Patrizia Tamà è la nuova protagonista del nostro locale, dopo averle offerto un caffè macchiato, le porgiamo le domande di rito che toccano a tutti coloro che ospitiamo al bancone del bar. Ma prima si merita una breve presentazione, il suo romanzo edito da Mondadori ha un protagonista importante, Dante, che fa di questo esordio letterario un ritratto storico e sotto certi aspetti poetico. Che cos’è “La quarta cantica”? Tra perdita di memoria, ricerche di verità segrete e canti della Divina Commedia, troviamo un thriller che ricalca le tracce di un mistero storico appartenuto a Firenze e a uno dei suoi più grandi poeti. Insegnante di storia e letteratura, Patrizia ci presenta un romanzo tra il saccente e il noir lirico più moderno. Una trama snodabile tra personaggi impegnati e crimini da risolvere. Passato e presente ci fanno assaporare quella poesia che non conosce tempo.
D: Come mai nel suo primo romanzo ha deciso di ispirarsi a Dante?
R: Perché da tempo avevo intuito che “sotto ‘l velame delli versi strani” – come dice Dante stesso – si nascondevano significati molto misteriosi e occulti ancora inesplorati. Così, studiando, ho scoperto lo stretto legame tra alchimia e universo dantesco, a partire dalla struttura in tre regni oltremondani, Inferno, Purgatorio e Paradiso che corrispondono, in chiave alchemica, ai tre stadi di trasformazione della materia e dell’uomo: nigredo, albedo e rubedo… Da qui sono partita per il mio viaggio esoterico… Inoltre sono sempre stata affascinata dalla vicenda amorosa di Dante, sposato a Gemma Donati, ma tutta la vita votato alla misteriosa Beatrice (donna in carne ed ossa e, al contempo, creatura simbolica). All’inizio ero molto incuriosita proprio da Gemma, legittima sposa del poeta eppure totalmente ignorata dalla storia, e non è detto che in futuro io non scriva di lei.
D: Cosa le piace della narrativa italiana?
R: Tra i grandi del recente passato adoro Italo Calvino e Dino Buzzati per il loro realismo magico e straniato, tra i contemporanei: Erri de Luca, Alessandro Baricco e, naturalmente Camilleri.
D: Quanto hanno influito le sue conoscenze storiche per la stesura del romanzo?
R:“Parecchio. Ma attraverso la stesura del romanzo ho anche imparato tante cose nuove, perché la scrittura è stata accompagnata e sorretta da uno studio “matto e disperatissimo” (cfr il buon Leopardi). Davvero è stato un po’ come costruire una cattedrale gotica, irta di guglie e pinnacoli che anche per me erano sfide continue… E più mi avventuravo su una nuova strada, esploravo un nuovo argomento, come ad esempio il sufismo, più capivo che dovevo saperne di più, molto di più…
D: È anche insegnante di letteratura e storia, come sono i ragazzi di oggi?
R: Fragili e inquieti.
D: Perché?
R: Fragili perché spesso sono troppo protetti dalle famiglie, poco responsabilizzati. E inquieti perché non accettano di potersi annoiare neppure un secondo, sono assillati dalla necessità di avere stimoli continui e così tendono invece ad annoiarsi molto facilmente… Certo, anche la scuola deve un po’ adeguarsi alla velocizzazione progressiva della nostra società ed utilizzare nuovi linguaggi.
D: Chatta su facebook?
R : No. Ma sono costantemente sulla pagina della Quarta Cantica e adoro avere un botta e risposta con i lettori.
D: Invitiamo allora gli amici di Thriller cafè a scambiare quattro chiacchiere con lei… Qual è un classico secondo lei adatto a chi ama il genere thriller?
R: Siccome amo la commistione dei generi e sono affascinata dal thriller magico-esoterico, consiglio a chi non l’abbia già letto “L’Ombra del vento” di Zafon.
D: Come ha fatto ad arrivare a Mondadori?
R: Avevo semplicemente il nome di un editor, ho mandato il concept e l’idea è piaciuta.
D: Le piace la poesia?
R: Molto, ma non indiscriminatamente. Baudelaire sommamente, poi Leopardi, Montale, Neruda, Dickinson, Auden… Credo che l’occhio del vero poeta accorci le distanze tra gli oggetti, crei ponti invisibili che poi dischiudono a tutti nuove prospettive.
D: Nel prossimo romanzo scomoderà un altro personaggio importante come Dante?
R: Credo che la storia e la letteratura “ufficiali”, ci diano troppo spesso un’immagine stantia e polverosa di autori e personaggi che invece sono stati uomini accesi, vivi sanguigni. Perciò penso che sì, “scomoderò” un altro personaggio importante per scovarne la sua verità più umana e magari anche per rivelarne aspetti misteriosi e inediti…
D: Secondo lei quanti misteri sono celati nella realtà legati alle grandi verità storiche?
R: Tanti: censurati, rinnegati, ignorati…
D: Ultimamente molti thriller hanno base storica, cosa appassiona della storia?
R: L’altra faccia della storia, quella che è rimasta troppo a lungo celata. A volte è semplicemente l’aspetto umano e quotidiano dei grandi protagonisti ciò che interessa, altre volte invece sono veri gialli disvelati ad appassionare il pubblico.
D: Si sta preparando al 2012? È superstiziosa?
R: No, credo che darsi ciclicamente delle date di “scadenza” faccia parte del bisogno tutto umano di sapere e di controllare qualcosa nell’immensa compagine dell’universo. Ma sono solo illusioni…
D: L’ultimo libro che ha letto?
R: Sto leggendo contemporaneamente “Casino totale” di Izzo e “Acciaio” di Avallone. Ho appena finito “La biblioteca dei morti” di Glenn Cooper.
D: Letture interessanti, per concludere la nostra intervista, se dovesse salutare gli amici di Thriller Café con lo “stile” di Dante, cosa direbbe? Come lo direbbe?
R: “A tutti voi, alme da’ misteri accese
dir vorria di torre la mi’ Cantica,
ch’a segreti antichi vi terrà appese.”
Grazie professoressa crediamo davvero di aver incuriosito i nostri amici sulla storia de “la Quarta Cantica”, grazie anche per la simpatia e per il tempo che ci ha dedicato
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