Le città di mare, in fondo, si assomigliano un po’ tutte. Prendete, ad esempio Marsiglia, Napoli e Genova.
In comune hanno lo stesso mare, il Mediterraneo. Ma non solo. Se avete occasione di visitarle, magari a breve distanza di tempo una dall’altra, provate a chiudere gli occhi e a respirare profondamente. Gli odori vi sembreranno gli stessi, ed anche i colori ed i sapori.
Un’altra delle caratteristiche che accumuna queste città di mare è di essere l’ambientazione di romanzi che raccontano di situazioni dure, senza troppi sentimentalismi e spesso estreme che hanno costituito il filone del noir mediterraneo.
E come si conviene per ogni stile letterario, ognuna delle città che ho citato ha un suo cantore.
Per Napoli questo ruolo tocca di diritto ad Attilio Veraldi, autore di romanzi come “Naso di Cane” e “La Mazzetta”. A Genova troviamo Bruno Morchio con il suo personaggio di Bacci Pagano di “Maccaia” ed altre storie. Nella città francese il posto va senza ombra di dubbio a quello che è il più accreditato rappresentante del genere: Jean-Claude Izzo.
Di Jean-Claude Izzo sappiamo che è figlio di un emigrato italiano e di una spagnola. Dopo le scuole e il servizio militare, inizia a lavorare come giornalista in un quotidiano locale di sinistra. Dopo diverse esperienze che lo vedono sempre coinvolto con il mo che ha fatto scuole ad indirizzo tecnico ed ha svolto il servizio. Ha fatto molti mestieri, dal giornalista al capo redattore. Gli si può solo rimproverare una cosa: l’averci lasciato troppo presto ad appena 55 anni.
La sua opera è limitata solo cinque libri che gli hanno comunque garantito un posto imperituro nella galleria dei grandi autori contemporanei.
La trilogia marsigliese è la sua opera che meglio rappresenta lo spirito del noir mediterraneo.
Il primo romanzo viene pubblicato nel 1995 dal famoso editore francese Gallimard, si intitola “Total Cheops” , in italiano “Casino Totale”. A questo fa seguito “Choumo” nel 1996 e, nel 1998 l’ultimo episodio della serie, “Soléa”, malgrado le insistenze dell’Editore di continuare con nuovi episodi.
Forse Izzo già presagiva la sua fine che sarebbe avvenuta un paio di anni dopo.
La figura centrale è quella di Fabio Montale, un commissario di polizia di origini italiane, come lo scrittore.
Già nel primo romanzo impariamo a conoscerne il carattere e le abitudini. Montale è il classico anti-eroe che crede nel proprio lavoro quasi fosse una missione. È pervaso sempre dalla disillusione, ma crede fermamente in quello che fa. Non condanna, cerca di capire.
“Un uomo migliore per un mondo peggiore” è come Raymond Chandler identifica il suo personaggio di Philip Marlowe. E come Philip Marlowe, anche Fabio Montale è un perdente.
Ma la vera protagonista dei romanzi di Izzo dei romanzi è Marsiglia con le sue ruelles, infinito dedalo di viuzze dove si muove un’umanità variegata, spesso sofferente perché vittima di violenze e di soprusi. Un po’ come avviene nei carrugi di Genova o nei vicoli di Napoli dove si affacciano i bassi.
Marsiglia con il suo porto è un “calderone dove bolle il più sorprendente concentrato di esistenza”, come affermava lo scrittore in un’intervista. Le storie che vi si svolgono sono drammatiche, dure, hanno il sapore dellla sconfitta e della disperazione. Non c’è riscatto per i personaggi, neppure per Fabio Montale che alla fine del primo romanzo lascerà disgustato la polizia. Anche gli amori sono di breve durata, quasi per ricordare che tutto è precario e destinato a concludersi rapidamente. I romanzi di Izzo aggiungono una nota in più rispetto al noir classico ed è quella della denuncia di un malessere sociale diffuso.
Izzo è uno scrittore dichiaratamente di sinistra, però al di là del suo credo politico è difficile non condividere il sentimento di disgusto per una società dove prevale una malvagia commistione di affari, politica e malavita che generano razzismo, violenza e ingiustizia.
Fabio Montale ha le sue passioni, come ognuno di noi. Ama la buona cucina, a cominciare dal minestrone alla genovese che le prepara Honorine, sua vicina, il vino, la letteratura e la buona musica.
Quest’ultima ha un ruolo trascinante nei romanzi di Izzo. In “Casino totale” la colonna sonora è quella del rap dei gruppi giovanili marsigliesi per passare da Miles Davis a Thelonius Monk, da Paolo Conte a Michel Petrucciani. In “Chourmo”, rock e jazz fanno da contraltare alla musica latina, ai ritmi dell’algerino Lili Boniche, fino ai mitici ZZ Top. Solea, infine, è anche il titolo di un brano di Miles Davis.
Una delle frasi dei romanzi di Izzo che meglio descrive il mondo nel quale si muove Fabio Montale è nel quindicesimo capitolo di “Casino totale”:
“Casino totale, vero?
Proprio così, bella mia.
Ero in un merdaio. In mezzo ai casini degli altri. Solo una banale storia di delinquenti. Un’altra storia, e senz’altro non l’ultima. I soldi, il potere. La storia dell’umanità. E l’odio del mondo come unica trama.”
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