’è una sorta di continuità nei tuoi romanzi?
[R]: Anche se sembra che queste siano parti separate della mia carriera, le vedo di più come una fusione di generi lungo la strada. Anche quando stavo scrivendo romantic suspense, nelle mie storie c’erano dei crimini. I medical thriller semplicemente portarono quei crimini nel mondo medico. E, infine, la serie Rizzoli/Isles ha mescolato tutti questi elementi – crimine, la medicina, e un po’ di romanticismo. Penso che tutti i generi siano difficili da scrivere, e a volte sento il bisogno di raccontare un nuovo tipo di storia.
[D]: I tuoi romanzi più noti appartengono alla serie Rizzoli/Isles, ma Jane Rizzoli era solo un personaggio secondario in The Surgeon. Perché hai deciso di scrivere di nuovo su di lei? E Maura Isles era già un personaggio che nelle tue idee sarebbe tornato quando hai scritto The Apprentice, o lei ha ‘imposto la propria presenza’ in qualche modo?
[R]: “The surgeon” era stato pensato come un libro unico, non parte di una serie, nella mia prima pianificazione, e avevo deciso che Jane Rizzoli sarebbe morta verso la fine della storia. Era stata creata come un semplice personaggio secondario che non era importante per la trama principale. Ma mentre stavo scrivendo il libro, è diventata sempre più interessante ai miei occhi. E’ dura, intelligente, e la lotta per avere rispetto. Mi dispiaceva per lei, e l’ammiravo. Verso la fine del libro, non ho potuto ucciderla perché mi era piaciuto così tanto che volevo vedere di più di lei. Ecco perché ho scritto il libro successivo, “The apprentice”. Perché Jane era una personalità così forte che meritava la sua storia. Improvvisamente, ho avuto una serie!
Maura, come Jane, era un personaggio minore quando è stata introdotta in quel secondo libro. Non pensavo di fare di lei un personaggio regolare della serie. Ma ancora una volta, il personaggio si è ribellato e alla fine di The Apprentice ne volevo sapere di più anche su Maura. Così ho scritto “The sinner”. E improvvisamente, la serie ha avuto due eroine!
Ecco come è stato da allora. Non pianifico mai le cose; la serie si evolve da sola.
[D]: Come pensi che i due personaggi si sono evoluti lungo la serie, e quali aspetti di loro ammiri e odi di più?
[R]: Jane e Maura sono sia cresciute che cambiate un bel po’ nel corso di 10 libri. Jane si è sposata, ha avuto un figlio, e ha trovato felicità e rispetto. E’ ancora un poliziotto duro, ma è ora più vulnerabile, perché ha molto di più da perdere. Maura è partita come una grande e razionale “regina di ghiaccio”, ma ora si vede che ha dei punti deboli. E’ sola. E’ infelice e sfortunata in amore. Fa delle scelte insensate, a volte, in nome dell’amore.
Entrambe queste donne sono giunte a fare affidamento l’una sull’altra non solo per la competenza professionale, ma anche per l’amicizia. Sono molto diverse, ma hanno imparato a rispettarsi e fidarsi reciprocamente. Questa è la più grande evoluzione che ho visto – e ciò che ammiro di di loro.
Cosa che odio? Odio che Maura non può cambiare idea sugli uomini. Mi frustra e mi deprime. Ma mi sembra anche così reale, fa gli stessi errori che vedo fare ad altre donne. Quanto a Jane, quello che non mi piace è che è una che giudica. Pensa di sapere che cosa è moralmente corretto – e difficilmente perdona le persone che sbagliano.
[D]: La serie di libri è stata tradotta in una televisiva di successo: che cosa pensi sia stato adeguatamente mantenuto e cosa è stato cambiato troppo?
[R]: La personalità di Jane è sicuramente stata conservata nello show televisivo. Maura ha avuto un grande cambiamento, però. Nei libri lei è scura e cupa, nel telefilm è molto più felice e più luminosa. Per la televisione, penso che funzioni molto meglio. Inoltre, il programma televisivo sottolinea la loro amicizia, mentre nei libri il rapporto ha richiesto molto più tempo per svilupparsi.
[D]: Veniamo al settore: come pensi che romanzi polizieschi si evolveranno nei prossimi anni?
[R]: Non ne ho idea. E’ pericoloso tentare predire qualcosa in questo business! 20 anni fa, non avevo idea che gli zombie e vampiri sarebbero diventati così popolari.
[D]: Negli Stati Uniti il 20% del mercato del libro ora è digitale. Ti piacciono gli e-book, o continui a preferire la carta?
[R]: Io amo gli e-book per i viaggi. Mi piace come sia istantaneo l’acquisto. Ma quando sono a casa, mi piace avere un vero e proprio libro da maneggiare, e da prestare.
[D]: Essendo Thrillercafe.it quasi un one man show (anche se ho un paio di collaboratori che ringrazio molto), posso capire la difficile decisione di lasciare chiudere Murderati.com. Che cosa hai imparato da questa esperienza e cosa ti manca?
[R]: Ho imparato che il blogging è un lavoro duro, ed è difficile continuare anno dopo anno. Inoltre, ho imparato che non è facile trovare nuovi argomenti per scrivere dopo che sei stato blogger per lungo tempo. Ho iniziato a ripetere gli argomenti, senza rendermene conto. Ho anche scoperto che, con tutte le altre responsabilità da scrittore, il blogging è un altro compito che è difficile da inserire in un programma.
[D]: Puoi darci qualche anticipazione sui tuoi prossimi progetti?
[R]: Sto lavorando sul prossimo libro di Jane e Maura, sulla base di un’esperienza che ho avuto in un safari in Africa. E sto sviluppando un’altra storia divertente e spaventosa sulla base di un incubo che ho avuto mentre ero a Venezia. Questa è una cosa che uno scrittore impara a fare – fare uso di ogni incubo.
[D]: Be’, penso che dovremmo lasciarti andare, Tess. Grazie per esserti fermata al Thriller Café: ogni volta che ti andrà di bere un drink con noi, sarà un piacere!
[R]: Ti prendo in parola!
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