In uscita per Atmosphere Libri, segnaliamo oggi “La cacciatrice” di Nonami Asa, scrittrice giapponese di thriller molto famosa in patria e con diversi titoli tradotti anche in italiano.

La storia che questo romanzo racconta prende il La con l’apparente autocombustione di un uomo all’interno di un ristorante. A indagare sullo strano caso sono Otomichi Takako, giovane e determinata detective della Polizia Metropolitana di Tōkyō, e il collega veterano Takizawa Tamotsu. I due si lanciano nelle indagini e ben presto altri episodi misteriosi si ripetono uno dopo l’altro; apparentemente gli omicidi sembrano causati dall’attacco da parte di un grosso cane lupo… Più il tempo scorre e più quella che sembra la ricerca di una creatura selvaggia e misteriosa si rivelerà una discesa in un baratro pericoloso, costellato di intrighi e sospetti. Di chi potranno realmente fidarsi Otomichi e Takizawa?

Questa in sintesi la trama di “La cacciatrice”. Per approfondire lasciamo la parola all’editore che ci racconta gli aspetti più affascinanti del libro del libro:

Gran parte del fascino di “La cacciatrice” risiede nelle intuizioni che fornisce sulla cultura giapponese contemporanea. La protagonista è una donna poliziotto, che è affiancata da un collega più anziano. Takako si distingue come donna, ma in coppia con Takizawa il ruolo della donna in questa società e in questo lavoro è reso ancora più chiaro. Non è solo che è una donna, ovviamente: considerevolmente più giovane, si sottomette naturalmente al suo collega più esperto. Ma nelle reazioni di altri colleghi e di coloro che intervistano si ha una buona idea del ruolo che ci si aspetta dalle donne e delle difficoltà che una come Takako incontra nel tentativo di andare oltre, anche (o soprattutto) quando ha qualcosa da offrire.

La cacciatrice” è un giallo procedurale consigliato a chi ama il genere e a chi è curioso sulla cultura del Giappone. Ma anche a chi cerca una protagonista forte all’interno di una storia originale e seducente.

Qui a seguire trovate un estratto.

