Personaggio spin-off del romanzo Acqua Storta, Mariasole Simonetti domina indiscussa la scena per tutte le oltre duecento pagine del libro dedicato alla sua “buona legge” da Luigi Romolo Carrino, edito da E/O nel marzo di quest’anno.
La scrittura, l’incisività, la forza e la determinazione permangono le caratteristiche di questa affidabile penna campana talmente abile nel descrivere i fatti del suo territorio da porre il lettore quasi in un atteggiamento di sfida. Si cerca, fin dalle prime pagine, il passaggio, la frase, l’aneddoto o il riferimento che renda La buona legge di Mariasole l’ennesimo piatto racconto della criminalità organizzata e dei ‘camorristi’ dell’hinterland partenopeo. Non trovarli sarà l’unica delusione per chi si ritroverà a leggere con morboso pathos i pensieri e le parole della protagonista, a seguire le sue vicende e scoprire la sua legge.
«Mi facevi schifo. Eri tutto quello che non volevo da un marito. Il giorno che ti sposai odiavo tutti. Non potevo fare altro che sposarti e odiarti, perché queste sono le nostre leggi, le abbiamo giurate, tu per la tua famiglia e io per la mia, e valgono sempre e comunque, anche sottoterra. È per questo che Ferdinando ha messo la videocassetta del tuo battesimo di camorrista sotto la tua testa sparata.»
Destini che si incrociano, vite predestinate che sembrano vissute come in un sogno, o meglio un incubo dal quale non esiste risveglio se non la morte. Crescere nella consapevolezza di non poter avere un’alternativa, di non poter desiderare nulla di diverso da quello che è stato già deciso, apprendere tutti i riti e i miti in maniera tale da essere preparati a ogni evenienza, soprattutto gli imprevisti. E Mariasole si ritroverà a doverne gestire tanti, di imprevisti, lei che si era illusa di poter vivere una vita diversa, lontano, una vita fatta di amore, di quotidianità e invece scivola sempre più dentro ciò che voleva rinnegare e per assurdo lo fa per amore.
«Noi siamo un continuo presente, noi stiamo ma non procediamo e non trascorriamo. Chi si è mangiato la vita nostra? La vita si mangia la vita da dentro in questa città, siamo una contraddizione temporale. Una sospensione, una fotografia immobile.»
L’autore esordisce con la dedica a suo fratello Giuseppe e chiude con quella alla sua città, Napoli. Sentimenti e affetti diversi certo ma generati entrambi da un amore viscerale, profondo. Legami indissolubili, esattamente come quelli raccontati nel libro racchiuso tra le due dediche. La buona legge di Mariasole di Luigi Romolo Carrino il romanzo che racconta della forza più potente che c’è a questo mondo: l’amore di una madre per i propri figli.
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