Oggi facciamo due chiacchiere con Clanash Farjeon anagramma del nome dell’inglese Alan John Scarfe, che prima si è fatto conoscere come attore, protagonista di ben quaranta film tra i quali Star Trek, poi si è dedicato alla regia ma ancora non soddisfatto ha deciso di indirizzarsi alla narrativa. Una personalità, quella di Clanash, che trasuda simpatia e modestia e scambiando due chiacchiere con lui è inevitabile la risata. Ma concentriamoci sul nuovo romanzo editato dalla ormai consolidata casa editrice Gargoyle Books, con cui Alan ha già pubblicato “Le memorie di Jack lo Squartatore”, e addentriamoci nel mondo di Ciudad Juarez dove dietro a una storia romanzata si celano realtà di una violenza inaudita. Tra noir, horror e “sociale” con una buona dose di erotismo, Clanash ci presenta un romanzo completo e una realtà delicata da raccontare. Pensavate di aver letto di tutto? Non potrete dirlo fino a quando non avrete aperto le pagine de “I vampiri di Ciudad Juarez”, perché i vampiri non sono solo quelli presentati dal grande schermo… belli come modelli e con qualità eccelse ma possono avere l’aspetto di uomini normali, essere anche i nostri vicini di casa e saper spargere sangue meglio di un vero vampiro.
D: Qual è l’interpretazione di vampiri che preferisce?
R: L’interpretazione di Frank Langella in Dracula di sicuro… Max Schreck in Graf Orlok nel film Murnau’s del 1922, non hanno niente a che fare però con Bram Stoker, non li ho mai letti i suoi romanzi.
D: Perché pensa che i vampiri siano tornati così di moda soprattutto nella narrativa giovane?
R: Penso più che altro sia una questione di marketing anche se le atmosfere gotiche attirano sempre molto i giovani.
D: Parliamo del suo ultimo libro “I vampiri di Ciudad Juarez”, le piace il paranormale?
R: Purtroppo il “vampirismo” nel romanzo è del tutto banale e rivoltante perché i vampiri sono persone che si dedicano ad una vita di crudeltà assoluta, è una situazione di comodo per le loro menti contorte quella di credere di esserlo. Sono persone molto viziate, negli ultimi venti anni sta succedendo qualcosa di veramente orribile a Ciudad Juarez, nella realtà circa cinquemila donne sono state assassinate e nulla è stato o sarà fatto.
D: Ci vuole spiegare meglio questa realtà così aberrante?
R: Certo, le bande e la violenza connessa alla droga nelle strade di Ciudad non ha eguali in tutto il mondo ed è questo che fa notizia. Sono arrivato a credere che la città sia diventata un centro di quello che potremmo definire omicidio turistico che equivale poi a turismo sessuale e le bande rapinano le donne in modo che i turisti ricchi possano permettersi di comprarle e ucciderle nel modo in cui preferiscono. Senza il pericolo di essere catturati. Credo che arrivino da tutto il mondo e che molti assassini riescano a far perdere le proprie tracce. Loro sono i veri vampiri!
D: Una situazione davvero agghiacciante… Conosce personalmente Ciudad Juarez?
R: No, non ci sono mai stato, ma sono stato in alcune città del confine messicano.
D: Alleggeriamo un po’ il contenuto dell’intervista, Alan, chiedendole se ha sempre saputo che sarebbe diventato uno scrittore?
R: No davvero! Mio padre lo ipotizzò quando avevo vent’anni ma non lo sono diventato in maniera seria se non dopo aver superato i cinquanta.
D: Come ha scelto la storia per scrivere il suo ultimo romanzo?
R: A Paolo De Crescenzo, editore della Gargoyle Books, era piaciuto il mio primo romanzo “Le Memorie di Jack lo Squartatore”, mi ha chiesto, dunque, se avevo voglia di scrivere una storia di vampiri e ho subito suggerito di raccontare dei vampiri dell’11 Settembre, ossia della menzogna oscena di quel giorno con uno stile tanto scandaloso
come lo fu l’evento in sé. Poi mi sono reso conto che un lavoro del genere avrebbe dovuto essere una trilogia. Qualche anno fa, avevo però scritto anche una sceneggiatura su un giornalista inglese che si faceva coinvolgere in un traffico di droga e alla fine mi sono ispirato a questo canovaccio per scrivere “I vampiri di Ciudad Juarez”, primo episodio di questa trilogia a tema vampirico, in fase di ultimazione.
D: Che cosa le piace dei vampiri?
R: Sono molto attratto dalla loro trasformazione, ci sono molti tipi di succhia sangue.
D: Già per rifarci al discorso di prima… È anche un regista vero?
R: Si, oltre ad essere scrittore sono anche regista.
D: Che cosa preferisce fare allora, attore di tv, scrittore, regista?
R: Mi piacciono tutti i settori in cui lavoro, ma in questo momento sono più orgoglioso di essere un romanziere. Ho scritto diverse sceneggiature insieme a mia moglie ma sono molto più semplici di un romanzo.
D: Considerate tutte le sue attività ci sembra strano che possa avere ancora qualche progetto da realizzare per il futuro..
R: Invece un’idea già c’è: dopo la violenza che caratterizza la trilogia vampirica e la mia ipotesi biografica su Jack lo Squartatore, vorrei cimentarmi con qualcosa di più tranquillo, ho da tempo un fantasy in mente.
D: bene! Un fantasy… abbandona i vampiri allora?
R: Non subito, dal momento che attualmente sto ancora lavorando all’episodio conclusivo della trilogia inaugurata con “I vampiri di Ciudad Juarez”. Dopo il secondo volume, “I vampiri del’11 Settembre (in uscita in Italia per Gargoyle nel 2011 Ndr), sarà infatti la volta dei “Vampiri dello spirito santo”, ambientato in Italia; lascio a voi indovinare di che si tratta. un soggetto sicuramente ancora più menzognero di quello dell’11 Settembre.
D: Abbiamo capito allora che i suoi impegni saranno numerosi, c’è qualcosa che vuole aggiungere?
R: Si, sono molto onorato di collaborare con Paolo De Crescenzo, la moglie e suo figlio che hanno curato nel dettaglio i miei libri aiutandoli a farli conoscere nel vostro paese. Devo anche aggiungere che la risposta dei lettori e la critica italiana è molto più sofisticata e intelligente di quella del Nord America e vi ringrazio di questo.
D: Grazie Alan per il tempo che ci ha dedicato… siamo felici di apprendere che la critica italiana sia più costruttiva, aspettiamo con entusiasmo di leggere la sua prossima fatica letteraria, ormai siamo sue fans…
R: Grazie a voi. Anche io sono un vostro fan!
Ora, dopo aver gratificato il nostro ego, salutiamo gli amici di Thriller Cafè rimandando l’appuntamento alla prossima intervista!
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