Dal prologo

Avrà avuto tra i trentacinque e i trentanove anni. Si capiva che non si trattava di un normale impiegato aziendale dalla colorazione grigio-violacea del completo da lui indossato e dal fatto che, al polso del braccio con cui portava la seconda borsa, aveva un grosso bracciale d’oro.
Considerando che non aveva un cappotto sulle spalle, forse era venuto in macchina. Masayo ricordava che si presentava sempre piuttosto tardi e che di norma poggiava sul tavolo il cellulare.
Lei, che aveva a che fare con molti clienti, non aveva tempo per prestare attenzione a qualcuno, ma in qualche modo si ricordava di lui per via della voce un po’ particolare e quel bracciale.
Passati davanti ai contenitori rettangolari utilizzati al bancone delle insalate durante l’orario di pranzo, fece accomodare l’uomo al tavolo di fianco alla finestra che dava sulla strada. Appena poggiò il menù davanti a lui, Masayo, come da manuale, disse:
«Appena ha deciso, mi chiami».
Lui si lasciò scivolare sul divano rosa che circondava il tavolo semicircolare disegnando un arco. Non ebbe alcuna reazione alle parole di Masayo e, in silenzio, allungò le mani sul menù.
Sono pochi i clienti che rispondono a ogni singola parola dei dipendenti. Anche questi ultimi non è che si aspettino chissà cosa, perciò Masayo, dopo aver detto solo quello che le era richiesto dal regolamento, andò subito da un altro cliente per chiedergli se volesse ancora del caffè. Dopo qualche minuto, quando tornò dall’uomo di prima, questo le ordinò una birra e delle patatine fritte.
Masayo ritirò il menù davanti a lui, dicendo meccanicamente: «Aspetti un momento». Si domandò se non dovesse guidare.
Da quel momento, quanti minuti saranno passati? Altri due nuovi clienti arrivarono insieme a un colpo d’aria fredda. Dopo averli accompagnati al tavolo, Masayo mise sul vassoio una bottiglia di birra e un bicchiere, per poi incamminarsi verso l’uomo.
Stava per dirgli: «Scusi se l’ho fatta attendere», quando davanti ai suoi occhi, all’improvviso, divampò una fiamma. In quello stesso momento, all’interno del locale riecheggiò un urlo che sembrava quello di un animale.
All’inizio, non aveva capito cosa stesse accadendo. L’istante dopo, Masayo si mise a gridare.
«Aaah!» Lanciò via il vassoio e cadde all’indietro, sbattendo inavvertitamente il sedere. Si sentì un’esplosione e, in un istante, l’uomo venne avvolto dalle fiamme davanti ai suoi occhi.
La testa le andò in panne. Attorno a Masayo, insieme alle urla si sentì il rumore delle sedie, che venivano spinte per far passare la gente, e quello delle stoviglie rotte.
Con le mani puntate per terra, si limitò a spalancare gli occhi e osservò la scena davanti a lei.
«Brucio! Brucio!» si sentì gridare in mezzo alle fiamme.
L’uomo, che era diventato una torcia umana, scuoteva la parte superiore del corpo. All’interno del locale non si sentivano che urla e grida di paura. Masayo indietreggiò così come si trovava, con il sedere ancora per terra. Le piovevano addosso le scintille provenienti dall’uomo che si era alzato in piedi.
«Aiutatemi! Che qualcuno mi aiuti!»
Sembrava che fossero le fiamme a parlare. Masayo guardò verso l’alto e capì che l’uomo – di cui non si vedeva che la sagoma – stava muovendo entrambe le mani tra le fiamme. Con un terribile scoppiettio, si sollevò del denso fumo nero.
“Che puzza! Ho male agli occhi”.
Le fiamme si propagarono fino alle tende dietro di lui e al divano dal quale si era alzato.
«Brucio! Bruciooo! Aiutatemiii!»
L’istante dopo, cadde proprio di fianco a Masayo e cominciò a rotolarsi sul pavimento. Lei si spostò con un balzo, emettendo un grido. Sentì un tintinnio nelle orecchie e un pungente odore di carne bruciata. Avvertì un dolore acuto alla mano destra. Ogni volta che l’uomo si muoveva, le fiamme svolazzavano tutte intorno e quelle più piccole danzavano come dotate di una volontà propria.
Masayo, con le mani a terra, lo fissava con l’aria assente. Non riusciva a pensare a niente. Le fiamme si spostavano con una tale vitalità, emettendo una luce talmente scintillante, da risultare magnifiche, al punto che in un angolo della sua testa in panne, per un istante, provò quasi commozione.
«Che ti prende, scema! Scappiamo!» disse una voce impetuosa alle sue spalle. In quell’istante, Masayo si alzò in piedi come fosse stata liberata da un incantesimo. La moquette iniziò a prendere fuoco. Le fiamme crebbero rapidamente, superando di molto le previsioni e come bestie affamate bruciarono tutto ciò che c’era intorno. I clienti, che riempivano più della metà del locale, si erano ora alzati simultaneamente e correvano verso l’uscita del locale, urlando. Masayo, calpestata da loro e a sua volta calpestando quelli che cadevano, cominciò anche lei a scappare dalla disperazione.

Nonami Asa

Nata a Tōkyō nel 1960, Nonami Asa debutta come scrittrice nel 1988, aggiudicandosi l’Excellent prize con il romanzo Kōfuku na chōshoku (Una colazione felice) al “Nihon suiri sasupensu taishō”, un concorso letterario dedicato ai romanzi gialli e thriller. Nel 1996, con Kogoeru kiba (La cacciatrice), si aggiudica il prestigioso Premio Naoki, e nel 2011, con Chi no hate kara (Dalle estremità della terra), il Premio Chūōkōron. Infine, nel 2016, con Suiyōbi no gaika (Canto trionfale del mercoledì), riceve il Premio del Ministero della Cultura e dell’Istruzione per le Belle Arti. Conosciuta soprattutto per i suoi romanzi polizieschi, Nonami Asa è anche autrice di raccolte di racconti, fra cui Body (Atmosphere Libri, Roma 2023). Il romanzo La cacciatrice è stato trasposto sul grande schermo nel 2012, con il titolo Howling, dal regista sudcoreano Yoo Ha.

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La cacciatrice
  • Nonami, Asa(Autore)

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