Prima di essere scrittore William Lashner esercitava la carriera d’avvocato: ecco perché i suoi personaggi e soprattutto Victor Carl, protagonista di molti suoi best seller, è considerato non solo un avvocato credibile nell’esercizio della sua professione, ma anche un personaggio accattivante che possiede quelle caratteristiche un po’ scapestrate che si addicono a un uomo con il debole per le donne. Il suo ultimo romanzo dal titolo “Il bacio dell’assassino” edito da Piemme – linea rossa – vi farà divertire e mettere in guardia dai vecchi amori che ritornano. William si divide tra la passione per il baseball e le bistecche alla griglia che cucina per tutta la famiglia nella più antica città degli Stati Uniti, Philadelphia.
R: Iniziamo con una domanda filosofica… Sa perché è qui?
D: Vedete… dove stiamo andando è la prima domande che ci si pone, mi piace chiedermelo spesso. Perché siamo qui, se c’è qualcuno sopra di noi?… si vorrebbe arrivare al nocciolo della questione: tutti i miei romanzi con protagonista Victor Carl si pongono la stessa domanda, senza ricevere però una risposta.
D: Ha in programma altre storie per Victor Carl, il protagonista del suo ultimo romanzo?
R: Ho scritto altre cose ultimamente ma ho sempre Victor Carl a portata di mano, quindi spero di scrivere ancora di lui, mi basta pensarci un po’ e la cosa mi fa subito divertire, è un personaggio davvero particolare.
D: Quale consiglio darebbe ai lettori che vogliono intraprendere la carriera di avvocato come lei?
R: Consiglierei di stare lontani dai contenziosi, le ore sono massacranti e il denaro va alle società… d’altro canto niente è più soddisfacente di rappresentare il più debole contro una grande società e uscirne a testa alta.
D: C’è qualcosa che la accumuna a Victor Carl nel praticare la legge?
R: La cosa che ci accumuna è che appoggiamo i più sfavoriti, ho cominciato come avvocato dell’accusa e ho avuto un caso che mi ha fatto faticare non poco: ho rappresentato un ragazzo accusato di furto e il giudice, senza chiedere la mia idea sulla condanna, lo ha sbattuto in carcere per sei mesi. L’assurdità è che è entrato in carcere per aver rubato un paio di guanti in pieno inverno. La sua era considerata una carriera criminale, certo dentro sarebbe stato meglio che in strada, ma essere considerati criminali per un paio di guanti… quando entrai in uno studio legale lasciai perdere le grandi società per dedicarmi ai ragazzi in difficoltà. Victor fa anche questo ed è una delle cose che mi accomuna di più a lui. Vorrebbe fare soldi ma se siete in difficoltà potete pagarlo quanto è nelle vostre possibilità, lui starà comunque dalla vostra parte.
D: Sembra avere un debole per le femme fatale come si evince dai suoi romanzi…
R: Alcune donne sono buone… come l’olio di ricino, ma a chi piace l’olio di ricino?
D: Quale ruolo esercita Philadelphia, la sua città, nella sua scrittura?
R: Philadelphia è più che la mia casa, è la mia musa. La sua storia è la mia storia e non posso fare a meno di vedere il mondo attraverso il suo prisma.
D: Qual è stato il suo primo lavoro letterario e come ci è arrivato?
R: Non ho mai fatto soldi con uno scritto fino al mio primo romanzo “Hostile Witness”. Ora sono diventato un maestro nello far soldi scrivendo saggi e recensioni, ma tutto è cominciato con i thriller. La cosa bella di scrivere un romanzo è che non c’è bisogno di fare colloqui di lavoro per avere un posto, è sufficiente scrivere, nessuno può dirti di non farlo.
D: A cosa sta lavorando ora?
R: Sto lavorando a un romanzo diverso, qualcosa di un po’ più sinistro, se si pensa di poter parlare al bambino che c’è dentro di noi, le nostre aspirazioni più profonde… ma non voglio dire troppo: preferisco rimanere sul vago.
D: Qual è il tema principale trattato nel libro “Il bacio dell’assassino”?
R: Questo romanzo è quello che io chiamo “la mia vecchia ragazza”. C’è stato un periodo in cui i miei amici tornavano in contatto con le fidanzate del passato, attraverso internet o di persona e questo portava scompiglio nelle loro vite, anche quando credevano di essere ormai usciti da una storia, in quel momento tutto quello che avevano ottenuto lo mettevano a rischio. Così ho iniziato a chiedermi cos’era l’attrazione per un’ex fidanzata. In quei momenti ti ricordi solo le cose positive, l’attrazione, il sesso, e inizi a pensare che quella bella sensazione dipendesse solo da lei, non dalla giovane età e alla vivacità di un tempo. Ci si lega a un mito e chi diavolo vuole la realtà di un matrimonio quando si può vivere con la fantasia.
D: Riflessione interessante… Di quale romanzo è più orgoglioso?
R: Quando scrivo un libro è sempre quello il più importante. E’ difficile giudicare, sono come bambini. Ma posso dire che ho cercato di rendere ognuno differente dall’altro e credo di esserci riuscito. Ho scritto un romanzo gotico, uno in cui ho cercato di essere molto divertente, “Falls the shadow” è la storia di un dentista, c’è qualcosa di più divertente di un dentista? “Il bacio dell’assassino” è la prima storia noir.
D: Oggi si scrivere in maniera tradizionale o si segue una scrittura più innovativa?
R: L’editoria in generale sta cambiando in maniera esponenziale e non so dove sarà indirizzata nei prossimi dieci anni anche grazie alla tecnologia, ma so che l’interazione tra lettore e scrittore non potrà cambiare.
D: Come definirebbe il suo stile di scrittura?
R: Cerco di non pensarci, quando ci si concentra sullo stile si rischia di perdere il contenuto. Cerco di essere chiaro, convincente, e di seguire il ritmo, che secondo me è la cosa più importante. Cerco anche di mantenere un certo umorismo nella scrittura, un po’ aiuta la lettura, ma se si esagera si rischia di abbassare il livello dello scritto. Amo usare gli aforismi, forse ho letto troppo Wilde nella mia gioventù ma credo aiuti a dare molto il senso di ciò che si vuole esprimere.
D: Ha mai avuto delle polemiche inaspettate riferite alla sua scrittura?
R: Scrivere senza ricevere polemiche è come preparare un piatto senza spezie… non a tutti piacciono le stesse cose. Quindi sì… ho avuto anche delle polemiche ma i romanzieri hanno la possibilità di dire qualsiasi cosa legata a una determinata storia.
D: Qual è l’errore più grande che gli aspiranti scrittori fanno?
R: Spesso i giovani scrittori puntano sul guadagno e creano una storia puramente commerciale, anche il lato economico è importante ma non è solo questo, la cosa più importante è il manoscritto, se è buono qualcosa prima o poi succederà. Più facile a dirsi che a farsi, ma se il tuo obiettivo è quello di scrivere senza sentirti parte di una storia, alla fine si resterà delusi dei risultati. Ci va tanto duro lavoro e auguro buona fortuna a chi ci sta provando.
D: Grazie William per aver risposto alle nostre domande e aver dato consigli utili a tutti coloro che si vogliono cimentare nella scrittura.
R: Grazie a voi per l’interesse rivoltomi.
Ti è piaciuto l'articolo? Iscriviti alla newsletter
Inserisci la tua email e riceverai comodamente tutti i nostri aggiornamenti con le novità, le anticipazioni e molto altro.