Quando si dice avere la scrittura nel sangue.
Jeffery Deaver è il classico esempio del self made man americano, la concretizzazione dell’american dream filtrato attraverso la sfera di una penna da scribacchino.
E’ il 6 maggio 1950 quando a Glen Ellyn, cittadina di 30 mila anime nella periferia di Chicago, nasce Jeffrey Deaver, da madre casalinga e padre copywriter di annunci pubblicitari.
Un’infanzia senza particolari agiatezze, ma all’insegna della passione per la scrittura.
A chi gli chiede quali siano state le sue prime parole pubblicate, Deaver risponde “I was editor of my high school literary magazine and a reporter for the school newspaper” (“Ero editor del magazine del liceo e reporter per il giornale della scuola”).
Dal giornalino della scuola alla Forsham University di New York, celebre università che ha visto laurearsi, tra gli altri, Mary Higgins Clark e Denzel Washington, il passo è tanto grande quanto azzardato: ma il giovane Deaver riesce a diventare corrispondente legale per il Wall Street Journal.
Nel frattempo, intraprende anche una parallela carriera legale, lavorando come attourney e trattando cause di diritto societario.
E proprio sul connubio, spesso prolifico, tra avvocatura e scrittura, Deaver afferma che “scrivere un romanzo è molto più divertente che praticare l’avvocatura, forze è per questo che molti avvocati diventano scrittori. Ma c’è un ulteriore elemento, comune alla scrittura creativa ed anche alla professione forense e medica. Per me il thriller è una storia strutturata in maniera analitica. Prima di scrivere una singola parola di prosa io trascorro otto mesi ad informarmi ed a fare ricerca. I metodi che uso ora sono gli stessi che usavo quando praticavo, per strutturare un documento legale o risolvere un caso”.
E forse proprio perché “scrivere è molto più divertente che praticare la carriera forense”, o forse perché quando si ha la scrittura nel sangue non ci si può sottrarre al proprio destino, nel 1990 Deaver incomincia a scrivere a tempo pieno, e raggiunge la consacrazione internazionale con Il collezionista di ossa (1997), grazie al quale vince nel 1999 Premio Nero Wolfe e nel 2001 il WH Smith Thumpin gGood Read Award.
Si tratta del primo romanzo della serie di Lincoln Rhyme, a cui seguiranno Lo scheletro che balla, La sedia vuota, La scimmia di pietra, L’uomo scomparso, La dodicesima carta, La luna fredda (nominato Book of the Year dalla giapponese Mistery Writer Association of Japan), La finestra rotta, Il filo che brucia, La stanza della morte e L’ombra del collezionista.
Tra i romanzi fuori serie, spiccano inoltre La consulente, L’uomo del sole, Pietà per gli insonni, Il silenzio dei rapiti, La lacrima del diavolo, La figlia sbagliata, Profondo blu, Il giardino delle belve, I corpi lasciati indietro (nominato Novel of the Year dalla International Thriller Writers Association), L’addestratore e October List.
Da menzionare, anche la Trilogia di Rune, composta dai tre romanzi Nero a Manhattan, Requiem per una pornostar e Hard News, e la trilogia di Pellam (Sotto terra, Fiume di sangue e L’ultimo copione di John Pellam).
Scrittore solitario ma dalla personalità poliedrica (gli piace lavorare da solo ma ritiene che quando si passa troppo tempo in solitudine si debba poi “socializzare a certi livelli”, e quindi organizza party in maschera a tema romano e medievale), Deaver – come del resto molti sui colleghi – ha una sfrenata passione per la musica folk. Ha scritto i testi delle 11 canzoni contenute in The XO album, e proprio al mondo della musica è legato il romanzo Sarò la tua ombra (XO nel titolo originario), che narra delle disavventure di una cantante folk costretta a fare i conti con uno stalker. Si tratta, al riguardo, del terzo libro della serie di Kathryn Dance, che annovera anche La bambola che dorme e La strada delle croci.
Praticamente in contemporanea con l’uscita di XO, il 26 marzo 2012, vince il 2011 Bouken-shousetsu Adventure Fiction Award per il miglior romanzo straniero con Carta bianca, ambiziosa storia con protagonista l’’agente speciale 007.
Tra le fonti di ispirazione, Deaver ricorda Tolkien, Ian Fleming, Conan Doyle, Thomas Harris, Harper Lee.
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