James Mallahan Cain nacque il 1 luglio del 1892, ad Annapolis, nel Maryland. Suo padre, William James Cain, era un professore di inglese presso il College di San Giovanni a Annapolis; sua madre, Rosa Mallahan, una cantante lirica, specialista nella tecnica della “coloratura”. Nei suoi romanzi, troveremo spesso personaggi amanti della musica o legati alla lirica. Il romanzo Serenade (1937), da cui fu tratto il film omonimo diretto da Anthony Mann nel 1956, racconta la storia di un giovane e promettente baritono che, dopo aver perduto la voce, si ritrovasenza un soldo in Messico. In Mildred Pierce, la cattiva figlia Veda diventa famosa grazie alla sua voce da soprano leggero, una “coloratura” come la madre di Cain.
Una giovinezza difficile tra libri, lirica e solitudine
James visse nell’ambiente del college, tra le lezioni del padre e il canto della madre. Amava molto leggere e si distinse nelle materie umanistiche. Tra le sue letture preferite Le avventure di Sherlock Holmes e i racconti di Edgar Allan Poe, così come le avventure raccontate da Dumas padre e Robert Louis Stevenson.
La sua precocità gli consente di saltare delle classi e, quando ha dodici anni, James si ritrova in mezzo a dei sedicenni, fatto che non favorisce lo sviluppo del suo carattere. Come afferma lui stesso ricordando quel periodo, “ero un nano in mezzo a dei giganti, e ciò significava, più di ogni altra cosa, che i miei anni di scuola, specie di college, non mi hanno dato nulla”. Nell’adolescenza infatti cresce chiuso in se stesso, saccente, noioso, timido e complessato.
(Pasquale Fede, Le radici del noir fra letteratura e cinema, I grandi cataloghi e saggi n. 2, Fondazione Rossellini, 2009, p. 164)
Cain frequentò il Washington College e conseguì il Bachelor of Arts nel 1910, all’età di 17 anni. Dopo il college, cambiò diversi lavori. Trasferitosi a Washington, incontrò John R, Monroe, professore di canto. Sperando di poter seguire le orme della madre, iniziò a prendere lezioni come baritono. Ben presto si rese conto di non avere il dono, influenzato anche dal parere della madre. Era il 1914 e Cainnon aveva idea di che cosa fare della sua vita.
Nel 1917,Cainconseguì un Master of Artspresso la Johns Hopkins University. È in questo periodo che decise di diventare uno scrittore, esaudendo così in parte anche le grandi aspettative che il padre aveva nei suoi confronti (simili a quelle che Mildred ha nei confronti della figlia Veda, nel romanzo Mildred Pierce). Più tardi, ottenne un posto di professore di matematica e di inglese nel college del padre.
La carriera giornalistica e The Battle of Blair Mountain
Dal 1917, Cain si trasferì a Baltimora dove iniziò a lavorare come reporter per il Baltimore American. È in questo periodo che incontrò l’impresario e saggista Henry L. Mencken, che divenne suo mentore, amico ed editore.
All’entrata in guerra degli Stati Uniti, nel 1918, Cain si arruolò nell’esercito e partì per la Francia. Qui scrisse su un settimanale, The Lorraine Cross, uno delle pubblicazioni più famose delle American Expeditionary Forces.
Cain tornò a Baltimora nel 1919 e ricominciò a scrivere come reporter. Nel 1920, sposò Maria Rebecca Clough, un’insegnante, da cui divorziò tre anni dopo.
Dal 1921, iniziò a scrivere per il Baltimore Sun, dove si occupò anche di un importante processo per tradimento contro il sindacalista William Blizzard. Si trattava di un processo costruito per far tacere la voce dei minatori di Logan County, West Virginia. Lo scontro sindacale, conosciuto come The Battle of Blair Mountain fu la più grande rivolta del lavoro nella storia degli Stati Uniti e la più grande rivolta armata organizzata dai tempi della guerra civile americana. Per cinque giorni, tra la fine di agosto e l’inizio di settembre del 1921, quasi diecimila minatori di carbone armati si batterono per sindacalizzare le miniere. Il presidente degli Stati Uniti fu costretto a far intervenire l’esercito per sedare la rivolta con la forza.
Per il suo ruolo in The Battle of Blair Mountain, Blizzard fu accusato di tradimento, ma al processo fu assolto da ogni accusa. Cain, nei suoi articoli, si schierò con coraggio dalla parte dei minatori e di Blizzard, sottolineando come si trattasse di una vera e propria lotta di classe e come il processo contro Blizzard avesse una valenza puramente politica ed economica.
