Chi non ha sentito almeno una volta nella propria vita parlare di Joe R. Lansdale: “L’anno dell’uragano”, “Il valzer dell’orrore”, “Echi perduti” non vi dicono niente? Allora non dovete perdere Devil red edito dalla casa editrice Fanucci che ha pubblicato in esclusiva per l’Italia gran parte dei suoi romanzi. Se avete voglia di entrare nelle atmosfere un po’ cupe del noir, e sentire addosso la suspence degli eventi, l’umidità della notte e il fetore della morte, siete tra le pagine giuste. Lansdale è un creatore di personaggi, come è stato definito da “La Stampa”, unici e irriverenti, cui non manca il senso dell’umorismo e del paradossale: riuscite ad immaginare due tipi un po’ loschi che fanno per mestiere gli investigatore senza licenza? Sgangherati, attaccabrighe e con la vita incasinata? Allora forse avrete in parte compreso il plot sciolto che si cela dietro a questo straordinario romanzo sui generis. Joe Lansdale è una garanzia di successo. Siamo riuscite a rubargli alcuni minuti tra una presentazione e l’altra, un’intervista o chissà che altro, perchè il Thriller Café non è da meno, per questo ci accoglie con disponibilità e simpatia…
D: Il romanzo ha due protagonisti diametralmente opposti Hap e Leonard, il primo più riflessivo e pratico, il secondo più irascibile e out sider, a chi si avvicina di più il suo carattere?
R: Credo che entrambi abbiano qualcosa in comune con me a livello caratteriale anche se sono molto diversi tra loro.
D: Nessuno la identifica in un genere perché scrive diverse tipologie di romanzi utilizzando a volte elementi noir, fantasy ecc. quale genere le è più familiare?
R: Dipende dai momenti, ci sono volte in cui desidero imbattermi in un noir a volte in qualcosa di più fantastico, in quel momento quel genere è proprio quello che desidero scrivere e verso cui mi ci sento indirizzato.
D: Quanto incide la richiesta del mercato editoriale del momento per avvicinarsi a un genere?
R: Non faccio scelte di questo tipo, non sarei coerente con i miei umori se pensassi a cosa va per la maggiore in quel momento.
D: Da cosa si fa ispirare?
R: Credo che l’ispirazione nasca da tutti gli elementi che mi circondano, sono un osservatore e poi in un secondo momento creo la mia storia da ciò che ho visto.
D: E’ facile dunque trovare delle storie su cui scrivere?
R: Dipende… se c’è qualcosa che mi colpisce in modo particolare sì…
D: Quanto dura la stesura di un suo romanzo?
R: Dipende, non c’è una regola fissa, non riesco a quantificare un periodo preciso.
D: Ha scritto diversi romanzi con i protagonisti di “Devil Red”: ce ne saranno altri?
R: Penso proprio di sì…
D: Bene ne siamo felici perché sono due personaggi davvero esilaranti, fanno divertire…
R: Grazie mi fa sempre piacere quando i lettori mi seguono con entusiasmo… vi do allora una notizia inedita…
D: Davvero? Siamo tutto orecchi…
R: Le prossime avventure di Hap e Leonard si svolgeranno in Italia e siete le prime a saperlo!
D: Wow, grazie siamo felici che l’Italia sarà la protagonista di un suo romanzo e di avere una news così importante tutta per noi. Ma la conosce, l’Italia?
R: Poco in effetti, ma voglio che sia così perché devo conoscerla insieme ai miei protagonisti Hap e Leonard.
D: Sa già quando uscirà il romanzo?
R: No, non vi è ancora una data precisa ma ve lo farò sicuramente sapere.
D: Come ci si sente a diventare uno scrittore famoso?
R: Sicuramente non è un’impresa facile, ma è una gran bella sfida anche quando le cose sembrano non andare troppo bene.
D: Si deve leggere molti libri per poter acquisire le capacità espositive per scrivere un romanzo; lei ha letto molti libri nella sua vita?
R: Non si può essere uno scrittore senza aver letto molti libri, io ne ho letti e ne leggo tantissimi.
D: Ha letto qualche autore italiano?
R: Ho letto Umbero Eco e mi piace molto Calvino…
D: I suoi lettori che caratteristiche hanno?
R: Gli americani non vogliono andare troppo a fondo delle cose, non ne conosco il motivo, gli italiani invece, si interessano di più a quello che è il comportamento e la psicologia di un personaggio e questo mi fa molto piacere.
D: Pensava di diventare uno scrittore di successo?
R: No, mi sarebbe bastato fare un lavoro part time e dedicare alla scrittura il resto del tempo guadagnandoci qualcosa…
D: Be’ c’è riuscito alla grande… grazie Joe per aver trovato dello spazio per noi in questo fittissimo tour italiano, ringraziamo anche da parte di Giuseppe Pastore, l’ideatore di Thriller Café.
R: E’ stato un vero piacere, a presto! Grazie anche per il vostro entusiasmo!
Abbiamo salutato Joe con un po’ di malinconia: è sempre difficile abbandonare un grande autore quando avresti da porgli centinaia di domande, ma la vita va così, c’è chi va e c’è chi viene. Al prossimo incontro amici di Thriller Café.
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