Cosa accade quando un’affermata scrittrice e la sua editor decidono di scrivere un libro a quattro mani? Nel caso di Sarah Pekkanen e Greer Hendricks accade che si entra nella lista dei “New York Times Bestsellers” e si viene opzionati per trasposizioni cinematografiche e televisive.
La Pekkanen è scrittrice di grido fin dal suo primo romanzo (“The opposite of me”, 2010), divenuto subito un successo internazionale, tradotto anche in Italia dalla Piemme Eidizoni col titolo “L’amore non è il mio forte”. Sull’onda lunga di questo abbrivo, l’autrice sta dimostrando una prolificità quasi “simenoniana”, avendo pubblicato ben dieci romanzi in otto anni.
Recentemente ha stretto un sodalizio con la sua editor di lunga data, Greer Hendricks, non una scribacchina qualsiasi bensì la vicepresidente e capo editor alla Simon & Schuster (storica casa editrice newyorkese). Quest’unione ha portato alla pubblicazione, nel 2018, del thriller psicologico “La moglie tra noi” (titolo originale “The wife between us”), che ha venduto in trentacinque Paesi per cifre altissime ed è stato opzionato per il cinema dalla Amblin Entertainment (oltre ad entrare, come già detto, nella lista dei “New York Times Bestsellers”). Le due autrici hanno così deciso di riprovarci con il romanzo di cui trattiamo oggi al Thriller Café: “An anonymous girl”, ancora portato in Italia dalla Piemme col titolo di “La candidata perfetta” e con la traduzione di Anna Martini e Carla Palmieri. Anche questo thriller psicologico ha visto opzionati i diritti televisivi, stavolta dalla Entertainment One.
La protagonista del romanzo è Jessica Farris, una squattrinata truccatrice che si sbatte tutto il giorno per migliorare il maquillage di giovani donne svogliate, o di ricche signore dell’Upper East Side, nella tentacolare New York. Un giorno, casualmente, le capita l’occasione di sostituire una delle sue clienti e di prendere parte ad uno studio su “etica e morale” condotto da un misterioso psichiatra: il dottor Shields. Si richiede soltanto di rispondere a delle domande in modo sincero, in cambio di un assegno di 500 dollari. Dando seguito a quest’opportunità, Jessica si ritrova nell’aula 214, di fronte a un computer portatile: “Soggetto 52: grazie per aver aderito al progetto di ricerca del dr. Shields su etica e morale. La partecipazione a questo sondaggio comporta un vincolo di riservatezza […]Non ci sono risposte esatte o sbagliate alle domande del questionario. L’importante è rispondere sinceramente e affidarsi all’istinto, senza stare troppo a riflettere […] Prema il tasto invio quando è pronta per cominciare”.
Jessica preme il tasto invio, ed ecco che mille interrogativi si fanno incombenti e le piombano addosso da tutte le parti.
Chi è realmente il dr. Shields? Cosa vuole davvero il burattinaio di questo bizzarro esperimento? E se Jessica fosse il “topo da laboratorio” di un gioco machiavellico?
Immersi in questa nebbia di perplessità, cominceremo insieme alla protagonista un gioco che diverrà sempre più intimo e pericoloso, e che uscirà dal computer per trasferirsi nella vita reale. Cosa accadrebbe se il personaggio che si cela dietro il dottore (o la dottoressa) Shields manifestasse dei sordidi piani? Se si rivelasse un sinistro manipolatore, e fosse troppo tardi per gestirlo, o anche soltanto per fermarlo?
Già dalla trama si evince che siamo nel pieno “thriller psicologico”, genere nel quale le autrici sono ormai affermate specialiste. Grazie alle loro competenze professionali, questo romanzo è senza dubbio molto ben eseguito dal punto di vista tecnico, ragion per cui raggiunge in pieno lo scopo di intrattenere e avvincere il lettore, dalla prima all’ultima pagina. La candidata perfetta è infatti costruito per rapirci e scaraventarci dentro un crescendo vorticoso di ansie, di colpi di scena e di intense dinamiche psicologiche tra personaggi. Suspense, caratterizzazione dei personaggi e sviluppo della sfida psicologica tra protagonista e antagonista, sono forse i punti di maggior forza di questo testo, scritto in prima persona e al tempo verbale presente, quindi dinamico e veloce, nonché ideale per far vivere al lettore la storia attraverso gli occhi e le azioni della protagonista. La narrazione è intervallata da parti scritte addirittura in seconda persona, quasi in stile epistolare, che favoriscono una completa immersione del lettore nella vicenda, fino all’immedesimazione totale col personaggio.
Ci sentiremo così pungolati e sollecitati, nel profondo della nostra psiche, da questioni etico-morali che investono la nostra coscienza e che ci impongono una presa di posizione o una reazione. Saremo portati a interrogarci – insieme alla protagonista – su quale sia la linea di demarcazione tra il bene il male, tra il giusto e lo sbagliato, tra il lecito e l’illecito. Tanto più che l’etica e la morale rappresentano spesso un amalgama incerto e instabile, arbitrario e soggettivo, fatto di dubbi e di chiaroscuri.
Non c’è però rosa senza qualche spina. A fronte di una dinamicità psicologica e narrativa, le ambientazioni restano un po’ monotone e stantie. Ma il difetto principale dei questo romanzo è secondo noi da rinvenire nel suo retrogusto artato, nella sua natura commerciale di prodotto concepito (e poi realizzato) a tavolino per essere un best seller. Certo si tratta di un prodotto di valore, come lo sarebbe un film dal budget elevato, ricco di effetti speciali, con un cast stellare infarcito di divi del jet-set hollywoodiano. Vi piacerà? Dipende cosa cercate da un film. Questo romanzo è tecnicamente ineccepibile, abile nell’incantare e nel compiacere il lettore, e nel magnificare le caratteristiche del genere cui appartiene. Non resta che porvi una domanda: cosa cercate da un romanzo?
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