Questa esperienza gli ispirò la creazione di un romanzo ambientato sul mondo delle miniere. Si fece quindi assumere come lavoratore in miniera, per sperimentare personalmente quella vita. Il grande romanzo che aveva in mente, però, non vide mai la luce. Cain si rese conto di non essere ancora pronto per un romanzo di tale impegno.
Nel 1927, Cain si sposò di nuovo con Elina Sjösted Tyszecka. Sempre nello stesso anno, l’amico Henry L. Mencken pubblicò il suo primo racconto, Pastorale. È la storia un po’ macabra e un po’ comica di un uomo, innamorato di una donna sposata, che uccide il marito per poterci vivere assieme (una fissazione quella di Cain!).Il racconto è contenuto nella raccoltaIl bambino nella ghiacciaia, pubblicata in Italia dalla Sellerio nel 1985.
Assunto a Hollywood come sceneggiatore
Durante la Grande Depressione, nel 1931, alcuni produttori degli studi cinematografici Paramount, che avevano notato il suo lavoro di giornalista, lo invitarono in California per scrivere sceneggiature. Cain, a quarant’anni mollò il giornalismo e ci provò, ma nonostante il suo stile asciutto e denso, non riuscì a sfondare. Sei mesi dopo era disoccupato. Non volendo lasciare la California, iniziò a lavorare come freelance.
Nel 1932, pubblicò il racconto Il bambino nella ghiacciaia (anch’esso nella raccolta, pubblicata in Italia dalla Sellerio nel 1985). È una storia ambientata in California, usando l’idioma locale, una tendenza che continuerà nei suoi romanzi successivi. La Paramount ne acquistò i diritti e fu girato anche un film con il titolo She Made Her Bed del 1934. Nel racconto compare anche il motivo della stazione di servizio, ripreso l’anno dopo nel romanzo che lo farà diventare famoso, Il postino suona sempre due volte.
“Cain set his stories in Glendale, a Los Angeles suburb. “The Baby in the Icebox” realistically describes the garish stretches of highway dotted, with gas stations that have become endemic to the entire country.”
(Abby H. P. Werlock, Companion to Literature: Facts on File Companion to the American Short Story, Facts on File, 2010. pp. 113-114)
Il postino suona sempre due volte
Il primo romanzo di Cain, The Postman Always Rings Twice (Il postino suona sempre due volte, Adelphi, 1999) fu pubblicato nel 1934, quando lo scrittore aveva 42 anni. Il titolo fu ispirato a Cain da una tradizione irlandese, secondo cui il postino suona sempre due volte per far capire che si tratta del postino. Dal momento che nel romanzo tutto accade due volte, Cain decise che era il titolo giusto.
La trama, invece, gli fu ispirata da un episodio che accadde realmente nei pressi di Los Angeles, in una stazione di servizio, gestita da una donna che uccise il marito. Cain, nello stesso periodo, lesse anche un caso di cronaca nera: Ruth Snyder e Judd Gray, una coppia di amanti, avevano prima ucciso il marito di lei e poi avevano tentato di eliminarsi a vicenda.
Il libro ebbe un enorme successo popolare, ma non senza polemiche. Il protagonista racconta in prima persona il delirio che lo ha condotto ad uccidere. Ma è soprattutto il modo crudo ed esplicito in cui sono raccontati i fatti che colpì la società dell’epoca. I lettori furono sicuramente coinvolti dalla storia, soprattutto dall’ossessione per il sesso e il denaro, che era la stessa che essi reprimevano dentro di loro. I due protagonisti, Frank e Cora, provano, in fondo, delle emozioni profondamente umane, ed entrambi cercano di resistere a quella passione violenta che li sconvolge, sino a costringerli all’omicidio.
La miscela eros e morte era troppo per l’America puritana dell’epoca! Si pensi solo alla scena in cui, subito dopo aver scaraventato il marito giù dalla scarpata, Frank inizia a strappare i vestiti a Cora, per fingere che anche lei siaprecipitata con l’auto, lasciandola a seno nudo. Entrambi provano una tale eccitazione da non riuscire a resistere e dover fare subito sesso nello stesso luogo in cui hanno commesso l’omicidio. Il libro fece scandalo, subendo un processo per oscenità. Per questo il romanzo, in America, dovette aspettare fino al 1946 per diventare un film, diretto da Tay Garnett e interpretato da Lana Turner e John Garfield. Il postino suona sempre due volte, pur essendo un buon film, “si risolse… in un melodramma, nel quale gli aspetti più cruenti del romanzo venivano trascurati.” E si dovette attendere il remake di Bob Raphelson del 1982, per il “recupero di una sequenza fino ad allora trascurata, quella in cui i due amanti fanno all’amore dopo l’assassino sulla scarpata…” (Cfr. Jacopo Ghilardotti, James Cain, in Il giallo e il nero. Il cinema noir, volume 1, Supplemento a Ciak n. 8 – Agosto 2001, p. 101)
I grandi romanzi scritti tra il 1936 e il 1947
Dall’inizio degli anni trenta alla metà del anni quaranta, Cain scrisse e pubblicò tutte le sue opere migliori.
