Il nuovo romanzo di Elisabetta Bucciarelli, vincitrice del Bloody Mary Award 2008, si intitola Io ti perdono ed è il primo volume della neonata collana Kowalski/ColoradoNoir. Lo recensiamo oggi qui al Thriller Cafe.
Titolo: Io ti perdono
Autore: Elisabetta Bucciarelli
Editore: Kowalski
Anno di pubblicazione: 2009
Pagine: 252
Trama in sintesi:
La piccola Arianna scompare in un bosco di castagni, seguendo un cagnolino tra gli alberi, fino all’abbraccio di qualcuno.
L’ispettore Maria Dolores Vergani, chiamata da un prete che la conosce fin da bambina, torna in Val d’Aosta: questi le chiede di sostenere la madre della bimba come psicologa, professione che lei non svolge più da anni. Ma dietro la richiesta si cela altro, qualcosa che il sacerdote non vuole o non può rivelare.
A Milano nel frattempo vengono ritrovati i resti di una donna in un’ex area industriale; il collega Pietro Corsani la tira dentro un’indagine che varca i confini della città, verso la provincia in cui i milanesi si riversano per soddisfare le loro voglie. Divisa tra la tragedia della piccola sparita nel bosco e il male di ogni giorno del suo lavoro, Maria Dolores Vergani deve risolvere quei problemi di cuore da cui vorrebbe scappare, percorrendo una strada che forse la condurrà ad accorciare la distanza fra sé e le persone che fanno parte della sua vita.
Io ti perdono è un libro che ruota attorno a temi complessi, soprattutto pedofilia e prostituzione: crimini contro i deboli, meschini, abietti. Si può perdonare in questi casi? E qual è il fardello di chi “deve” farlo, come don Paolo, costretto nel suo confessionale? Immersi in una notevole trama noir, temi difficili, trattati senza retorica e trasudanti emozioni, altre protagoniste indiscusse del romanzo. In primis quelle di Maria Dolores Vergani, combattuta tra le reazioni negative che il mestiere scatena ogni volta che la mette di fronte alla bruttezza dell’essere umano, e quelle personali che la conducono lungo sentieri emotivi impervi e accidentati, sui quali è facile cadere e sbucciarsi le ginocchia, rialzarsi e continuare, ma pure rotolare giù del tutto e non avere più la forza per risalire. Proprio l’evoluzione del personaggio principale dei libri di Elisabetta Bucciarelli, a mio parere, è un nuovo punto chiave, una riprova della crescita dell’autrice che a ogni opera fa un passo avanti, avvince di più il pubblico dei fedeli e colpisce positivamente i nuovi lettori. Anche con una scrittura che non vuole mai essere seducente, quanto piuttosto graffiante, tagliente. Che è capace di narrare ma allo stesso tempo di testimoniare, proprorre inquadrature livide, che feriscono, e di fronte alle quali, almeno personalmente, non sono capace di dire io “Io ti perdono”.
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