Pochi anni dopo la pubblicazione de Il postino suona sempre due volte, Cain scrisse un altro capolavoro, La fiamma del peccato, la storia di un venditore di assicurazioni che diventa l’amante della moglie di un suo cliente e con lei progetta la sua morte, per riscuotere l’assicurazione sulla vita. La protagonista, Phyllis Dietrichson, è sicuramente una delle più famose dark-lady della letteratura e del cinema, incarnando al meglio il male che seduce e incanta.
Anche questo romanzo è scritto con uno stile asciutto, costruito su frasi brevi e dialoghi folgoranti. Il romanzo divenne un film nel 1943, interpretato da Fred MacMurray, Barbara Stanwyck, e Edward G. Robinson.
Il successo dei due romanzi oltrepassò l’Oceano. Lo scrittore e filosofo Albert Camus si ispirò a Il postino suona sempre due volte per scrivere il suo capolavoro Lo straniero, Luchino Visconti ambientò la storia sulle rive del Po’, dirigendo il suo primo film Ossessione (1942).
In entrambi i romanzi la trama si basa sul tema della donna che affascina l’uomo e ne fa un suo schiavo d’amore e di sesso, disposto a tutto per lei, anche ad uccidere. Ma il delitto e il conseguente senso di colpa generano dubbi nell’animo umano, e l’amore si trasforma in odio, che porta ad altra violenza. Nei due romanzi più famosi di Cain, “lo scrittore presenta il conflitto drammatico dell’eroe romantico con la sensualità scatenata della donna tentatrice e infingarda. Le storie raccontate da Cain sottolineano costantemente le lacerazioni della psiche americana divisa tra il sogno romantico e l’inseguimento del successo sociale. Una parte significativa del fascino di Cain deriva appunto dalla sua abilità di mostrare la fragilità dell’ordine e del buon senso … (James Mallahan Cain, in I colori del nero: cinema, letteratura noir, Mystfest, X Festival internazionale del giallo e del mistero, a cura di Marina Fabbri, Elisa Resegotti, Ubulibri, 1989, p.79).
Del 1941 è Mildred Pierce, opera ambientata nel periodo della Grande Depressione. Anche da questo romanzo fu tratto un film di successo, nel 1945, interpretato da Joan Crawford, che vinse un Oscar.
Questi tre romanzi appartengono ormai alla storia della letteratura americana, al di là del genere a cui essi possano appartenere, così come i tre film che ne sono stati tratti
Cain divorzia da Tyszecka nel 1942 e si risposa due anni più tardi con Aileen Pringle, un’attrice. Ancora una volta, il matrimonio dura molto poco e nel 1947 arriva il terzo divorzio.
Ritorno a Maryland e morte dello scrittore …
Sempre nel 1947, Cain sposò la sua quarta moglie, Florence Macbeth Whitwell, una cantante d’opera. Disgustato e amareggiato dalla “caccia alle streghe”, nello stesso anno,lasciò Hollywood e si ritirò nel Maryland.
Negli anni successivi, Cain scrisse diversi romanzi, di cui solo tre furono pubblicati, ma senza successo. Lo scrittore sembra aver perso la vena. In realtà, Cain, fin dai suoi esordi, aveva inseguito il sogno di scrivere il “Grande Romanzo Americano”, che secondo critici e studiosi letterari dell’epoca mancava alla letteratura americana. Raggiunto il successo e la sicurezza economica, Cain cercò di creare un capolavoro letterario e fallì miseramente. Nella sua cieca ambizione, non riuscì a vedere e a comprendere che il destino lo aveva scelto per essere il cantore, senza censure, di piccole storie americane, basate su pochi personaggi e su veri sentimenti di odio e amore, passione e avidità.
Cain trascorse i suoi ultimi anni in una modesta casa di Hyattsville nel Maryland, con l’ultima moglie che morì qualche anno prima di lui. I vicini lo ricordano come un vecchio eccentrico e scontroso.
Cain morì per un attacco cardiaco il 27 ottobre 1977 a University Park, Maryland.
Aveva85 anni e non lasciava alcun erede, non avendo avuto alcun figlio dai quattro matrimoni.
Stile letterario
James M. Cain è considerato, insieme a Dashiell Hammett e Raymond Chandler, tra il 1930 e 1940, uno dei maestri della scuola “hard-boiled”. Il suo stile diretto e cronachistico e i temi prediletti nei suoi romanzi – sesso, violenza e avidità – erano tipici di quel genere letterario. Pur essendo considerato uno scrittore appartenente alla scuola Hard-boiled, Cain negò sempre qualsiasi legame con essa.
“Non appartengo ad alcuna scuola, hard boiled, o che altro, e credo che queste sedicenti scuole non esistano se non nell’immaginazione dei critici. […] Ho letto meno di venti pagine del signor Dashiell Hammett in tutta la mia vita” (James M. Cain nella prefazione a The Butterfly)
(Pasquale Fede, Le radici del noir fra letteratura e cinema, I grandi cataloghi e saggi n. 2, Fondazione Rossellini, 2009, p. 163)
Anche in Italia, Cain non è stato quasi mai “pubblicato in collane specializzate nel poliziesco, ma in quelle dedicate alla narrativa in generale, addirittura lo troviamo fra gli autori che Elio Vittorini scelse per la sua Americana, la famosa antologia” del 1941 (James M. Cain e la dark lady, in Pasquale Fede, Le radici del noir fra letteratura e cinema, I grandi cataloghi e saggi n. 2, Fondazione Rossellini, 2009, p. 163). E anche recentemente Cain è stato pubblicato da Adelphi, una casa editrice che, a parte l’eccezione dei gialli di Simenon, non può certo essere considerata una casa editrice specializzata nel genere poliziesco. È vero anche che la maggior parte dei suoi romanzi non sono dei polizieschi e anche quelli che si annoverano tra questi, Il postino suona sempre due volte e La fiamma del peccato, non sono dei gialli basati sulla tipica indagine, ma dei noir che raccontano, in prima persona, la lotta interiore tra il bene e il male dei protagonisti.
D’altra parte, la fama di Cain è legata quasi esclusivamente a Il postino suona sempre due volte e La fiamma del peccato, oltre che al bellissimo Mildred Pierce, romanzo melò tinto di noir. Tutti i romanzi scritti dopo la metà degli anni quaranta, in cui Cain si allontanò dal genere noir che gli aveva dato il successo, vendettero ben poco e la maggior parte non fu neppure pubblicata.
Lo stile di Cain è caratterizzato da una estrema economia espressiva e purezza strutturale. Le sue storie sono semplici e raccontate con uno stile essenziale.
“…non faccio alcuno sforzo cosciente per essere diretto, brutale o duro, come viene in genere osservato. Cerco soprattutto di scrivere come scriverebbe il mio personaggio – spiega Cain a proposito del suo stile, nella prefazione all’edizione del 1942 di La fiamma del peccato – e non dimentico mai che l’americano medio, che provenga dai campi, dalle strade, dai bar, dagli uffici e anche dalle pozzanghere, ha acquisito un vigore di linguaggio che va al di là di qualsiasi cosa io saprei inventare e che se mi attengo a questa eredità, a questo logos della campagna americana, otterrò il massimo di efficacia col minimo di sforzo. In generale il mio stile è più rurale che urbano; il mio orecchio sembra anteporre la campagna alla strada … “.
(Pasquale Fede, Le radici del noir fra letteratura e cinema, I grandi cataloghi e saggi n. 2, Fondazione Rossellini, 2009, p. 166)
James M. Cain, un autore poco amato dalla critica …
Tempo fa, durante un’intervista, una grande scrittore contemporaneo di crime novel, James Lee Burke ha dichiarato:
“I think our greatest crime novelist was James M. Cain – the most neglected writer in American Literature. I think Mildred Pierce would stand up against Henry James. It’s a great novel … [Cain] is totally ignored … There’s nothing an academic finds more unpardonable than a writer becoming successful and rich.” (“Ritengo che il nostro più grande scrittore di noir sia stato James M. Cain – lo scrittore più trascurato nella Letteratura Americana. Penso che Mildred Pierce non abbia nulla da invidiare alle opere di Henry James. Si tratta di un grande romanzo … [Cain] è stato totalmente ignorato … Non c’è niente che un accademico trova più imperdonabile di uno scrittore che diventa famoso e ricco.”)
(Jammin’ with James Lee Burke, a cura di Anthony Rainone).
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